Pubblichiamo un’antologia delle opere di Lenin redatta dal compagno Alessandro Pascale del Comitato Politico Federale PRC di Milano che ci concede gentilmente l’utilizzo del lavoro da lui svolto.
Invitiamo le compagne e i compagni a diffondere questo materiale che è messo a disposizione gratuitamente.
Di seguito riportiamo una breve introduzione al testo scritta dall’autore.
Scarica l’antologia:
Riscoprire Lenin – Il pensiero del grande rivoluzionario russo in una piccola antologia – PDF
Riscoprire Lenin – Il pensiero del grande rivoluzionario russo in una piccola antologia – EPUB
INTRODUZIONE
Molti penseranno: perché attardarsi ancora, a distanza di un secolo dalla rivoluzione russa del 1917, a leggere le pagine scritte da Lenin? La risposta è presto detta: il suo pensiero, e più in generale quello riconducibile al marxismo, è ancora oggi la migliore chiave di lettura per interpretare la realtà odierna. Non intendo dare in questa sede una dimostrazione di questo assunto. Per tale scopo rimando piuttosto alla dispensa di formazione di “Introduzione al Marxismo, Socialismo, Comunismo” scritta con il compagno Flavio Di Schiena e facilmente reperibile online e gratuitamente da diversi siti web. In quell’opera ci siamo sforzati di rendere evidente e facilmente intelligibile l’attualità di certe categorie e paradigmi culturali, mettendoli a confronto con la realtà storico-politica contemporanea. Questa piccola antologia del pensiero leniniano è consigliata quindi anzitutto per tutti coloro che dispongano già delle basi cognitive minime della teoria marxista e vogliano iniziare ad approfondirle attraverso l’approccio con quelle che sono unanimemente ritenute le opere principali di Lenin: “Che Fare?”, “L’Imperialismo fase suprema del capitalismo”, “Stato e Rivoluzione” e “L’Estremismo: malattia infantile del comunismo”. Non a caso negli anni ’70 la storica Editori Riuniti faceva uscire un famoso cofanetto in cui raccoglieva le quattro opere in formato integrale.
È indubbio che manchino quindi molte opere e scritti in cui Lenin approfondisce tematiche qui assenti (ad esempio il rapporto con la religione; una presentazione sistematica del materialismo dialettico; l’atteggiamento da tenere verso le guerre; un articolo fondamentale di analisi sulla possibilità della parola astratta – per l’epoca – degli “Stati Uniti d’Europa”, ecc). D’altronde questo lavoro intende proporsi nient’altro che come una preziosa introduzione, sia pur corposa, ai cardini fondamentali del pensiero di Lenin; non quindi la pretesa di una sua sistematica ed esaustiva presentazione (compito peraltro assai difficile data la mole di scritti lasciati dal rivoluzionario russo), un progetto quest’ultimo che comunque meriterebbe di essere affrontato data l’immensa eredità teorica di questo piccolo grande condottiero che cambiò per sempre la storia del ‘900.
Nonostante le inevitabili lacune le quattro opere qui proposte forniscono un quadro d’insieme completo su alcuni aspetti essenziali per chiunque intenda porsi tuttora il tema dell’analisi della realtà presente e del tentativo di organizzarne il superamento attraverso l’abbattimento del regime capitalistico. Il “Che Fare?” (1902), l’opera sicuramente più ostica da leggere per i “non specialisti” e gli eventuali lettori “ideologicamente occasionali”, è però essenziale nel tracciare la concezione dell’organizzazione rivoluzionaria del proletariato, ossia il partito. Quali rapporti debba tenere con i movimenti, come debba condurre la battaglia per l’egemonia e perché sia indispensabile la sua presenza strutturata ed autonoma per organizzare la rivoluzione… sono tutti temi di estrema attualità non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Sintomatico che anni più tardi Antonio Gramsci, scrivendo sull’Ordine Nuovo, arrivasse alle stesse direttrici ideologiche di fondo, pur non avendo mai avuto la fortuna di reperire tale testo scritto quasi vent’anni prima.
“L’Imperialismo” (1916), oltre a concludere felicemente alcune intuizioni di Marx e a descrivere perfettamente le caratteristiche del capitalismo della sua epoca (in fondo non poi così diverso dalla nostra) è anche il manifesto di come un marxista dovrebbe condurre un’analisi politico-economica di una società. Per questo ho ritenuto utile riportare nei primi due capitoli alcune tabelle statistiche le quali mostrano bene il metodo di lavoro e di presentazione dei dati elaborati, basati su una rigorosa scientificità e su un enorme lavoro preparatorio.
“Stato e Rivoluzione” (1917) rappresenta quello che secondo molti è il salto nell’utopia, ossai l’opera più estrema, al limite dell’anarchismo, in cui attraverso una minuziosa presentazione e rielaborazione del pensiero di Marx ed Engels, Lenin ci spiega come si debba procedere a costruire la società socialista, dando direttrici in parte assai concrete, in parte un po’ più astratte, seppur indicando sempre chiaramente il paradigma di riferimento verso cui tendere negli anni a venire.
“L’Estremismo” (1920) è invece uno dei testi più misconosciuti di Lenin, nonostante sia fondamentale per vari motivi: scritto nel quarto anno rivoluzionario, emerge, dopo la “sbornia ideologica” di “Stato e Rivoluzione”, l’altro aspetto di Lenin: il suo estremo pragmatismo e la sua capacità di saper passare dall’impensabile assalto al Palazzo d’Inverno alla più furbesca realpolitik. Un testo dimenticato consapevolmente da molti quindi, perché estremamente scomodo nelle indicazioni rigorose date alle organizzazioni e ai militanti comunisti. In esso si spiega la necessità di lavorare in maniera organizzata e paziente nei sindacati, anche i più reazionari; il dovere di partecipare alla lotta parlamentare, rifiutando il principio astensionista di marca bordighista (e così diffuso tutt’oggi tra tantissimi compagni); la necessità di sapersi piegare a dei compromessi quando ritenuto utile, oltre che di saper rispettare la disciplina più ferrea all’insegna del centralismo democratico. Tutta una serie di aspetti che risultano particolarmente indigesti per la società odierna, immantata di individualismo, pressapochismo, edonismo e di “idealismo” (intendendo tale termine in senso filosofico, ossia negativo per Lenin, come espresse in maniera rigorosa in Materialismo ed Empiriocriticismo). Caratteristiche sociali che, come la Scuola di Francoforte ha ben messo in evidenza, altro non sono che conseguenze strutturali dei rapporti di produzione capitalistici.
C’è chi ha fatto notare che citando Lenin si può dire tutto e il contrario di tutto. Facendo un uso esasperato e distorto delle sue citazioni sicuramente questo è possibile. In realtà una lettura attenta di Lenin permette di capire e assimilare non una serie di dogmi, bensì un metodo anzitutto analitico e successivamente pratico, in grado di fornire una forma mentis capace di adattarsi ad ogni contesto. Questo è il senso profondo del leninismo, termine troppo spesso abusato, frainteso e non capito. Il leninismo è anzitutto un metodo che perfeziona ulteriormente quel grande cantiere teorico aperto da Marx, dandogli concretezza materiale nell’azione politica e analitica nei riguardi del capitalismo del primo ‘900, ma facendolo anche avanzare a livello programmatico e prescrittivo in alcuni settori che Marx non aveva potuto o voluto affrontare (un esempio su tutti: la questione dell’organizzazione del proletariato).
Non voglio però dilungarmi troppo con questa introduzione. Tanti, troppi forse, sono i testi di interpretazione del leninismo. Scopo di questo lavoro è invece quello di mettere in diretto contatto le nuove generazioni con le pagine scritte direttamente da Lenin, lasciando che siano loro stesse a parlare da sole. Nel testo non sono quindi presenti note, aggiunte o interventi da parte del curatore. Il solo compito avuto in questo lavoro è stato quindi di procedere dapprima alla raccolta del materiale (per il quale si è fatto ampio ricorso al progetto marxist.org), poi ad una paziente “selezione” e “depurazione” delle suddette opere, in modo da renderle più facilmente godibili, usufruibili e leggibili per chiunque. Nel procedere a tale delicato e non certo facile lavoro ho cercato di eliminare il più possibile i riferimenti ai personaggi e alle vicende del tempo, salvo laddove fosse di interesse storico-politico non irrilevante mantenerli (quale ad esempio la polemica feroce verso Kautsky), cercando in ogni caso di lasciare esplicitati ed integrali i ragionamenti e le conclusioni politiche di Lenin.
Per alleggerire un po’ il formato grafico di questo centinaio di pagine ho pensato di allietare lo scorrimento delle pagine inserendo alcune immagini estratte dalla pagina facebook da me gestita de “I Maestri del Socialismo”. Una pagina, frutto di un lavoro che va avanti da oltre due anni di raccolta di dati e materiali, impostata nell’ottica di fornire “pillole” di formazione politica, ideologica e culturale, al fine di far conoscere i rudimenti storici e filosofici del socialismo, del comunismo e del movimento operaio. Non posso quindi esimermi dal ricordare che alcune delle immagini qui riportate sono state il frutto dell’elaborazione grafica del compagno Davide Migliaccio, che ringrazio calorosamente per il suo generoso impegno militante.
Ricordo che questo lavoro è esente da fini di lucro ed è offerto in formato gratuito sul web, al fine di favorirne una larga diffusione. L’ulteriore diffusione dei contenuti di questa antologia è quindi non solo consentita ma anche consigliata e auspicata, con la sola richiesta di riportare sempre la fonte e, richiesta questa sì improrogabile al fine di evitarsi azioni legali, di mantenere il formato gratuito della diffusione. È consentita la stampa cartacea (con relativa vendita a prezzo di costo) qualora essa sia usata da organizzazioni varie nell’ottica della formazione politico-ideologica dei propri militanti. Per ogni richiesta e/o segnalazione è possibile contattarmi alla mail peasyfloyd@hotmail.com. Non mi rimane ora che augurarvi buona lettura, sperando che come me possiate rimanere folgorati dalla grandezza intellettuale di quello che è stato senza dubbio il più grande genio politico del XX° secolo.
COLLETTIVO STELLA ROSSA
Laboratorio politico per la rifondazione comunista