LA VIOLENZA NASCE DALL’ODIO

La violenza nasce dall’odio di Matteo Meogrossi

Vedere il volto del Presidente del Consiglio sporco di sangue è un immagine nuova per l’Italia. Un gesto estremo, sconsiderato. Sicuramente non il primo, già Berlusconi nel 2004 fu oggetto di un aggressione da parte di Roberto Del Bosco, 28 anni, turista di Mantova, che aveva perso la pazienza e aveva lanciato il treppiedi della macchina fotografica contro il premier a passeggio in piazza Navona. Ma andando ancora più indietro memorabile fu il lancio di monetine a Bettino Craxi fuori dall’Hotel Raphael. Quel gesto coincise con la fine del Psi ma soprattutto della Prima Repubblica. Rappresentò senza ombra di dubbio, il gesto più eclatante di protesta nei confronti di un sistema che era oramai collassato. Probabilmente questo parallelismo può aiutare a comprendere il gesto estremo di Marco Tartaglia, un quarantaduenne in cura psichiatrica preso da un raptus di follia con il quale ha colpito Berlusconi. Solo una settimana fa Roma è stata invasa da migliaia di manifestanti che protestavano contro il Governo, questo evento è stato additato dai media come la causa scatenante dell’aggressione, un corteo che avrebbe istigato e seminato odio e violenza.

Le vere motivazioni arrivano sicuramente da più lontano, perchè il clima caldo (che nulla ha a che vedere, come qualche giornalista ha prontamente dichiarato, con il periodo di terrore degli anni di piombo) è indubbiamente generato da chi in nemmeno due anni di Governo si è attirato, grazie alle sue leggi, odio, rabbia e frustrazione da parte di un pezzo della nostra società. Sentimenti che si sono generati dalla crisi sempre più profonda che sta colpendo il mondo occidentale e che in Italia sta avendo ripercussioni fortissime non solo negli strati più bassi della società,anche in quelli cosiddetti medi. Un governo che non ha fatto nulla per tutti coloro che hanno perso il lavoro o vivono in una situazione di costante precarietà. A ciò si aggiunga il forte attacco ai servizi sociali, attraverso il taglio di risorse e la privatizzazione – in maniera classista – di diversi servizi come la scuola o la gestione di tante risorse pubbliche, su tutte l’acqua. Non va neppure dimenticata l’incapacità dell’opposizione di fare critica costruttiva e soprattutto di fare egemonia sociale. Una società che comunque si è in larga parte avvicinata all’attuale Premier, conquistata dalle risposte date alle paure che loro stessi hanno costruito. La paura del diverso, la difesa di un “cultura” italiana che sarebbe attaccata da chi in questo paese vive in preda alla disperazione. Da questi temi si genera la violenza e il terrore. Siamo in  un paese che da anni non era stato così fortemente diviso e che oggi rimane stupito di un souvenir scagliato contro il Premier. Forse arriva tardi il mondo politico a riflettere sui perchè e con molta probabilità ancora una volta sta sbagliando a capire il vero motivo per cui si degenera in questi atti, passando dalla solidarietà verso Berlusconi alla condanna del gesto. Maggioranza e opposizione si spendono chi in attacchi, chi in prese di distanza, senza mai capire il perchè. Probabilmente anche questo episodio è il gesto estremo di chi veramente è arrivato al massimo dello sconforto e delusione, è il gesto di chi in queste istituzioni non crede più proprio come nel lontano ’92 quando il sistema politico collassò sulla questione morale sollevata da tangentopoli. Dunque bisogna condannare ogni gesto estremo di violenza, ma riprendendo le parole tanto criticate di Paolo Ferrero, l’opposizione va ricostruita tra la gente, bisogna ristabilire un sistema solidale, ricostruendo il legame di fiducia che si è rotto tra gente e politica. Questo è l’obiettivo che tutto il mondo politico ora deve perseguire, noi come Federazione della Sinistra dobbiamo porci proprio questo problema e su questo rilanciarci, rialacciando il rapporto di fiducia con i cittadini, imparando a farci loro veri portavoce, ponendo come obiettivo primario il riuscire a far capire che i problemi che oggi attanagliano l’Italia non si risolvono nè con l’odio verso chi la pensa diversamente, nè con l’odio per chi arriva da un altro paese ed è in Italia solo per cercare di “sopravvivere”, è necessario condannare fare cessare la fonte dell’odio e della violenza sociale, affinchè non si verifichino più certi gesti e cessino anche tutte le altre violenze che ogni giorno silenti accadono in Italia, dalle aggressioni agli stranieri, alle morti sul lavoro, garantendo giustizia per tutti e tutte senza abusi di potere, se la catena d’odio venisse fatta cessare da chi la crea certe manifestazioni violente non accadrebbero.

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