NO AGLI ACCORD CON L’UDC, FUORI DALLE GIUNTE DI CALABRIA E CAMPANIA

Una risposta di parte, verso la conferenza nazionale
di Matteo Iannitti – estinto coordinamento nazionale Giovani Comunisti

Qualche giorno fa le compagne e i compagni del documento 2 alla
prossima conferenza nazionale dei giovani comunisti “lottare, occupare,
reistere” hanno scritto un documento “Noi partigiani di domani non
siamo arruolabili nel “Cln” del duo Casini-Bersani” nel quale
chiedevano esplicitamente ai compagni che hanno scritto e sottoscritto
il documento 1 “una generazione di sogni, conflitti e rivoluzioni” una
presa di posizione in merito alle dichiarazioni di Paolo Ferrero in
merito agli accordi di governo con PD ed UDC alle elezioni regionali e
dell’accordo elettorale con PD, UDC e forse l’MPA per eventuali
elezioni politiche.

Sono convinto che non solo le compagne e i compagni del secondo
documento meritino una chiara risposta ma che tutte/i abbiano il
diritto di sapere come la pensano coloro che hanno firmato il
cosiddetto documento “unitario”. È chiaro che tale documento non ha
dietro un collettivo politico compatto. Tra i compagni ci sono molti
punti di vista diversi e dopo lo sforzo della sintesi per
l’elaborazione del documento comune, pochi sono stati i momenti comuni
di discussione politica. Per questo la mia risposta è parziale perchè
impossibile per chiunque prendere una posizione a nome di tutti i
compagni che hanno firmato il documento.

Non voglio eludere o annacquare la questione che è stata posta nel
documento scritto dai compagni della mozione 2, io sono convinto che la
posizione di Ferrero sul CLN con l’UDC e sulle alleanze regionali sia
sbagliata e dannosa e che occorre far emergere con forza l’opposizione,
trasversale alle aree del partito, a queste scelte.

Abbiamo tutti partecipato al Congresso di Chianciano con un grande
carico di coraggio, indignazione e speranza. Abbiamo contriubuito
tutte/i a lacerare rapporti personali e politici in nome della
chiarezza politica, della ricerca di un limpido orizzonte strategico.
Abbiamo pensato che ne valesse la pena. Ci siamo illusi che tutto, da
quella vittoria, dalle note di bandiera rossa sul palco di Chianciano,
sarebbe cambiato. Abbiamo sbagliato.
Abbiamo innanzi tutto sbagliato a credere che identità e radicalità
sarebbero riuscite a vivere insieme nel Partito. A più di un anno da
quel congresso possiamo tranquillamente dire che questo non è successo.
L’identità è rimasta, la radicalità si è infranta nelle aule
consiliari, nella scelta di mantenere i pacchetti di voti piuttosto che
i compagni di base, tante volte critici ma che altrettante volte hanno
ragione. Così abbiamo, giustamente, visto andar via il compagno Vendola
ma non ci siamo preoccupati di mandare a casa il compagno Corrado
Gabriele, assessore regionale nella giunta Bassolino in Campania.
Abbiamo abbandonato i compagni di Sinistra Critica, sbagliando perchè
sulla guerra avevano ragione loro, però ci siamo tenuti stretti il
compagno Guagliardi, assessore regionale in Calabria nella giunta
Loiero. Poteva la svolta a sinistra convivere con il grado di
collusione del nostro Partito con il malgoverno meridionale? No. E così
abbiamo creato due partiti in uno. Da un lato federazioni e circoli
radicali, indisponibili a qualsiasi alleanza con un PD corrotto e
moderato, proprio come quello siciliano, disponibile ad entrare in
giunta con l’MPA di Lombardo ed un pezzo del PDL. E dall’altro lato
notabilati locali, abituati a governare, magari guidati da personaggi
importanti e autorevoli, capaci di spostare con una telefonata
pacchetti di tessere o di voti, a seconda di congressi o elezioni e
chissà conferenze dei giovani comunisti. Personaggi inadeguati a
restare in un partito exparlamentare e chissà, magari con un piede
dentro il PD, a seconda se vengono o meno candidati nelle nostre liste.

Questo è il Partito che abbiamo e i Giovani Comunisti, di questo partito malato, ne devono necessariamente discutere.

Arriviamo
agli accordi regionali e alla proposta di Ferrero sul CLN. Poniamoci la
solita domanda. Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra
devono essere l’ala sinistra del centrosinistra o un terzo polo
anticapitalista e comunista d’alternativa? Una forza antisistema o una
forza con potenziale di coalizione nel sistema bipolare? Sono convinto
che solo nella nostra collocazione fuori dal bipolarismo, antisistemica
e rivoluzionaria possiamo trovare ragion d’essere e creare un nuovo
entusiasmo.

Tuttavia non tutti la pensiamo così. Ed ecco che in quasi tutte le
regioni ci alleeremo col PD, anche quando il PD si allea con l’UDC.
Così ci ritroviamo alle regionali alleati con l’UDC. E la forza
antisistema, anticapitalista e rivoluzionaria non esiste più. Esisterà
invece una bella falce e martello, lucidata per l’occasione, senza più
neanche il minimo significato, capace prima di votare la guerra e poi
di allearsi con i mafiosi. Esisteranno quelli che si definiscono
comunisti ma hanno pratiche democristane, con i loro pacchetti di
tessere e i loro pacchetti di voti, tutti i clienti dei loro
assessorati.

Non c’è scampo. Però c’è la conferenza nazionale dei Giovani
Comunisti, una tribuna democratica nella quale confrontarsi. Dove
possiamo dire delle cose molto chiare. Possiamo dire per esempio che la
tempistica dell’intervista di Ferrero o è da pazzi oppure è funzionale
a sdoganare gli accordi regionali con PD e UDC. Possiamo dire che è
scandalosa la nostra presenza in giunta in Calabria e Campania.
Possiamo dire che bisogna combattere lo squallido carrierismo presente
nella nostra organizzazione. Possiamo denunciare autocriticamente,
perchè tutti ne siamo coinvolti, la subalternità dei Giovani Comunisti
alla Segreteria Nazionale del Partito. Possiamo proporre di costruire
un’organizzazione giovanile capace di incalzare il Partito anche su
temi sensibili, capace di trovare il coraggio di urlare che il re è
nudo.

Oggi che il nostro Partito è in grossissima difficoltà ma la
sinistra è in riorganizzazione non possiamo stare in silenzio. Tante
sono le orecchie, lì fuori, che ci ascoltano. Alcune interessate, molte
schifate.

Credo fermamente che possiamo riuscire a costruire una organizzazione
giovanile capace di ricostruire un immaginario rivoluzionario, stare
dentro i movimenti, essere protagonista di tutte le lotte. Se resteremo
nel limbo del “riformismo radicale” non stupiamoci quando troveremo
compagni più entusiasti di Di Pietro e del PD che di un Comunismo privo
di ideali e disponibile ad ogni compromesso.

Ho contribuito a scrivere il documento 1 della conferenza dei GC e
sono d’accordo con ogni parola scritta nel documento della seconda
mozione in merito al CLN e alle elezioni regionali.

Propongo
di produrre ordini del giorno comuni sulla questione da approvare anche
alla conferenza nazionale. Proprio perchè dobbiamo essere unitari.

Buona Conferenza a tutte e tutti.

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