Unità, radicamento, conflitto

Unità, radicamento, conflitto. Dietro queste tre parole, è iniziata ieri a Pomezia, alle porte di Roma, la IV conferenza nazionale dei Giovani Comunisti. Circa trecento giovanissimi, tra delegati, invitati ed ospiti, provenienti da tutta Italia si sono ritrovati dopo due mesi in cui si sono svolte 150 conferenze alle quali hanno partecipato oltre tremila iscritti. Numeri importanti, che dimostrano come l’organizzazione giovanile del Partito della Rifondazione Comunista ha, in questi ultimi mesi pur contraddistinti dalla crisi, politica ed economica, e, come ha spiegato il presidente dei lavori della conferenza, Danilo Borrelli, «dall’ennesima, sbagliata scissione», aumentato il suo radicamento nei territori.

Ad aprire la tre giorni della conferenza nazionale, ieri pomeriggio, in ritardo sui programmi a causa dello sciopero dei trasporti che ha paralizzato Roma, è stato un emozionante intervento di Emanuele, ragazzo del comitato aquilano 3e32, reduce dal No Bertolaso Day di giovedì. Tra gli applausi, Emanuele ha ricordato il senso e il valore della campagna post-sisma “cento per cento”. Cento per cento ricostruzione, partecipazione, trasparenza. «Tutti concetti colpevolmente dal Governo. E dopo l’inchiesta sul Bertolaso e soci abbiamo scoperto perché». Al centro dell’attenzione della giovanissima platea, con un’età media visibilmente più bassa delle altre tre conferenze, le capacità di resistenza dei loro coetanei abruzzesi, al cui fianco le Brigate della Solidarietà ed Epicentro Solidale hanno avuto un ruolo fondamentale.
Quindi la parola è passata agli “esterni”, invitati per salutare la quarta conferenza. Esterni, però, per modo di dire. Tutti gli interventi che si sono susseguiti, infatti, hanno fatto esplicito riferimento all’importanza dei tre principi dietro i quali si sta muovendo la tre giorni: unità, radicamento, conflitto. E se dalle organizzazione della Federazione dei Giovani Comunisti Italiani l’attenzione, viste le comuni e quotidiane pratiche di radicamento e conflitto confluite nella Federazione della Sinistra, è stato posto l’accento sulla conseguente “unità”, dall’organizzazione giovanile dell’Italia dei Valori è arrivato l’impulso a iniziare un cammino comune su alcune battaglie, in primis quella per restituire un volto democratico al nostro paese. Molto applaudito è stato poi l’intervento dei giovani di Sinistra Critica che, pur mostrando le differenze politiche attuali tra le due forze politiche di riferimento, ha mostrato come un percorso comune verso una vera alternativa politica all’attuale centrosinistra è non solo auspicabile, ma doveroso e possibile.
La discussione si è poi spostata sul futuro, con al centro i saperi, la scuola e l’università: prima l’unione degli studenti, quindi l’Unione degli Universitari, il coordinamento universitario Link e il Coordinamento dei Collettivi, partendo dall’analisi di ciò che ha rappresentato l’esperienza dell’Onda, ha rilanciato la necessità di una mobilitazione comune.
È necessario un ribaltamento, un’alternativa, una nuova Politica. È qui che i due documenti presentati ieri, “Giovani comuniste/i: una generazione di sogni, conflitti e rivoluzioni”, che ha ottenuto il 75,5% dei consensi, e “Lottare,occupare,resistere” che ha conseguito il 25,5%, hanno la loro base comune. Ma se il primo documento, presentato da tutte le componenti di maggioranza nel Prc, ha messo al centro della sua analisi la crisi «la cui uscita si sta prospettando a discapito dei lavoratori» ha spiegato il relatore Francesco D’Agresta «rivelandosi come una scusa per licenziamenti e distruzione dei diritti dei lavoratori», la base del secondo documento, presentato dalla componente Falcemartello è stata l’analisi di quanto accaduto all’interno del Prc negli ultimi mesi, «con una scissione perpetrata a danno dei Giovani Comunisti» ha spiegato Giovanni Savino «ma iniziata fin dalla terza conferenza dei Gc quando non si votò contro le spedizioni militari in Libano e Afganistan per “coerenza” con l’allora segretario, Fausto Bertinotti, che salutava le nostre truppe in partenza per le missioni con la spilletta della pace». Due documenti, due visioni diverse dell’attuale scenario politico che, però, guardano insieme ai Giovani comunisti come realtà interna alle lotte e ai conflitti. Tanti gli esempi: dall’Alcoa alla Merloni, dall’Alcatel alle lotte per il diritto all’abitare, all’istruzione, alle battaglie per la difesa dell’acqua pubblica, fino ad arrivare alla difesa dei diritti dei lavoratori e per un nuovo, vero welfare. Da una parte l’attenzione a una forte organizzazione, dall’altra la necessità di una politica veramente alternativa, più lontana dalla Bresso e più vicina ai No Tav. In entrambi i casi, dalla sala gremita dell’Hotel Selene piovono applausi mentre qualcuno intona “Bandiera rossa”.
Oggi alle 12 il segretario del Prc e portavoce della Federazione della Sinistra, Paolo Ferrero, porterà i suoi saluti alla conferenza nazionale dei Giovani Comunisti che si concluderà domenica con la votazione dei documenti politici e dei nuovi organismi dirigenti. Da lunedì si tornerà a lavorare e a lottare, ognuno sui propri territori.

DANIELE NALBONE

20/02/2010

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