Il 12 e 13 maggio in diversi atenei italiani si è votato per il rinnovo degli organismi di rappresentanza studentesca. L a nostra organizzazione è stata impegnata in questa tornata elettorale, attraverso tant* compagn* che da anni lavorano nell’università, per lo più nei collettivi studenteschi. Sono stati elett* molt* compagn*, soprattutto nei consigli di facoltà, in diverse facoltà e città.
In molti territori questo è stato il frutto della costruzione, da parte anche di nostr* compagn*, delle mobilitazioni, prodotte in questi anni, contro la Riforma Gelmini, e di una presenza reale nelle facoltà e nell’università: radicalità e radicamento, ovvero la costruzione del consenso attraverso il conflitto e la presenza nei luoghi della costruzione della soggettività studentesca.
Stessa cosa non è avvenuta per il rinnovo del CNSU, organismo che da tempo critichiamo per l’incidenza nulla che ha nelle decisioni riguardo alla legiferazione sull’università, che non ha avuto relazione alcuna con i movimenti degli ultimi anni, anzi, li ha spesso osteggiati, e che non ha prodotto, evidentemente, l’impegno dell’organizzazione delle/i Giovani Comuniste/i.
Alcuni nostri compagni candidati nelle liste dell’Udu, sindacato studentesco con cui non abbiamo mai avuto relazioni costanti, hanno raggiunto risultati che dimostrano il disimpegno della quasi totalità dell’organizzazione per queste elezioni. Non un rimprovero a loro, ovviamente, ma la dimostrazione che le/i Giovani Comuniste/i non credevano e non credono possibili cambiamenti reali attraverso quell’organo.
Nessun organismo dirigente della nostra organizzazione ha mai decretato formalmente l’ingresso di nostri candidati in quelle liste,ed anzi, il nostro coordinamento nazionale si era espresso per impegnare l’organizzazione a non votare per il rinnovo del CNSU. Ma questo adesso conta davvero poco, molto meno dell’unico insegnamento che possiamo trarre dall’esito di queste elezioni: non si possono costruire candidature a tavolino, e i risultati si ottengono con conflitto e radicamento, come dimostrano i territori e le facoltà in cui abbiamo eletto rappresentanti della nostra organizzazione, ma anche e soprattutto parte attiva dei movimenti e dei collettivi nei loro luoghi di “lavoro e di lotta”.
Si possono portare ad esempio i risultati ottenuti dalle liste di sinistra radicale, con nostr* compagn* dentro, nelle Università di Palermo, dove eleggiamo in 3 facoltà, e di Catania, dove eleggiamo in diverse facoltà ed otteniamo un risultato incredibile al Senato accademico, superando i 1000 voti, con una lista dal nome esplicitamente di sinistra : Resistenza d’Ateneo-NoGelmini. O per finire Bari, dove le compagne e i compagni, dei collettivi e delle/i GC, hanno lavorato alla costruzione di una grande mobilitazione, culminata con l’occupazione di quasi tutte le facoltà nelle stesse settimane, dato che non si votava per rinnovi di organismi territoriali.
I risultati dunque di queste elezioni ci dimostrano con chiarezza la possibilità enorme che ancora abbiamo di riuscire a riconnetterci con il movimento studentesco, senza ingabbiarci in alleanze che non producono risultati positivi né sul piano del consenso né tantomeno su quello della mobilitazione.
ANNA BELLIGERO – Portavoce nazionale Giovani Comuniste/i
FRANCESCO BELLINA – Coordinatore Giovani Comuniste/i Trapani
MARCO GIORDANO – Coordinatore Giovani Comuniste/i Palermo
MATTEO IANNITTI – Coordinatore Giovani Comuniste/i Catania
3 Giugno 2010