Un’aula affollata quella dell’istituto Regina Margherita di Torino dove, questo pomeriggio, si sono riuniti in assemblea RSU gli insegnanti di più di una ventina di scuole della provincia, tra superiori, medie e primarie.
La nuova Finanziaria varata dal governo, infatti, sembra completare la già devastante riforma Gelmini, in un quadro sempre più drammatico di attacco all’istruzione pubblica. Se la riforma Gelmini, che nulla ha di pedagogico, creerà un buco di 45000 dipendenti, taglierà le gambe al tempo scuola e, alla faccia della solidarietà sociale, ridurrà drasticamente il numero degli insegnanti di sostegno, la manovra della Finanziaria ha l’intento di colpire ancora più nettamente i lavoratori statali: niente aumenti contrattuali, stipendi e scatti di anzianità congelati per tre anni, assunzioni bloccate nel pubblico impiego, aumento dell’età pensionabile e trasferimenti diminuiti agli enti locali.
I docenti, insomma, sono decisi a denunciare che “ a pagare la crisi saranno i lavoratori dipendenti e i pensionati”, come si legge dal Documento dell’Assemblea ‘per la scuola pubblica’ dell’istituto Regina Margherita. La mobilitazione sta cercando, ora, di porsi alcune modalità di lotta comuni che riescano a condensare nelle pratiche la protesta che, a macchia di leopardo, sta scuotendo in tutto il Paese la classe dei docenti. Per questo l’azione dei prossimi giorni si concentrerà su alcuni punti fondamentali: il blocco delle adozioni dei libri di testo, l’apertura alle realtà territoriali (quali i quartieri, le famiglie e gli studenti tramite lettere, comunicati e assemblee) e il blocco degli scrutini durante le due giornate di sciopero previste per il 14 e 15 giugno. In molte scuole della provincia, inoltre, sono già nate Casse di Resistenza per i futuri organici ‘in esubero’ e durante gli ultimi giorni di scuola alcuni istituti verranno occupati. L’ultima riforma dell’istruzione, infatti, ha lasciato il mondo della scuola nel caos.
La fumosa trasformazione ipotizzata degli indirizzi formativi e dei programmi, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo anno, lascia trasparire il vero e unico obbiettivo delle politiche governative: il taglio indiscriminato alla spesa pubblica. E mentre il Presidente della Regione Cota annuncia nuove risorse per le scuole private, gli indirizzi tecnici e professionali vanno incontro ad un tracollo inevitabile.
I Giovani Comunisti 2.0 mandano un messaggio di solidarietà ai lavoratori della scuola in lotta, convinti che i tagli alla spesa pubblica siano parte di un processo molto più ampio che sta travolgendo le classi più disagiate.
GC Torino 2.0
10 Giugno 2010