di Luca Fiori Sintetizzo i punti salienti; per i GD di Rimini in questo momento a Pomigliano e in genere nel mondo succede questo:
– la proposta d’accordo presentata da Marchionne ai lavoratori di Pomigliano non viola leggi e non viola la Costituzione;
– stante questo, l’unico motivo valido per gli operai di Pomigliano sarebbe la presenza di una offerta migliore “cogliendo così l’opportunità positiva offerta loro dalla globalizzazione “;
– il sistema sindacale italiano, qualora non si trovi un accordo tra i sindacati stessi, è paralizzante;
– “il sistema italiano attuale di relazioni industriali è ancora oggi troppo chiuso ai piani industriali innovativi, perché troppo saldamente fondato sul divieto di deroga da parte della contrattazione aziendale al contratto collettivo nazionale “;
– si dovrebbe spostare il confine tra “diritti non negoziabili” e “condizioni di lavoro”;
– nessuno vuole investire a Pomigliano perchè ci sono “punte anomale di assenteismo”, sanabili grazie ad un ripensamento della titolarità del diritto di sciopero;
– la globalizzazione ha sì messo in difficoltà i lavoratori dei paesi più sviluppati le cui aziende vanno ad investire in paesi in via di svluppo, ma ha anche ampliato su scala planetaria il bacino imprenditoriale disposto ad investire in Italia.
A questa prima parte dell’intervento, diciamo “illustrativa”, cerco di rispondere brevemente perchè il meglio viene nelle soluzioni proposte dai GD di Rimini.
Per quanto riguarda la legalità dell’accordo proposto da Marchionne ai lavoratori di Pomigliano mi permetto di citare l’opinione di Piergiovanni Alleva, docente di diritto del lavoro all’Università Politecnica delle Marche che in un’intervista comparsa su Liberazione il 16/06/10 afferma che “Diciamo che è sicuro che la giurisprudenza dice che il diritto di sciopero è un diritto individuale seppur a indirizzo collettivo. I lavoratori scioperano non perché lo dicono i sindacati, ma perché è una decisione loro e quindi non possono essere rimproverati o sanzionati. Se il diritto di sciopero non fosse individuale non potrebbero esistere gli scioperi politici o quelli di solidarietà.Pretendere che i lavoratori firmino una clausola di pace che li investa direttamente è un’assoluta novità. Diciamo che lo sciopero è più vicino a un diritto di espressione. Per questo motivo, se si volesse dire che una volta che questo accordo sia stato stipulato solo con alcuni ma venisse applicato, con tanto di sanzioni, anche ai lavoratori non iscritti al sindacato o iscritti alla Fiom, ecco, saremmo di fronte ad una incostituzionalità massima”. Trovo a questo punto superfluo procedere oltre nell’analisi dei punti dell’accordo che prevedono la facoltà dell’Azienda di non pagare indennità di malattia qualora si superino le medie di giorni d’assenza dal lavoro.ù
Vorrei poi ricordare ai Giovani Democratici di Rimini che il sistema sindacale italiano nasce da un’idea, sancita dalla Costituzione, dell’utilità ai fini sociali dell’iniziativa privata, che deve sì essere tutelata, ma che non può prescindere da un fine di miglioramento sociale esteso alla totalità dei cittadini. Ora, io posso capire come questo a Ichino possa suonare blasfemo, ma per fortuna la nostra carta Costituzionale è stata scritta in tempi intelligentemente più felici di quelli attuali, tempi in cui la globalizzazione ci offre “opportunità positive”, a vostro giudizio. Se l’opportunità positiva che mi offre la globalizzazione è accettare una riduzione vistosa nei miei diritti umani e di lavoratore, salariali e politici, in cambio di un posto di lavoro, credo che non sia un bel mondo, questo, e credo che nessuno di voi abbia mai pensato di avere una famiglia da mantenere con 800 – 1000 € al mese. Ringraziare Marchionne perchè mi elemosina un pasto caldo obbligandomi a tacere e a trasformarmi in bestia da soma mi pare davvero eccessivo.
Che soluzioni propongono i GD di Rimini per risolvere la questione Pomigliano, ma anche per risolvere tutte le situazione che grazie a Pomigliano sorgeranno in futuro?
L’innovazione!
La panacea zoppa del PD che risolve i problemi del mondo, che meraviglia.
Innoviamo, basta con questi tristi operai assenteisti che gravano sui colleghi con la loro pigrizia “messicana”, basta con questi contratti nazionali che costringono il sig. Marchionne e altri come lui
ad andare a delocalizzare in Polonia, Romania, Serbia, Brasile, ecc.ecc., basta con questi lavoratori troppo attaccari ai propri diritti che si trasformano così in “reazionari, conservatori, non più progressisti.” Basta con questo obsoleto Statuto dei Lavoratori che ha francamente rotto un po’ i coglioni con tutte quelle tutele verso quei poveracci che non ringraziano neppure il signor padrone.
Basta! Innoviamo, per dio!
Secondo il sig. “paterinho” allora il partito democratico deve impegnarsi per “innovare lo statuto dei lavoratori e far si che in un caso come quello di Pomigliano si possa derogare al contratto nazionale”.
Ora io mi chiedo dove stia andando il partito democratico e dove stia andando la sua organizzazione giovanile. L’innovazione di cui parlano in questo aberrante articolo non è innovazione, nè minimamente la si può paragonare a qualsiasi forma di progressismo; è semplicemente un ritorno all’Ottocento, una regressione bicentenaria della condizione sociale dell’uomo e del lavoratore.
Se l’intenzione del Partito Democratico è quello di creare una nuova destra liberista in Italia, devo ammettere che le basi ci sono tutte, e devo ammettere che hanno pure qualche buona chance di successo, ma che lo ammettano, a loro stessi, ai loro elettori e ai loro tesserati (alcuni dei quali continuano ingenuamente a chiamarsi “compagni” – tristi reazionari di un’ideologia dismessa – cosa che fa infuriare le giovani leve).
Io continuo a credere che questo mondo non sia un bel mondo, credo che le diseguaglianze e le contraddizioni del capitalismo si palesino ogni giorno di più, credo che sia regredendo nel progresso dei diritti che si possa costruire una società migliore.
Forse sono io fuori dal mondo, ma mi piacerebbe che qualcuno di questi giovani, che tra vent’anni saranno i nostri amministratori, avesse la decenza di tacere, a volte.
LUCA FIORI
Giovani Comunisti Rimini
24 Giugno 2010