Il mondo dei saperi e del lavoro sono i due terreni sui quali si è scatenata, in particolare nell’ultimo anno, l’offensiva poderosa del Governo e di Confindustria. Non sempre, purtroppo, le mobilitazioni del mondo del lavoro e dei saperi si sono intrecciate e non sempre si è costruito un fronte comune di resistenza. Quest’autunno, come mai negli ultimi anni, ci sono le condizioni per costruire un reale movimento di massa, che unisca studenti, lavoratori della conoscenza, precari, docenti, operai, con l’obiettivo di mandare a casa il Governo di Berlusconi, Gelmini e Marchionne.
Dentro questo quadro, dobbiamo mettere in campo il massimo sforzo per unire i focolai di lotta che si stanno aprendo in tutto il Paese: è necessario, dunque, che le due date centrali della mobilitazione di ottobre, l’8 ottobre degli studenti ed il 16 ottobre dei metalmeccanici, si parlino, costruiscano un sentire ed un agire comune. In particolare, il percorso verso la mobilitazione dell’8 ottobre lanciata dal movimento studentesco si sta concretizzando in ogni territorio.
Crediamo, in vista delle assemblee delle realtà locali, sia necessario affermare un punto di vista preciso e condiviso all’interno del percorso di lotte di questo difficile e impegnativo autunno: per questo, dove è possibile, è bene mettere al centro della nostra proposta politica, questi punti:
- reintegro dei lavoratori della scuola precari licenziati dalla Gelmini;
- introduzione dell’obbligo scolastico a 18 anni senza che questo sia sostituito da forme, mascherate o palesi, di avviamento professionale;
- introduzione di un welfare studentesco che lo renda possibile;
- sussidio per ogni studente appartenente ad un nucleo famigliare con reddito basso per combattere la dispersione scolastica;
- gratuità del materiale scolastico;
- rafforzamento dell’incisività, sulle decisioni interne agli istituti scolastici, degli organi di rappresentanza studentesca;
- un piano straordinario per l’edilizia scolastica, con risorse da reperire tra la spesa in armamenti e l’evasione fiscale;
- creazione di più mense e case dello studente, così come una serie di servizi, dai trasporti ai luoghi di studio, che mettano al centro lo studente;
- aumento della spesa pubblica sui saperi almeno al 5,6% (media UE);
- lotta concreta alle baronie e abolizione del perverso sistema dei crediti.
La nostra battaglia non può essere solo di retroguardia, in difesa dell’assetto dei saperi precedente agli interventi distruttivi della Gelmini, ma deve avere l’ambizione di costruire un’idea di scuola e più in generale di saperi radicalmente diversa dall’attuale: un sistema dei saperi che non sia più funzionale alle esigenze del mercato, ma che torni saldamente in mano pubblica e non sia terreno di macellerie sociali.
L’ 8 ottobre dovrà essere la data di nascita di un grande movimento di protesta e di costruzione di un’alternativa generazionale, dove queste nostre idee per una società diversa siano presenti come elemento nuovo e dirompente. L’ impegno dovrà essere massimo sin da ora.
GIOVANI COMUNISTE/I
FGCI