La destra mistifica e vede armi ovunque

di Simone Oggionni e Anna Belligero

Non sono bastate le provocazioni del ministro La Russa che, memore del suo passato (nel 1973 partecipò, da segretario lombardo del Fronte della Gioventù, alla manifestazione non autorizzata dell’Msi nel corso della quale venne ucciso l’agente di polizia Antonio Marino), ha zittito, aggredito e minacciato nel corso di una trasmissione televisiva uno studente colpevole di criticare la riforma Gelmini.

Non sono bastate le dichiarazioni di Maurizio Gasparri, il quale ha evocato un nuovo 7 aprile 1979, e cioè – per l’oggi – l’arresto preventivo dei referenti del movimento studentesco. Un fatto gravissimo, da Stato di polizia, inaccettabile per qualunque società democratica.

Non sono bastati nemmeno gli annunci del ministro dell’Interno Maroni, che ha proposto – con il plauso di Alemanno e di molti altri – di estendere il Daspo (già di per sé anticostituzionale) alle manifestazioni di piazza.

Questi signori del Governo che oggi lanciano allarmi dissennati hanno sulla coscienza la mattanza di Genova nel 2001. Se lo ricordino prima di parlare.

Mancava soltanto il direttore del Tempo Mario Sechi. Puntualmente, come un orologio svizzero, è arrivato questa mattina il suo editoriale (dal titolo: La peggio gioventù). Invitiamo tutti a leggerlo, perché è profondamente istruttivo e rappresenta plasticamente il grado di violenza e di fascismo a cui la destra governativa è arrivata. Sechi invoca “la linea dura”, perché siamo di fronte ad una «piazza sbavante di giovani che imbracciano spranghe e tirano sampietrini», ad una folla di giovani «con la testa vuota ma le mani armate», «sballati che ballano la danza della morte».

L’editoriale è pubblicato in prima di fianco alla riproduzione, a tutta pagina, di un volantino dei Giovani Comunisti. Un volantino come tanti, con un testo contro la riforma Gelmini e come immagine una ragazza sorridente con zaino in spalla e maglietta con una bella stella rossa sul petto.

Che cosa afferma il fantasioso Sechi, dopo aver espresso la sua condivisione rispetto alle dichiarazioni di Gasparri? Che «la giovinetta sorridente sotto l’ascella cela una pistola».

È pura calunnia. Chiunque può verificare che si tratta esclusivamente della cinghia dello zainetto. La fibbia si vede a destra e non a sinistra soltanto perché a destra il braccio è leggermente discosto.

Chi vede una pistola che non esiste (non potrebbe esserci, a maggior ragione se si considerano le dimensioni: si tratterebbe di una pistola inverosimile con una canna lunghissima) è soltanto smanioso di trovare argomenti per sostenere la posizione repressiva, violenta e antidemocratica del governo.

Questi sono i fatti, come sono fatti i nostri giudizi netti su ciò che è avvenuto in piazza a Roma il 14 dicembre: dal corteo imponente e pacifico agli scontri provocati dalla polizia a singoli gesti, scellerati e isolati, da parte di persone estranee ai percorsi del movimento studentesco.

Siamo pronti a difendere la nostra organizzazione dalla calunnia di chi non trova per sé altro ruolo da quello di tamburino del governo.

Ed è surreale doverlo fare, perché le nostre compagne e i nostri compagni, come è noto, sono parte in tutta Italia del vero movimento contro la Riforma e contro il Governo e la sua violenza. Il movimento che per mesi ha utilizzato tutti gli strumenti a sua disposizione per dire forte il suo “no” alla negazione del proprio futuro. E se occupare scuole, tetti, strade, binari è violento, allora sì, siamo violenti anche noi. Noi andremo avanti, perché sappiamo che il Paese ha già capito e sa riconoscere per quello che sono questi bassi e modesti colpi di coda di un Governo ormai al capolinea.

SIMONE OGGIONNI e ANNA BELLIGERO

a nome dell’organizzazione nazionale dei Giovani ComunistI/E

20 Dicembre 2010

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookies necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookies policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookies, consulta la cookies policy. Cliccando sul pulsante "Accetto" acconsenti all’uso dei cookies.