dal Corriere dell’Irpinia, 11 Febbraio 2011
Era stato annunciato come il primo tassello di un confronto aperto alle diverse forze politiche su una tragedia, come quella della Foibe, da sempre oggetto di polemiche e scontri ideologici. Invece, l’incontro ha lasciato spazio allo “scontro”, a conferma della difficoltà di superare le divergenze che esistono tra differenti formazioni politiche sulla rilettura del passato del paese. E’ bastata un’azione goliardica di un gruppo di giovani antifascisti, come hanno voluto definirsi, dei lucchetti sistemati davanti ai cancelli del centro sociale, a innescare tensioni con i gruppi di destra, gli esponenti di Generazione Futuro Avellino (movimento giovanile di Fli) riuniti al Della Porta per riflettere sulla tragedia degli italiani infoibati con una video-conferenza. A tal punto da rendere necessario l’intervento della polizia. «Avevamo rifiutato – spiega Roberto De Filippis dei Giovani Comunisti, tra gli artefici dell’azione – l’invito di Generazione Futuro Avellino a partecipare al confronto, poichè sapevamo che sarebbero stati presenti anche giovani di Casa Pound, gruppi di estrema destra con la quale riteniamo non sia possibile alcun dialogo. Volevamo però far sentire in qualche modo la nostra voce, così abbiamo pensato di affiancare ad un’azione di volantinaggio anche l’affissione di uno striscione “Chiusi nel Novecento” e dei catenacci per rendere meglio il senso del nostro messaggio.
E’ stata una goliardia, una provocazione, non volevamo certo impedire lo svolgimento della manifestazione che, tra l’altro, era già in corso. Volevamo solo sottolineare come il modo di guardare al passato di alcuni gruppi di destra, il loro revisionismo sia oggi più che mai fuori luogo e un chiaro attacco all’antifascismo e alla Resistenza. Il paese i conti con il nazifascismo li ha fatti da tempo mentre c’è chi non sembra essersene accorto. Invece, ci hanno impedito di affiggere lo striscione e hanno chiamato la polizia, accusandoci finanche di sequestro di persona. Roba da non credere».
A parlare di un chiaro attacco alla libertà personale Paolo Paradiso di Generazione Futuro Avellino «Quest’azione è la conferma dell’incapacità dei Giovani Comunisti di dialogare con chi non la pensa come loro, quello che dovrebbe essere il presupposto di qualsiasi democrazia, di cui si dicono così rispettosi. Mettendo quelle catene davanti ai cancelli ci hanno impedito di tenere il nostro incontro, dimostrando di non rispettare la libertà altrui. Li avevamo invitati a partecipare al nostro incontro ma hanno declinato l’invito, rispondendo in questo modo. Altro che azione goliardica, ecco perchè abbiamo chiamato la polizia». Amareggiato anche il consigliere comunale di Atripalda Antonio Prezioso: «Pensavamo che i giovani della provincia avessero raggiunto la sufficiente maturità politica per un confronto di voci politiche differenti su una questione come quella delle Foibe.
Mentre questo episodio dimostra chiaramente che non è così. L’impressione è che l’azione di questi gruppi appaia oggi più che mai anacronistica». Parole dure arrivano anche da Marco Galluccio di Casa Pound «E’ vergognoso che nel 2011 non si possa tenere un incontro per ricordare la memoria di italiani uccisi nelle foibe». Quindi punta l’indice contro i responsabili dell’azione «Questa è la loro democrazia, in cui uno sparuto gruppo di persone minaccia il regolare svolgimento di una manifestazione, che avrebbe messo finalmente a confronto esponenti di diverse fazioni politiche».