Affrontare la vita a muso duro

di Andrea Bianchi

Affronterò la vita a muso duro, dice la stupenda canzone del compagno Pierangelo Bertoli – che già trent’anni fa aveva capito bene l’evoluzione della politica in Italia. Un Paese che, sia a destra che a sinistra (tra nostri pseudo interlocutori), vede il comunismo e i comunisti come il male assoluto. Carnefici assassini di milioni di morti nei gulag staliniani e spietati mangiatori di bambini. Senza però ricordare che se non avessimo avuto l’aiuto dell’Unione Sovietica, e degli altri alleati, forse oggi in Europa ci sarebbe ancora il nazifascismo. Di recente, un’avanguardia intellettuale del PDL della mia città (Civitavecchia) ha affermato che “i comunisti hanno regalato il paese ai russi”. Ah sì, quando sarebbe successo? Forse solo io non lo sapevo.

Ecco, questi sono i risultati di anni di vere e proprie diffamazioni. Senza ricordare l’importanza del Partito Comunista Italiano nella lotta di Liberazione, nella nascita della Repubblica italiana e nella stesura della Costituzione. E ancora: nelle lotte degli operai e in quelle per i diritti civili, per la libertà e per l’uguaglianza, a difesa dei più deboli e degli emarginati. Tutto questo è stato dimenticato e del comunismo rimangono solo le infamie e le calunnie. Troppo spesso sento dire che il “sistema partito” ormai è finito, che dobbiamo aprirci alla società civile (in Italia?) e che dobbiamo puntare sulle personalità carismatiche (per poi cucir loro addosso un bel programma, che tanto poi verrà disatteso).

Ormai gli ideali non esistono più, ci sono solo le persone. Invece, oggi più che mai, con la crisi che incombe, si dovrebbe fare la quadra su un programma da applicare concretamente e solo in seguito scegliere chi possa rappresentarlo. Ciò, oltre ad essere una prerogativa comunista, sarebbe anche un fattore di onestà, trasparenza e democrazia. Oggigiorno, con finto buonismo democratico, si decanta tanto la “partecipazione”, poi, in realtà, far sì che tutte le decisioni vengano prese da coloro i quali stanno in organismi di amministrazione. Sempre più spesso della Politica si apprendono solo i vizi peggiori.

Un tempo, nel PCI, un membro “amministrativo” (consigliere comunale, assessore, ecc.) era la cosiddetta “testa d’ariete” dell’organo direttivo del Circolo. Il Circolo decideva la linea politica da percorrere. Questa era effettiva democrazia. Non come adesso che le priorità (chiamarle “politica” e “programmi” sarebbe troppo) le danno gli eletti.

Ma noi comunisti ormai “che parliamo a fare?”. Agli occhi dei più siamo i mangia bambini, gli stalinisti, il Kgb, la stasi. In pratica, la rappresentazione del male assoluto. Per abbattere Berlusconi dobbiamo “ingoiare qualche rospo” e fare l’alleanza democratica, o così dicono in molti. Come se di rospi non ne avessimo ingoiati già abbastanza. Per tanti compagni l’essere identificato come “uno dei rossi” ha rappresentato anche un danno: chi ha perso il lavoro o chi se l’è visto negato. Ciononostante possiamo dire di poter camminare per strada fieri e a testa alta, perché non ci siamo piegati dinanzi a nessuno, ignorando le lusinghe ghiotte del politico di turno e, quindi, non divenendo servi del potere. Se questo, secondo alcuni, vuol dire essere “anacronisti e isolazionisti”, beh allora lo siamo.

È ora di dire basta e di proseguire sulla nostra strada, rilanciando il nostro partito con la militanza e la presenza nei territori e nelle vertenze, cercando di salvare il nostro quotidiano Liberazione (nonché la nostra quotidiana liberazione), attuando il più possibile pratiche di mutua assistenza (come i gruppi d’acquisto popolare), cercando di mantenere vivi e funzionali i circoli e magari di aprirne di nuovi.

Siamo entrati in un nuovo lungo ciclo politico, siamo a pezzi e per questo dovremmo compattarci e cercare un’unità vera con tutte le forze comuniste. I tempi sono bui, e lo vediamo tutti, ma bisogna resistere perché, prima o poi, il nostro duro lavoro verrà riconosciuto; perché se nel nostro Paese venisse a mancare una forza importante come quella comunista sarebbe una sconfitta epocale per tutti, non solo per noi.

ANDREA BIANCHI
GC federazione di Civitavecchia

2 Marzo 2011

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