La giornata internazionale contro lesbo-omofobia-transfobia, assume quest’anno un significato particolare: il 17 maggio è diventato ormai per noi giovani comuniste/i, così come per tutto il movimento LGBTQI*, un giorno fondamentale, in cui ognuna/o di noi, si ferma almeno un attimo a pensare cosa significhi oggi essere lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali, in questa italietta che trasuda machismo e sessuofobia da tutti i pori.
In tante/i in queste ore saremo impegnate/i in iniziative per diffondere la conoscenza e i significati di questa giornata promossa tardivamente nel 2007 dall’Unione europea, mentre non passa giorno che i nostri governanti di turno (con una preoccupante continuità e trasversalità tra governi di centro-destra e centro-sinistra), non ci ricordino quanto è lontano il nostro paese dall’essere un luogo accogliente, inclusivo e sicuro per le persone LGBTQI, così come non lo è per i diversamenti abili, le donne, i migranti e tutte le minoranze sociali, a maggiore rischio di discriminazione, esclusione e violenza psico-fisica quotidiana.
L’ultimissima uscita di Giovanardi, ministro con delega alle politiche familiari, che dopo il caso Ikea si è scagliato contro un videogioco che contempla anche le famiglie formate da coppie gay, è l’ennesima riprova di quanto questo governo, a partire dal premier Berlusconi, oltre ad essere ossessionato dall’affettività e sessualità altrui, utilizza il tema del riconoscimento di diritti civili, in maniera del tutto strumentale, cavalcando ansie e paure del popolo italiano, dovute in prevalenza ad una crisi economico-sociale che perdura, creando ad hoc un caprio espiatorio di turno, offendendo e umiliando ogni giorno la dignità di milioni di persone LGBTQI, cittadine/i di questo Stato, aventi stessi doveri ma minori diritti.
L’Italia, infatti, è rimasto l’unico paese europeo insieme alla Grecia a non avere una legge contro la lesbo-omo-transfobia e alcun riconoscimento pubblico per le coppie di fatto, ne etero ne omosessuali, dopo che la proposta di legge Concia è stata affossata in parlamento, per un’assurda e pretestuosa illegittimità costituzionale, nell’ottobre del 2009, nonostante un mese di mobilitazione in tutto il paese, a seguito di un’estate di aggressioni e raid contro persone, luoghi di aggregazioni e sedi di associazioni LGBTQI.
In questi ultimo anno purtroppo, quello che si è potuto constatare, è stato il quasi totale disinteresse dell’opposizione presente in parlamento a portare avanti questa sacrosanta battaglia di civiltà: per questo è ancora più pesante l’assenza nelle rappresentanze parlamentari delle sinistre e in particolare di Rifondazione Comunista, che negli anni scorsi, sia al governo che all’opposizione, è stata capofila di questa come di altre battaglie, mostrando chiaramente l’attualità di un progetto, quello della rifondazione comunista appunto, più che mai attuale perchè capace di cogliere l’importanza di nuove istanze di cambiamento e liberazione come quelle rivendicate dal movimento LGBTQI.
Allora perchè questa giornata assume quest’anno un significato particolare? Innanzitutto perchè è notizia recente che in parlamento è stato calendarizzata nuovamente la legge contro la lesbo-omo-transfobia, e in questo periodo sarà importante essere pronte/i per una nuova mobilitazione che abbia il punto più alto nella manifestazione dell’Euro Pride di Roma di sabato 11 giugno, al quale dovremo essere presenti tutte/i in massa.
L’altra motivazione è che, se a breve bisognerà pensare a stabilire alcuni punti fondamentali per una proposta alternativa al berlusconismo, alle destre e al neonato terzo polo, non si potrà prescindere dal considerare anche i diritti delle persone LGBTQI, una priorità nei punti di accordo con le forze di centro-sinistra e di opposizione sociale. La partita politica non è per niente scontata, anzi è difficilissima, perchè il tema dei diritti LGBTQI continua ad essere considerati “impopolare” e “perdente”, nonostante riguardi milioni di cittadini che pagano le stesse tasse dei cittadini eterosessuali, e troppo difficile da far digerire alle gerarchie vaticane ancora influenti nell’agenda politica del paese.
Questa questione riguarda anche noi, anche la Federazione della Sinistra che a mio parere è stata fino ad ora poco presente su queste tematiche (al congresso fondativo non se ne è praticamente parlato), in particolare le e i Giovani Comuniste/i, che insieme alle compagne e ai compagni della FGCI, devono continuare sulla strada del campeggio degli ultimi due anni e della costruzione del nuovo soggetto generazionale unitario, superando anche le ultime reticenze, nel considerare il tema dei diritti LGBTQI, una battaglia politica prioritaria, da portare avanti senza se e senza ma, a fianco del movimento LGBTQI italiano e internazionale. Oggi però non è il giorno delle polemiche ne delle recriminazioni, non c’è tempo, perchè è troppo importante essere parte di questo movimento di liberazione, soprattutto per quei giovani che non ce l’hanno fatta e per chi ancora oggi non può.
LORENZO LUPOLI
attivista LGBTQI e giovane comunista
17 Maggio 2011
LGBTQI*= acronimo che, per i più refrattari, sta per lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali. Una lista destinata forse ad allungarsi, tanto da utilizzare un asterisco che prevede l’inclusione di tutte le differenze, con buona pace di chi non vuole proprio cimentarsi nella conoscenza delle altrui identità.