Dalle urne al futuro: i Giovani Comunisti ci sono e ci saranno

di Simone Oggionni

Abbiamo finalmente la possibilità di esprimere giudizi che ci sintonizzano con il dibattito politico pubblico e il sentire comune della nostra gente. Concetti molto semplici ma molto chiari.

Il primo: vincono, da Milano a Napoli, i candidati della sinistra. Il centrosinistra è credibile, forte e vincente quando mette in campo candidati marcatamente di sinistra, che incarnano la discontinuità e il cambiamento. Sottolineo in particolare il risultato di Milano e di Giuliano Pisapia, anche per il ruolo paradigmatico che Milano ricopre da sempre nella vita economica e sociale, non solo in quella politica, del Paese.

Il secondo giudizio: qualsiasi dato noi analizziamo (il risultato dei Comuni capoluogo o quello delle provinciali) siamo in presenza di uno spazio politico a sinistra del Pd del 10% e anche di più.

Dentro questo risultato, guardiamo a noi e ai dati macroscopici, veri al di là delle eccezioni.

  1. Il partito viene premiato quando esprime un profilo unitario e cioè quando dà vita a coalizioni di centrosinistra o di sinistra e più precisamente dove emerge il nostro contributo programmatico e un nostro profilo di radicalità dentro una coalizione o una alleanza che trasmette all’elettorato l’idea di poter vincere.
  2. Al contrario, la condizione di isolamento (anche quando è subìto e non è ricercato) semplicemente ci uccide. Esce sconfitta in particolare da queste elezioni l’idea minoritaria dell’autosufficienza, della contrapposizione senza mediazioni con il complesso del sistema politico. In altri termini, l’idea che Rifondazione si rafforza nella ricerca esclusiva di alleanze alla nostra sinistra. Questa tesi esce sconfitta.
  3. Lo dicevo prima: esiste uno spazio politico alla sinistra del Pd molto significativo. Fatta eccezione per le liste di Grillo (che è davvero un fenomeno sui generis), questo spazio è composto sostanzialmente dalla Federazione della Sinistra e da Sel. Con Sel che raggiunge un risultato molto buono ma molto al di sotto delle aspettative, dei sondaggi e del pompaggio mediatico, e con la Fds che ottiene un risultato che ci consente – come ha detto Ferrero – di “tornare a fare politica”, di tornare a respirare.

Un risultato con diverse luci e qualche ombra che va analizzata, separando rigorosamente quelle che hanno un valore strategico che dobbiamo saper leggere e quelle che invece affondano le radici prevalentemente in errori e limiti territoriali purtroppo sedimentati negli anni.

Ad ogni modo, c’è uno spazio del 10%. In queste circostanze (a noi favorevoli) va rilanciata l’offensiva unitaria, in una condizione di pari dignità, abbandonando e lavorando perché altri abbandonino reciproche presunzioni di autosufficienza.

Infine, fatemi dire che c’è un dato che possiamo giudicare senza alcuna cautela, ed è straordinario. È il lavoro di militanza messo in campo da migliaia di compagni per tante settimane, non soltanto gratuito, ma pagando di tasca propria in termini economici, di tempo, di energie. Dentro questo lavoro straordinario c’è il lavoro dei giovani.

Spesso anche noi parliamo dei giovani soltanto per dire che sono disaffezionati alla politica o che, quando votano, si fanno abbindolare dal populismo di Grillo. Voglio invece ringraziare quelle centinaia di giovani, compagne e compagni, che hanno lavorato pancia a terra per portare voti alle nostre liste e che, quando sono stati candidati, hanno raggiunto risultati importanti, dal più piccolo comune alla città più grande. È il segno più tangibile che il partito e la Federazione della Sinistra hanno un futuro.

SIMONE OGGIONNI

Portavoce nazionale Giovani Comuniste/i

20 Maggio 2011

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