“Di quanto ci accontentiamo?”, “io metto la firma sul 2,5%”, “De Magistris? Tutto ciò che prende sopra al 15% è una vittoria, il ballottaggio è utopia”.
Finanche nei primi minuti dello spoglio elettorale di lunedì, dopo qualche iniziale impressione negativa di alcuni nostri rappresentanti di lista nei seggi, eravamo ancora timorosi di dover assistere ad un’altra sconfitta, o in ogni modo all’ennesima battaglia di resistenza, per il nostro progetto politico e per la città. Tre anni di batoste, di lavoro per arginare lo scoramento dei compagni, nell’oscuramento mediatico più totale, nelle ristrettezze di mezzi e strumenti per far politica, ci avevano quasi abituati alla sconfitta. O in ogni caso convinti che il risulato migliore possibile fosse un risultato che ci consentisse di poter dire “siamo ancora vivi” e quindi di ripartire su un sentiero lungo ed accidentato, con ogni probabilità all’opposizione di un’amministrazione di destra.
E invece le sensazioni positive che correvano sottotraccia, nei comizi di De Magistris, nelle passeggiate tra la gente, alle iniziative promosse dal partito e dalla Federazione della Sinistra, la partecipazione curiosa e interessata di tante “facce nuove”, persone perbene e vecchi compagni di strada, si sono dimostrate quelle più esatte. Esatte come la scelta di sostenere dal primo minuto l’avventura politica di Luigi De Magistris.
Abbiamo creduto in una opzione politica giusta e credibile, coraggiosa perché dirompente di tutti gli equilibri costruiti in città negli ultimi 15 anni dal centrosinistra e abbiamo intercettato la grande voglia di discontinuità e di riscatto della città che si è costruita attorno ad un meraviglioso candidato sindaco. Lo abbiamo fatto senza fare calcoli e il voto di domenica e lunedì scorsi ci ha dato ampiamente ragione.
E’ stata una campagna elettorale radicale, condotta all’insegna dell’opposizione al “partito unico della spesa pubblica”, come dice De Magistris, cioè al “bipolarismo degli affari”, come abbiamo detto noi fin dalle ultime 2 tornate elettorali, provinciale e regionale, in cui in solitudine abbiamo dovuto condurre una battaglia contro il sistema di potere trasversale che ha attanagliato il nostro territorio.
Il consenso ottenuto oggi è frutto anche della coerenza riconosciutaci per quelle scelte pur allora perdenti.
Le parole d’ordine di Luigi sull’acqua pubblica, sul no al circolo vizioso di discariche ed inceneritori, sulla tutela della nostra città da ogni speculazione, sono sempre state le nostre parole d’ordine.
Abbiamo dimostrato a Napoli che le vittorie si colgono né seguendo forumle o alleanze determinate né inseguendo il centro. Si vince quando si costruisce un’ipotesi di cambiamento sia radicale sia credibile, da un punto di vista qualitativo e anche quantitativo. Cioè quando la gente a cui ci rivolgiamo può realmente confidare che lo schieramento di forze politiche e le persone messe in campo siano in grado di realizzare concretamente le cose che dicono. L’alleanza che ha sostenuto De Magistris è stata tutto questo ed ha vinto proprio perché è riuscita a rompere un centrosinistra percepito come causa di molti dei problemi della città. Coinvolgendo nello stesso tempo ampi settori della società civile e della stessa sinistra che negli ulti anni erano rimasti esclusi da una dinamica politica sempre più lontana dai problemi reali delle persone.
La nostra lista, aperta ad esperienze di movimento e ad indipendenti, ha saputo stare su questo terreno.
Abbiamo dimostrato che esiste una sinistra radicale e coerente che al contrario di quanto dicevano i sondaggi ottiene sostanzialmente gli stessi voti di Sinistra ecologia e libertà (cioè poco sotto il 4%) e che è in grado di eleggere agevolmente consiglieri comunali e municipali, premiando così il lavoro e la credibilità dei nostri compagni e compagne.
Un esempio su tutti, il nostro giovane comunista Daniele Quatrano viene eletto nella municipalità Vomero-Arenella con un elevatissimo numero di preferenze.
Che esista una fetta larga di voto di opinione in grado di punire le scelte sbagliate e premiare quelle giuste e coerenti è uno dei fatti più inaspettati ed interessanti di questa vicenda.
Resta anzi addirittura un rammarico sul nostro risultato, perché un maggiore radicamento in alcune zone della città ci avrebbe consentito un risultato più uniforme e probabilmente quindi più cospicuo di quanto ottenuto.
Ma questa tornata elettorale ci lascia 2 grandi compiti ed il morale più alto per potervi lavorare con energia.
Innanzitutto, abbiamo la coscienza che la vittoria reale non è ancora conseguita e che il ballottaggio del 29 e 30 maggio diventa una mera questione di civiltà, una scelta del tipo “vivere o morire” fra una fase oscura governata dalle destre casalesi con i fascisti a far la guardia o una stagione di grande rinnovamento e speranze. Sapendo di avere le forze e la possibilità di contribuire in maniera determinante a questo risultato.
In secondo luogo, queste giornate ci lasciano la consapevolezza dell’importanza di proseguire nell’opera di costruzione dell’insediamento territoriale e sociale della nostra organizzazione e di rilancio della nostra iniziativa politica, a cominciare dai referendum del 12 e 13 giugno.
Ce la possiamo fare!
ANTONIO PERILLO
Portavoce provinciale Giovani Comuniste/i – Napoli
21 Maggio 2o11