Pubblichiamo di seguito il testo del documento (approvato all’unanimità dall’assemblea) con cui Giovani comunisti e Fgci hanno concluso a Frassanito il loro terzo campeggio nazionale unitario.
Il contesto nel quale svolgiamo questa assemblea non è ordinario. Una delle più pesanti manovre finanziarie degli ultimi vent’anni si è aggiunta alla penultima di analoga gravità, varata non più tardi di un mese fa. Il nostro Paese, dunque, non fa eccezione e subisce e a sua volta alimenta – da perfetto ingranaggio del capitalismo occidentale – i caratteri di una crisi con pochissimi precedenti nella storia contemporanea.
L’esplosione dei mercati finanziari è l’altra faccia della medaglia della depressione economica di un sistema sempre più incapace di sopravvivere a se stesso.
In Italia il governo delle destre ha scelto di essere parte integrante di questa ulteriore compressione dei diritti e di questo ulteriore impoverimento di larghe masse di lavoratori.
A ciò si possono dare due risposte. Da una parte si può percorrere la strada della concertazione, delle compatibilità con il sistema monetario europeo, facendosi assorbire nello stesso blocco sociale costituito in questi mesi dall’alleanza tra le destre, Confindustria, i sindacati gialli, e settori moderati delle opposizioni. Dentro questa scelta si può persino, come dimostrano alcune prese di posizione interne al Partito democratico, avanzare critiche alla manovra economica del governo, ipotizzare un governo diverso da quello di Berlusconi (di larghe intese, di transizione, di rinnovamento costituzionale). Ma dentro questa scelta si interrompe qualsiasi connessione politica e sentimentale con le necessità delle classi lavoratrici italiane.
La seconda risposta che si può dare è antitetica: investire duramente sul conflitto sociale, acuire le contraddizioni di un sistema di potere putrescente, lavorare con tutte le proprie forze per costruire un’alleanza sociale e politica la più vasta ed estesa possibile che imponga, con le lotte e con un programma di fase coerente e organico, le condizioni per l’alternativa.
Il movimento studentesco quest’autunno dovrà vivere in funzione di questa necessità.
Al contrario che negli anni passati, nei quali la grande parte delle nostre energie erano finalizzate alla contestazione dei provvedimenti legislativi in materia di istruzione, quest’anno il movimento può e deve liberare le sue energie dentro il mare del conflitto sociale e politico che, in Italia, tenterà di contrastare la crisi, l’azione del governo e l’offensiva senza freni di Confindustria.
Agitando i temi classici del diritto allo studio e ai saperi, ad una didattica critica e di qualità, di un’idea di formazione pubblica, laica, gratuita e di massa, dalla scuola dell’obbligo alla ricerca universitaria.
E al contempo, ed è questa la sfida più importante, contribuendo a definire le parole d’ordine del movimento dentro le scadenze che già sono in campo (dallo sciopero generale del 6 settembre convocato con grande tempismo dalla Cgil, al percorso che sarà individuato dalla riunione convocata dalla Fiom il 30 agosto, alla mobilitazione internazionale del 15 ottobre) e quelle che ci saranno.
Il contributo programmatico che l’assemblea di Alternativa Ribelle propone è il seguente:
– lotta per un piano straordinario per l’occupazione e contro il lavoro nero, per il recupero reale dell’evasione fiscale e per la definizione di un sistema di tassazione equo e progressivo (introduzione della patrimoniale, aumento della tassazione delle rendite e delle transazioni finanziarie);
– lotta per la reintroduzione di un meccanismo automatico di adeguamento dei salari e degli stipendi all’inflazione reale, per il recupero del potere d’acquisto dei lavoratori e delle loro famiglie;
– lotta per un salario sociale garantito di 1000 euro al mese per i disoccupati, per i giovani in cerca della prima occupazione e (a carico delle imprese) per tutti i lavoratori precari, indipendentemente dalla mansione e dalla tipologia di contratto, con caratteristiche progressive e redistributive;
– lotta per la pace e contro le vecchie e nuove aggressioni imperialistiche e coloniali, sostenuta dalla proposta radicale dell’abolizione delle spese militari, dell’annullamento di tutti i programmi militari e della chiusura delle basi Nato e statunitensi situate nel nostro territorio nazionale.
Allo stesso tempo, lavoreremo affinché il movimento studentesco – il cui collegamento organico con le lotte dei lavoratori e, in senso lato, con il conflitto sociale assume come detto un rilievo strategico – intrecci e attraversi le altre forme di conflitto e di mobilitazione che si determineranno.
La questione determinante, oggi, è porre l’obiettivo di costruire un’ampia convergenza di tutte le soggettività dell’alternativa e di unire, con una piattaforma politica, le diverse forze della sinistra ad oggi deboli e divise.
Corrispondendo, anche in questo, all’urgenza di cambiamento e rinnovamento che è l’altra faccia della questione giovanile in un Paese sempre più vecchio e incancrenito in tutti gli ambiti della vita quotidiana.
29 Agosto 2011