di GC Palermo
Di fronte ai fatti accaduti lo scorso 13 dicembre a Firenze, l’unica parola che resta scolpita nella mente dei più è la parola «sgomento». Già, lo sgomento e lo sdegno immediato (e forse anche lo stupore, chissà) di chi proprio non riesce a spiegarsi razionalmente come Samb Modou e Diop Mor senegalesi, siano stati uccisi a sangue freddo in pieno giorno da parte del cinquantenne Gianluca Casseri. Prima lo sdegno certo; poi però la rabbia e la lucidità. Questo ennesimo atto criminale, razzista e premeditato non è infatti un’azione isolata, nata da deviazioni improvvise, alterazioni della personalità o possibili turbe psichiche, come molti media si affrettano a riferire. No!
Questo gesto è solo la conseguenza ovvia, il risultato finale, si potrebbe cinicamente dire, di un progetto subdolo e meschino che parte da lontano e persiste ancora oggi, che purtroppo ha ancora lunghe radici nel nostro paese. Radici temporali e spaziali; Radici profonde; spesso tristemente dissimulate da ciarpami e foglie istituzionali che si ostinano a negarne, a coprire, a cancellarne l’inveterata memoria: il neo- fascismo.
Da anni assistiamo ormai a raid notturni contro i campi rom, a devastazioni e saccheggi nei quartieri periferici dove vivono i migranti (a Palermo, recenti protagonisti sfortunati sono alcuni membri della comunità Tamil che vivevano nel quartiere della Zisa), a pestaggi ed intimidazioni di ogni sorta da parte di gruppi giovanili, o formazioni di estrema destra figlie di una strategia tanto violenta quanto precisa ed organizzata.
I centri di CasaPound (della quale faceva parte Casseri, così come è stato rivendicato dalla stessa organizzazione), il movimento di Forza Nuova e altre sigle xenofobe minori continuano ad operare liberamente nel territorio italiano, trovando linfa vitale sia nei luoghi marginali e disagiati, sia nei nuclei cittadini a noi più consoni e prossimi, occultando sotto l’apparente veste politica, e “culturale”(per esempio presentazioni di libri,cene, dibattiti. A Palermo lo scorso febbraio alla libreria Mondadori, durante la presentazione di un testo, le forze dell’ordine ‘proteggevano’ l’ingresso stesso della libreria da alcuni studenti. Perché mai?….) certi concetti di feroce odio razziale e intolleranza. Repressioni e frustrazioni inesauste che trovano sfogo in episodi del tutto fuori luogo e assurdi. Tutto questo va fermato ora e subito. Prima che sia troppo tardi.
Noi, Giovani Comunisti di Palermo nell’esprimere sincera e viva solidarietà alla comunità senegalese fiorentina, invitiamo tutti quanti a tenere alto il livello di attenzione per le strade , nelle piazze, nelle scuole e nelle università.
Per chi l’avesse dimenticato, riportiamo qui sotto il testo delle Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione., Legge 20 giugno 1952, n. 645, Scelba.
«Art. 1 – (Riorganizzazione del disciolto partito fascista).
Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, princìpi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista».
Le strada sono di chi ama. Antifascisti sempre.
GIOVANI COMUNISTE/I – PALERMO
15 dicembre 2011