Piazza Verdi Back again! Dicono di noi…

di GC Bologna

Postiamo integralmente l’articolo apparso oggi sulla prima pagina di Repubblica Bologna sulla nostra iniziativa di sabato scorso. Ci teniamo però a fare alcune piccole (ma importanti) precisazioni sulla natura della nostra iniziativa e sulle riflessioni che ci hanno portato a costruire il primo atto di “Piazza Verdi BACK AGAIN!”.

Per prima cosa questo BACK AGAIN nel cuore della zona universitaria non è stato fatto per festeggiare lo stop alle chiusure anticipate dei locali notturni, non ci siamo sentiti assolutamente in linea con le “liberalizzazioni” del governo Monti. Questo è davvero inutile dirlo.

Il punto di vista chiaro che abbiamo proposto in questo momento di socializzazione è stato appunto il ritorno al “pubblico”, alla piazza come luogo sociale primario, luogo di libera espressione, di espressione politica e culturale e luogo di svago. Lo “svago” può e deve essere anche un momento di crescita collettiva, una crescita che abbiamo condiviso insieme ai moltissimi ragazzi che hanno riempito Piazza Verdi.

Bologna nei fatti in questi anni ha vissuto la “privatizzazione” dei luoghi della socializzazione, insieme alle ordinanze restrittive gli spazi dei cittadini e delle cittadine (che non dimentichiamolo molte volte sono anche studenti fuorisede, senza la residenza) sono stati demandati ai tavolini dei locali e ai dehors, spazi pubblici messi a mercato.

Insieme agli artisti che hanno animato il primo BACK AGAIN abbiamo lanciato dai microfoni una campagna per il recupero di questi spazi, per ridare a Bologna quello status di città creativa e culturale che si merita.

Le piazze sono di tutti e per tutti, un bene comune da vivere insieme.

Giovani Comuniste-i Bologna

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I giovani di Rifondazione hanno festeggiato fino a tarda ora lo stop alla chiusura anticipata dei locali

Baldoria “comunista” in Piazza Verdi

Un cartello bianco con una scritta rossa: “Riprendiamoci la piazza”. In piazza Verdi, sabato sera e per tutta la notte, è andata in scena la versione bolognese-studentesca della reconquista. La festa della movida libera, delle ordinanze saltate, delle piazze piene di gente e occupate sotto le stelle. Gli organizzatori, i Giovani Comunisti bolognesi, l’hanno battezzata “Piazza Verdi back again”. E’ andata in onda dalle 21 fino a notte fonda, dopo il corteo in memoria di Francesco Lorusso, lo studente di Lotta Continua ucciso da un carabiniere nelle manifestazioni di piazza del “Movimento” l’11 marzo del ’77. “ Abbiamo promosso questa iniziativa perchè negli ultimi periodi le piazze della città hanno preso una cattiva strada – spiegano i Giovani Comunisti – Sono state svendute ai privati, che le affittano per metterci i loro tavolini “.

“ Ma la socialità – proseguono i giovani di di Rifondazione – non può svilupparsi solo nelle discoteche. Noi vogliamo proporre la piazza come un nuovo luogo e modello di socialità aperta a tutti, disponibile, gratuita. Speriamo che le liberalizzazzioni possano aiutare, in questo “. “Stasera ci siamo ripresi piazza Verdi “, scrive entusiasta un militante su Facebook. Basta “ ai locali con le tessere, alle discoteche, alle consumazioni obbligatorie e alle birre e ai cocktail a 6 euro. Riprendiamoci le strade e le piazze, per la politica ma anche per le feste”.

E così sabato sera è andata in scena la prima festa per la piazza ritrovata. Il primo atto, di una lunga serie. Da quando i tempi sono cambiati. Da quando il comune ha dovuto, suo malgrado, arrendersi alle liberalizzazioni di Monti ed emanare, venerdì, l’ordinanza annulla-ordinanze. Risultato: nella movida bolognese sparisce l’obbligo di chiusura all’una in tutti i pubblici servizi, con deroga al massimo fino alle tre di notte. D’ora in avanti non sarà più possibile fissare limitazione agli orari e ai giorni di apertura di locali e pub. Restano salve le regole sui dehors (da mezzanotte non si piò più servire da bere ai tavoli e all’una bisogna sgombrare) e quelle sulla vendita degli alcolici da asporto, vietata a partire dalle 22. Solo che potrebbe diventare difficile liberalizzare una norma (locali e pub aperti fino a mattina) e tenere ferma l’altra (divieto di vendita di alcoli per strada). Insomma, quello che in spagna chiamano “bottellon”: la piazza-salotto occupata da giovani che cantano e suonano, potrebbe tornare a essere un’abitudine delle notti bolognesi. Con buona pace dei residenti. 

L’unica eccezine resta via Petroni, che potrebbe rientrare in una modifica ad hoc del regolamento urbano. Modifica che, come anticipato la settimana scorsa dall’assessore al commercio Nadia Monti, “ dovrebbe vertere non tanto sugli orari, quanto sulla vendita di alcol e sulla responsabilizzazione dei gestori”. Se ne parlerà domani, nella riunione fissata alle 17.30 a Palazzo D’Accursio (e non in quartiere come previsto inizialmente) tra residenti, commercianti e amministrazione. Per decidere il futuro delle notti bolognesi.

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