di Piero Bernocchi
Si è conclusa positivamente la prima fase di sciopero contro i ridicoli e deleteri quiz Invalsi. Nonostante le minacce di illegali sanzioni e le bugie diffuse a piene mani dai presidi, istigati dagli Invalsiani e dagli ispettori del MIUR, sull’obbligatorietà degli indovinelli, molte decine di migliaia di docenti della scuola Primaria e Media e parecchi ATA hanno scioperato rifiutandosi di “somministrare” i quiz, aiutati in questo alle Elementari da migliaia di genitori che hanno lasciato i propri figli a casa, collaborando attivamente al boicottaggio della ridicola procedura.
Il MIUR, in grossa difficoltà, ha fatto carte false sui dati dello sciopero, fornendo cifre, peraltro truffaldine (anche lì centinaia di classi non hanno svolto i quiz), solo su circa 3000 classi-campione, omettendo oltretutto di dire agli organi di informazione che: a) le classi-campione, ove si concentrano i Signori Invalsi e le maggiori pressioni dei presidi, sono a malapena un decimo di quelle ove si dovevano svolgere gli indovinelli; 2) molte di queste classi che hanno effettuato i quiz avevano numeri limitatissimi di alunni/e presenti; 3) varie classi sono state accorpate per giungere ad una cifra accettabile di presenti. Va poi segnalato che – mentre una parte dei presidi, raggiunta dalle nostre diffide, ha avuto l’accortezza di non procedere contro lo sciopero – ci sono arrivate da tante scuole notizie di illegali sostituzioni che configurano esplicita attività antisindacale: stiamo effettuando rapide verifiche in merito e laddove le notizie saranno confermate procederemo per vie legali nei confronti dei presidi Invalsiani.
Ora la protesta si concentrerà nella giornata del 16 maggio quando entreranno in campo anche gli studenti delle Superiori con varie forme di boicottaggio dei quiz e con manifestazioni provinciali in decine di città insieme ai docenti ed Ata in sciopero (in particolare a Roma manifesteremo al Ministero di V.le Trastevere con inizio alle ore 10) contro la miserabile scuola-quiz che smantella materialmente (tagli di scuole e posti di lavoro, blocchi di stipendi e scatti di anzianità, espulsione dei precari, furto di pensioni, riduzione degli investimenti) e culturalmente l’istruzione, trasformando i docenti in addestratori di quiz, incaricati di indirizzare gli studenti verso una manovalanza lavorativa precaria, indifesa e senza pretese.
Infine, ribadiamo ancora una volta che i quiz Invalsi non sono obbligatori, nonostante la frasetta del Decreto Semplificazioni che li giudica “attività ordinaria”. Ogni attività “ordinaria” al di fuori delle lezioni e delle riunioni degli Organi collegiali (ad es. gite scolastiche), oltre a dover essere decisa da questi ultimi, non comporta alcun obbligo per docenti, ATA o studenti.
PIERO BERNOCCHI
Portavoce nazionale Co.Bas.
14 maggio 2012