di Andrea Ferroni
Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti della Provincia di Perugia sono ormai da diverse ore presenti a Cavezzo, nel modenese, per prestare soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto che sta devastando l’Emilia. Oltre all’estremo cordoglio per le vittime e le famiglie e la solidarietà attiva che si continuerà a portare fin quando quelle zone non torneranno alla normalità, un pensiero particolare va sicuramente alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno perso la vita nelle fabbriche della zona rimaste aperte anche durante la situazione d’emergenza e rivelatesi delle vere e proprie trappole. Anche stavolta la corsa al massimo profitto non tiene conto della sicurezza sui luoghi di lavoro, con risvolti tragici e ormai fin troppo quotidiani.
E’ inaccettabile che, per l’ennesima volta, nel nostro Paese le dichiarazioni del Governo in merito alla selvaggia costruzione di edifici non a norma, arrivi solo dopo disastri come quello iniziato nei giorni scorsi, di cui paga le conseguenze solo la popolazione. Proprio nel giorno in cui si deciderà la sorte di milioni e milioni di lavoratori in vista del voto per l’abolizione dell’articolo 18, arrivano generose frasi di cordoglio e vicinanza da parte di alte cariche di Governo a chi in queste ore ha perso la vita e continua a vivere nella paura.
Non è con dichiarazioni lacrimevoli che si risolleva il Paese, ma attraverso la resistenza alla dittatura della Bce e al capitalismo europeo. Servono riforme che non rendano i cittadini deboli e ricattabili, prevenzione e controllo per le strutture di lavoro e soccorsi ben organizzati in situazioni come quella di queste ore.
Di fronte alla perdita di vite umane, insieme a quella di diritti che dilania l’intera popolazione nazionale ormai da troppo tempo, il Governo non fa un passo indietro e non raccoglie la richiesta di sospendere la parata del 2 Giugno per usare quei fondi e quei reparti militari per le zone del terremoto. Sotto lo slogan “Spalare e non sfilare!” chiediamo a gran voce la sospensione delle celebrazioni nazionali, l’intervento rapido dei nuclei non ancora impegnati nell’emergenza e la chiusura delle fabbriche della regione oggi e nei giorni seguenti. Siamo chiamati a reagire ed auto organizzarsi per risollevare le sorti della popolazione in perenne stato di emergenza.
Per questo nella provincia di Perugia partiranno nei prossimi giorni raccolte di fondi e beni di prima necessità da inviare nei campi d’ accoglienza, dove i nostri volontari stanno già lavorando.
ANDREA FERRONI
Portavoce provinciale Giovani Comuniste/i – Perugia
1° giugno 2012