redazionale
La situazione in Siria si fa di giorno in giorno più grave. Da un lato perché tutte le fonti indipendenti raccontano di una escalation di violenza che ha prodotto migliaia di morti negli ultimi 15 mesi (dati di fatto riconosciuti e ammessi dallo stesso governo siriano); e dall’altro perché le sirene che chiamano ad un nuovo intervento militare sono già accese da tempo e sempre più assordanti.
Di fronte a questa situazione il compito del movimento anti-imperialista internazionale, in grandissima difficoltà ma di cui i Giovani Comunisti si sentono da sempre politicamente parte attiva, deve essere innanzitutto quello di fronteggiare e contrastare le spinte alla guerra e all’invasione della Siria, che provengono non soltanto dagli Stati Uniti ma anche da alcuni Paesi europei come la Francia (che con Hollande, su questo specifico terreno, non sembra avere alcuna intenzione di favorire un cambio di linea).
Per questo motivo è bene che la Comunità internazionale promuova, di concerto con il governo siriano e senza mettere in discussione la sovranità nazionale di quel Paese, un tavolo di mediazione e di confronto tra le parti in conflitto, qualunque esse siano, allo scopo di raggiungere una condizione di stabilità e di pace all’interno dei confini siriani. Detto ciò, l’anti-imperialismo deve essere una pratica intelligente e non accecante.
Da un lato, esso non deve accecare circa la natura del governo di Assad e circa le sue pesanti responsabilità nelle violenze di questi mesi. Dall’altro lato, la giusta individuazione del rischio di un’aggressione neo-imperialista alla Siria non deve consentire a nessuna forza democratica e di sinistra di oltrepassare il confine dell’antifascismo. Per questo motivo esprimiamo la nostra ferma opposizione alla manifestazione promossa oggi pomeriggio a Roma in sostengo di Assad da gruppi esplicitamente fascisti e di estrema destra, alcuni dei quali coinvolti anche recentemente in aggressioni squadriste contro i nostri compagni, alla quale purtroppo parteciperanno anche soggetti e singoli (formalmente o informalmente) della sinistra, anche comunista.
Riteniamo che in questa fase di grande difficoltà e di grande crisi tutto serva fuorché confondersi con i fascisti. Ribadiamo il nostro diritto di essere anti-imperialisti e anti-fascisti, con la stessa radicalità e la stessa coerenza.
GIOVANI COMUNISTE/I
17 giugno 2012