di Marco Craighero
Caro Nichi, ti scrivo perché sono convinto che sia l’ora di fare un coraggioso passo avanti, un passo verso quella narrazione di cui tanto hai parlato, un passo per trasformare in realtà concreta le tue bellissime parole.
La grave crisi sociale in cui siamo immersi da vari anni va di pari passo con il degrado del nostro sistema politico, o meglio partitico, giungendo fino al paradosso in cui i liberisti che ci hanno portato sull’orlo del baratro, sono coloro che son stati chiamati per risolvere il problema, un po’ come se il ladro che ruba fosse poi il giudice della sua causa. Stanno usando lo spread e lo spauracchio della speculazione per massacrare quei diritti, quel welfare, che i lavoratori e la società civile han conquistato in anni di lotta, ci stanno portando sempre più in un sistema di distribuzione della ricchezza che sposta le risorse economiche dal basso verso l’alto, anzi che viceversa.
E in Italia la situazione è ancora più disastrosa perché la nostra classe dirigente si chiude su se stessa perdendo il contatto con il Paese reale, portando nelle persone sconforto, se non addirittura il disprezzo verso essa.
In una situazione come questa, dovrebbe germogliare il seme della crescita della Sinistra (volutamente con la S maiuscola, quella vera), ma le tante divisioni, i piccoli orticelli, gli screzi personali, i settarismi, le innumerevoli scissioni, i personalismi e la testardaggine, non ci hanno permesso di farci portatori di quelle istanze, quelle difficoltà e di quel disagio sempre più crescente tra la gente. Stiamo perdendo il treno della rinascita culturale e civile, stiamo perdendo la partita della vera alternativa. E per cosa? Per non voler ammettere i nostri errori personali? Per non voler renderci conto che da soli non andiamo da nessuna parte? Per veder la nostra gente scappare tra le braccia di un comico del qualunquismo e della volgarità?
Per questo ti chiedo – e so di chiederlo a nome di tantissimi militanti non solo del mio partito, ma anche del tuo, e di tantissimi altri giovani che non vogliono perdere la speranza in un futuro migliore – parole certe e convinte nel respingere un inciucio con quelli che i media chiamano “moderati” e un impegno per ricostruire una vera Sinistra, unita, forte e vincente, su un programma che difenda i diritti sociali e civili, che ponga al centro un modello di economia diverso, una nuova rinascita culturale per quest’Italia, e una nuova moralità basata sulla tolleranza e la solidarietà. Punti su cui non possiamo essere più distanti da quei “moderati” che, quello che era il tuo primo interlocutore, ora insegue ciecamente.
Ma poi, cosa vuol dire moderati? È essere moderati discriminare una persona per il modo in cui ama? È essere moderati impedire a una donna di essere padrona del proprio corpo? È essere moderati dire che non possiamo decidere della nostra vita?
In virtù di tutto questo, penso sia l’ora di porsi chiaramente in alternativa a queste derive, in favore della costruzione di una Sinistra che sia veramente alleata del popolo dei referendum e delle nuove generazioni che vogliono un mondo migliore ma non si riconoscono in questa politica dei tatticismi e degli accordi sottobanco. Ti chiedo (e chiedo a tutto il resto della Sinistra) un atto d’amore verso chi soffre ogni giorno a causa di questo sistema e verso chi sta perdendo la speranza, ti chiedo un atto di coraggio, che possa nel nome di queste persone, valorizzare quel 95% che unisce le varie anime della sinistra tralasciando e passando oltre quel 5% su cui ci arrocchiamo in sciocche divisioni.
Non facciamo morire i sogni, non soffochiamo chi a gran voce chiede un nuovo orizzonte.
MARCO CRAIGHERO
Portavoce provinciale Giovani Comuniste/i – Udine
Iscritto a Rifondazione Comunista ma desideroso e speranzoso di vedere una vera e unica sinistra, unita, forte, coerente e vincente, nella consapevolezza che insieme siamo Tutto, da soli siamo nessuno.