Olimpiadi Londra 2012: con la maglietta di Che Guevara non si entra

di Antonio Sansonetti

Con la maglietta di Che Guevara alle olimpiadi di Londra non ti faranno entrare. Una t-shirt con il guerrigliero argentino è nella black list delle cose vietate al pubblico che affollerà gli stadi, i palazzetti e le piscine di Londra 2012. Chi indossa il Che o qualunque altro simbolo che riveli la propria identità politica verrà accompagnato fuori dalla security, così come chi porterà con sé un frisbee o un pallone, chi proverà a scattare foto o a girare video, chi avrà bandiere troppo grandi o bottiglie d’acqua che superano il mezzo litro.

Fra bisogno di sicurezza ed isteria, sulle rive del Tamigi ci sarà una pletora di divieti che supera la lista già lunga dei verboten che imperavano a Pechino 2008. Sarà – inoltre – severamente proibito portarsi “troppa roba da mangiare”, anche se sarebbe meglio specificare in base a quali parametri uno spuntino supera il confine fra il semplice snack e l’arsenale di un bulimico.

Vietato anche tutto il comparto “casino”, ovvero tutte gli strumenti più popolari per fare rumore in pubblico: fischietti, trombette, trombe, le mai rimpiante vuvuzelas, i corni da caccia…

I divieti non riguarderanno solo gli spettatori: gli atleti non potranno scrivere o postare foto su Twitter di quello che mangiano a colazione, a meno che la pietanza in questione non sia di uno sponsor ufficiale. A proposito di sponsor: vietate anche le patatine fritte negli stadi e in tutto il villaggio olimpico, a meno che non siano di McDonald’s. Fra il monopolio McDonald’s per il cibo e di Coca Cola per le bibite si salva solo il fish & chips, tipico binomio unto di pesce e patate che sta agli inglesi come la pizza sta agli italiani. Mentre della birra non si hanno notizie.

Una cosa invece chi andrà a vedere le olimpiadi non dovrà dimenticarsi: l’ombrello, ma non troppo grande perché se no farà la fine delle magliette del Che. Perché le previsioni dicono pioggia. Sempre. Il governo infatti aveva  pensato di distribuire k-way gratis, ma il Comitato olimpico, in un impeto di fair play, ha imposto un prezzo di 3 sterline.

ANTONIO SANSONETTI

da Blitz quotidiano.it

Luglio 2012

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