di Alessandro Marcucci
Di fronte al tentativo di omissione della realtà sulle strutture organizzate giovanili presenti a Lecco, “La provincia di Lecco” nell’articolo di Giovedì 19 Luglio su giovani e politica, va a citare, oltre ai giovani di Pd e PDdl solo grillini e Appellini per Lecco; tutto questo all’interno di un articolo che aveva l’evidente scopo di legittimare ancora una volta l’antipolitica, i giovani che si avvicinano all’impegno civico dei concerti, degli aperitivi, che si allontanano da ideologie e organizzazione partitica\politica. Di fronte a questa bassezza giornalistica, occorreva a nostro avviso una risposta chiara, dura e decisa, per ricordare che i Giovani Comunisti sono tanto scomodi quanto presenti nel territorio lecchese, esempio concreto di politica della militanza, della passione, dal basso, esempio che non poteva essere certo riportato ai lettori lecchesi !!
TRA CENSURE E ANTIPOLITICA: PERCHE’ SOLO ALCUNI GIOVANI A LECCO MERITANO ATTENZIONE?
Abbiamo potuto leggere con stupore, presso le pagine del vostro giornale, l’articolo di Giovedì 19 Luglio inerente al legame tra la politica ed i giovani sul nostro territorio.
Nell’elencare le realtà giovanili che operano qui a Lecco vi è un misto di richiamo alla solita antipolitica e al qualunquismo diffuso che vede intrecciare il concetto di politica all’organizzazione di concerti ed aperitivi; si vanno perciò a richiamare solo le organizzazioni giovanili probabilmente più comode e gradite per la linea editoriale dettata e per lo scopo di rilanciare quel populismo della quotidianità che richiami il concetto, definito a priori, della fine delle ideologie e della forma partito, con il rilancio della trasversalità politica e dell’impegno civico, volto spesso al divertimento fine a sé stesso.
Scomodo sarebbe certo stato inserire tra le strutture giovanili lecchesi quelle che vivono e si alimentano dalla presenza nelle lotte, fuori dalla logica di divani e poltrone d’oro, lontane dai rumori della Lecco bene by night, sconnesse dalla politica del marketing e dei capipopolo di giornata: tutto questo non può essere presente in una pagina volutamente faziosa e ricca di antipolitica, volta a delegittimare qualsiasi forma organizzativa così utile, come insegnava un certo Gramsci, perché quei giovani, quei lavoratori, quelle donne e quei migranti che ogni giorno subiscono ingiustizie e ricatti dal capitale e dai poteri forti, possano un domani emanciparsi e ottenere ciò che gli spetta da questa società.
Nonostante, infatti, alcuni mesi fa fummo contattati per informazioni sulla nostra giovanile, nulla è stato detto nell’articolo in causa su quello che sono i giovani di Rifondazione comunista, nulla su quello che ogni giorno portano avanti sul territorio lecchese. Sarà un caso?
Non è una fatalità, a mio avviso, che su quell’articolo siano stati presenti, oltre a un trentacinquenne (giovane?) grillino pronto a condannare indistintamente chiunque militi in un partito e a definire qualunque persona che fa politica come arrivista, le due giovanili dei soliti partiti che ogni giorno, nonostante il loro sostegno ad un governo delle banche e della finanza vada a tradire gli interessi di milioni di cittadini, i mezzi di comunicazione cercano di continuare a presentare come maggioritari e forti nella nostra società (che lo siano economicamente, invece, non c’è discussione!).
Non possiamo tollerare la censura registrata nei nostri confronti: probabilmente l’esperienza più volte ripetuta del mercatino del libro usato, svolta dai giovani comunisti insieme a tanti altri studenti lecchesi, non meritava attenzione; probabilmente la stessa cosa vale per l’intervento dei giovani comunisti fuori dalle fabbriche della città, così come per chi ha sempre tentato di portare sostegno, solidarietà e spazio informativo per quelle vertenze di eroici lavoratori che si battevano per il loro posto di lavoro, come alla Quinton e alla Badoni di Costa, passando per Leuci e Candy di Santa Maria Hoè. Anche tutte quelle mobilitazioni condotte in questi anni in difesa dell’istruzione pubblica non sono mai esistite, così come le assemblee e i dibattiti costruiti insieme al movimento studentesco lecchese; per non parlare del percorso condotto insieme a differenti realtà politiche e sociali lecchesi, volto a smascherare tutte le falsità su un’opera dannosa, costosa e inutile come la Tav, nascosto oggi come ieri da molti media locali, ma nonostante questo così partecipato dalla cittadinanza attiva e consapevole.
Non poteva, infine, che restare taciuta la presenza quotidiana nel difendere i valori dell’antifascismo, contro i neofascisti e revisionismo, che concretamente ha visto realizzarsi numerosi interventi in città, come quello per la rimozione della targa allo stadio comunale o quello così sentito del 25 Aprile.
Potrei spingermi oltre nel ricordare percorsi, progetti ed esperienze che avrebbero mostrato al lettore un’idea di politica viva, della passione e del radicamento sul territorio; una politica militante, tutto tranne che gerarchica e arrivista, portata avanti da giovani, comunisti e comuniste, che quotidianamente spendono tempo e fatica , per un’ideologia (non temo di dirlo!) , cioè una combinazione di prassi, valori e analisi, con radici solide nel passato e che ogni giorno vive, si muta e si confronta con il presente, con lo scopo di poter permettere un giorno alle masse popolari di ottenere giustizia sociale e un futuro migliore.
Non sarebbe stato semplice, anzi controproducente, per chi , non garantendo una reale informazione, si è permesso di riportare ai lettori della “Provincia di Lecco” solo una parte di ciò che oggi offre la nostra città, tutto questo ovviamente con uno scopo ben preciso; per questo riteniamo ingiusto e fortemente scorretto il tentativo quotidiano dei media, nazionali e non, di cancellare qualsiasi forma di dissenso e di proposta alternativa rispetto il “pensiero dominante” liberista.
Non possiamo accettare venga dato solo risalto ed attenzione al binomio politica=arrivismo, così come non consentiamo che, mentre si esalta tutto ciò, venga volutamente celato un esempio positivo di politica, con più di trenta giovani che, dal basso e a sinistra, ogni giorno cercano di costruire un’idea sana e propositiva di politica, quella dell’autorganizzazione, delle forme di mutualismo e solidarietà, quella del coordinamento quotidiano con altri soggetti politici, sociali e sindacali della nostra città.
Penso oggi di rappresentare la rabbia non solo dei giovani e delle giovani comuniste, ma di tutti quegli antifascisti, quei compagni e quelle compagne che ogni giorno troviamo nelle strade, nei nostri quartieri , nelle nostre scuole e con le quali tentiamo di costruire pratiche sociali che mostrano che un’alternativa, oltre che di sistema, è possibile conseguentemente anche di politica.
Per tutto ciò mi trovo a chiedervi una rettifica imminente di quello che avete riportato, perché i cittadini lecchesi possano essere correttamente informati, senza censure e veti, di chi oggi a Lecco si organizza, vive le lotte dal basso e tenta di costruire ogni giorno quel tessuto sociale con il quale cambiare lo stato di cose presenti. Certo del fatto che sarete pronti a chiarire ai vostri lettori questa omissione, non mancheremo, nel caso opposto, di mostrare ancora una volta che i giovani comunisti ci sono: sognano, amano , e per questo lottano e resistono!
ALESSANDRO MARCUCCI
Portavoce provinciale Giovani Comuniste/i – Lecco
21 luglio 2012