redazionale
Mai come in questi anni il mondo ha assistito ad un escalation di guerre: secondo Peacereporter ad oggi ne sono in corso 31, dall’Afghanistan all’Iraq alla Libia, in Africa e in Asia, in America, in terra di Palestina dove il conflitto israelo-palestinese non riesce a trovare una soluzione pacifica per colpa di un governo israeliano, in accordo con quello degli Stati Uniti, che non solo unilateralmente decide di non applicare le risoluzioni ONU, ma che si è macchiato di crimini orrendi nella sua pratica quotidiana di occupazione. Non solo, a preoccuparci è la nuova corsa agli armamenti, il moltiplicarsi di tensioni globali e locali, una crisi economica da cui il capitalismo non riesce ad uscire.
Come Giovani Comunisti\e nazionali aderiamo alla manifestazione per la pace indetta a Venegono per il 13 ottobre, convinti che il tema della pace non sia qualcosa da derubricare semplicemente ad organismi internazionali che dovrebbero essere riformati o alle politiche estere dei governi, ma che deve essere sentita propria da ogni cittadino e cittadina di questo paese. Chiediamo con forza la fine dell’occupazione, il riconoscimento dello Stato di Palestina secondo il principio due popoli due stati, che si fermi la corsa agli armamenti. Chiediamo che lo Stato italiano smetta d’investire in armi e che quei soldi vengano stanziati per la scuola, la sanità, nell’economia per rilanciare un’occupazione senza precarietà, per la riconversione dell’industria bellica a scopo civile.
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