di Gianmarco Pisa
Il prossimo appuntamento di “Firenze 10+10” non sarà un’occasione di pura e semplice “ripresa” del dibattito sui e tra i movimenti, né, tantomeno, una “operazione memoria” delle storiche giornate del Forum Sociale Europeo di Firenze 2002, del quale l’evento giunge a segnare il decennale. E’ già stato detto e scritto, ed è inutile soffermarvisi ulteriormente, che molto diverso è il contesto generale, politico ed economico, sul quale il nuovo appuntamento fiorentino viene a stagliarsi, tagliato com’è dalle lacerazioni di una crisi strutturale e di sistema di cui si fa fatica a vedere la fuori-uscita e che sta aggredendo le condizioni materiali di esistenza di milioni e milioni di lavoratori, precari e studenti in tutta Europa; ed altrettanto molto diversa è la cornice sociale e culturale al cui interno questo appuntamento si inscrive, in una fase caratterizzata da un certo riflusso dei movimenti sociali e, segnatamente, pacifisti, una radicalizzazione del conflitto di classe non sempre adeguatamente colta, interpretata e intercettata dalle formazioni della sinistra anti-capitalistica, uno spostamento dei centri della produzione di senso e conflitto verso aree tradizionalmente ritenute periferiche della scena-mondo, basti pensare all’esplosione del conflitto sociale e di classe in Grecia, all’avanzata delle forze comuniste organizzate nelle ultime tornate elettorali in Spagna, Repubblica Ceca ed Ucraina, ai progressi delle formazioni che traguardano la prospettiva del “socialismo del XXI secolo” in America Latina.
È chiaro allora che, in riferimento a questo appuntamento di “Firenze 10+10”, non può trattarsi di una “ripresa”, ma deve trattarsi di un’occasione da non perdere per aggiornare il quaderno dell’analisi, approfondire la comprensione delle novità che si stanno producendo, davanti ai nostri occhi e non sempre con la prontezza e l’adeguatezza, da parte nostra, di coglierle ed intercettarle, ricostruire, in definitiva, una mappa dei conflitti che sappia articolare i diversi fronti di mobilitazione, per il lavoro e i diritti sociali, per il diritto allo studio e ai saperi, per la pace e la solidarietà internazionale, e ne sappia, al tempo stesso, costruire i necessari nessi, in modo da ricomporne unitarietà, efficacia, massa critica. Certamente, una sfida di non poco conto. Una sfida che si consuma oggi e che “precipita” fatalmente all’interno dell’elaborazione fiorentina, in particolare sul terreno delle grandi questioni internazionali, della pace e della guerra, dell’autodeterminazione dei popoli e della solidarietà internazionale. Tre momenti di riflessione sembrano condensare, nell’agenda di Forum, i temi salienti dell’attualità politica e meritano quindi di essere approfonditi, articolati e seguiti con la dovuta partecipazione. Si concentrano tutti sabato 10 Novembre nel contesto dell’alleanza tematica n. 5: “L’Europa, il Mediterraneo, il Mondo: Movimenti di Lotta e Pratiche di Società Civile per un’Altra Europa”.
La Sala Monumentale della Fortezza da Basso ospiterà, dalle ore 14.00 alle ore 18.00, il cosiddetto seminario “Palestina/Europa”, dal titolo: “La resistenza popolare nonviolenta in Palestina e le campagne europee e internazionali di solidarietà: quale politica dell’Unione Europea per la pace e la giustizia”, che si interrogherà di temi di rilevanza decisiva per il movimento di solidarietà e di lotta per l’autodeterminazione palestinese, dallo stop all’inter-scambio militare alla campagna per il boicottaggio, dis-investimento e sanzioni contro Israele, nelle sue diverse articolazioni e possibilità, dal Tribunale Russell sulla Palestina al sostegno alla resistenza popolare nonviolenta nei Territori Palestinesi Occupati. “Sfide per il movimento europeo per la pace – verso Sarajevo 2014: la guerra in Siria” occuperà invece la mattinata dalle 09.00 alle 13.00 e proverà, coordinata da un ampio panel di forze sociali del variegato mondo pacifista e nonviolento, a interrogarsi sulle prospettive del movimento per la pace per la fine della guerra e della violenza in Siria, sul sostegno alle forze di pace e nonviolenza che in Siria, a prezzo spesso della propria vita e della propria incolumità, si battono per tenere vivi ponti di dialogo e prospettive di riconciliazione (come nell’esempio di Mussalaha) e, in definitiva, sui modi per organizzare una mobilitazione unitaria, che fino a questo momento è mancata, delle forze di pace, per fermare quella che è tuttora in corso, ormai da molti mesi, e che giustamente da più parti è stata definita una guerra civile e per procura, nella quale l’entrata in gioco di interessi, risorse e mezzi di Paesi i cui fini nulla hanno a che vedere con le istanze di emancipazione della “primavera siriana” del marzo-maggio 2011 ha preso in ostaggio quelle istanze e pilotato il conflitto verso la violenza cui quotidianamente si assiste.
Infine, non per importanza, “Strategie per il movimento europeo per la pace – verso Sarajevo 2014: Costruire i Corpi Civili di Pace Europei e Agire per il Disarmo in Europa” appunto verso Sarajevo 2014, che sarà anche l’occasione per un nuovo evento internazionale di ampia portata, a conclusione di un secolo, il secolo delle guerre mondiali e delle conquiste dei movimenti popolari, che, come ricordava (paventava) Alex Langer, “è nato e morto a Sarajevo”, inaugurato dalla Prima Guerra Mondiale, l’inutile strage, e tragicamente chiuso dalla disgregazione della Yugoslavia, dalla guerra etno-politica e dall’assedio di Sarajevo. Vi si parlerà di politiche di pace, di una nuova stagione di disarmo, di Corpi Civili di Pace per la prevenzione della guerra e il superamento dei conflitti, per tracciare insomma “un’altra rotta”, contro questa UE, per un’altra Europa possibile.
GIANMARCO PISA
novembre 2012