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Il sangue continua a scorrere nella “Striscia della morte”. Nel giro di pochi giorni siamo di nuovo a parlare di ciò che sta accadendo in Palestina, dove si è intensificata l’offensiva armata da parte dello stato di Israele. Non possiamo non ripeterci, tutto avviene nel totale disinteresse della comunità internazionale e ovviamente, della UE. Netanyahu, bisognoso di consensi in vista delle imminenti elezioni, l’aveva preannunciato, e così è stato! L’operazione “Pilastri della difesa” è iniziata con una prima e già micidiale offensiva aerea denominata “Colonna di nuvola” che non ha mancato di dare subito gli esiti nefasti che la cronaca ci riporta: 10 morti e decine di feriti, molti dei quali bambini che secondo testimonianze oculari sarebbero stati ritrovati carbonizzati.
Il colpo grosso di Israele, è venuto con l’uccisione del comandante militare di Hamas, nonché leader della Brigata al-Qassam, Ahmed al-Jabariun. Le vite umane non si differenziano tra loro, ma quando si viene a conoscenza dell’uccisione di una bambina di 7 anni, tanti ne aveva Ranan Arafat, e persino di un’altra “piccolissima creatura” di appena 11 mesi, non si può che rimanere inorriditi! Missili e bombe fendono l’aria, incuranti del possibile bersaglio; il valore di un essere umano si azzera, come fosse carne da macello, solo per il fatto di essere palestinese.
Tra i piani di Israele non si esclude persino una più vasta offensiva terrestre con lo scopo di colpire la resistenza palestinese. Se ciò avvenisse potremo ritrovarci di fronte ad una seconda strage, simile a quella di “Piombo fuso”. La “nomination” dell’anno è ormai avvenuta, incoronando Obama per la seconda volta. Forse è per questo che dal Pentagono arrivano attestati di appoggio all’azione israeliana! Gli Stati Uniti <sorvegliano da vicino> l’evoluzione della situazione a Gaza ribadendo il pieno sostegno al diritto di Israele di <difendersi contro il terrorismo>. Ad affermarlo è uno dei portavoce del Pentagono, il tenente colonnello Stephen Warren. La posizione degli Stati Uniti è dunque quella di “solidarietà con il partner Israeliano, nel suo diritto di difendersi contro il terrorismo”. La Democrazia di Obama avvalla “il diritto di Israele alla legittima difesa”! …Ma di quale legittima difesa si parla?? Abbiamo già avuto modo di affermare, portando persino la testimonianza di autorevoli Docenti di Diritto internazionale, che la sproporzione delle forze in campo non può legittimare alcun diritto ad attaccare con ferocia, soprattutto avvalendosi di strumenti bellici devastanti. Le ragioni di questa rapida escalation di violenza potrebbero essere diverse; da non sottovalutare quella di una sorta di prova generale in vista di un attacco all’Iran, oppure una delle ormai tipiche prove di forza che Israele compie nei confronti di una Palestina ormai davvero provata da decenni di logorante quanto lenta agonia. Restano i fatti. Siamo di fronte ad un massacro in piena regola, ripetuto tra l’indifferenza generale, e come abbiamo visto, persino dall’incredibile solidarietà di paesi “potenti” (anche se scritto con la “p” minuscola!). Non possiamo aspettarci molto dalla comunità internazionale, e la sola cosa che possiamo fare è cercare di sostenere con forza la “voce” dei movimenti. La sinistra ha un ruolo ovviamente di primo piano in questo percorso, e non può disattenderlo. Occorre che sia fatto con intelligenza e soprattutto con la massima consapevolezza di ciò che si vuol portare avanti. Abbiamo bisogno di alzare il livello della discussione per favorire un percorso di pace. Occorre entrare nel merito delle vere contraddizioni, nelle debolezze che dietro la maschera del “gigante” forte e prepotente, lo stato di Israele porta con sé. Le parole di Luisa Morgantini, già vicepresidente del parlamento europeo e membro della delegazione UE per le relazioni con la Palestina, in visita nei Territori, ci consegnano un quadro importante: “In atto c’è un processo enorme di colonizzazione, l’occupazione militare cresce e Israele diventa sempre più uno Stato malato, chiuso in se stesso e razzista verso gli stessi israeliani, poveri o laici”. Un motivo in più per capire che la Religione è cosa ben diversa dall’agire politico e guerrafondaio di uno stato… Le proteste e gli attacchi (di qualunque tipo) contro i luoghi di culto religioso, come le sinagoghe, non possono essere azioni percorribili né tanto meno da giustificare. Cosa ben diversa, è invece quella di denunciare senza sosta e con decisione, le atrocità che il popolo palestinese subisce ormai da tempo immemorabile. Un popolo che da anni, sotto il cielo di Gaza, si trova a dover lottare con ogni mezzo per non trovarsi scippato dello stesso diritto a vivere.
REDAZIONALE
15 novembre 2012