di Marco Pasqua
Esultano per quella che definiscono una “sentenza-vittoria”, destinata, probabilmente, a far discutere. Sono convinti che lo Stato “abbia perso” e rilanciano: “viva il fascismo, avanti Militia”. Arriva a conclusione, in primo grado, uno dei procedimenti avviati contro i neonazisti della formazione capeggiata da Maurizio Boccacci, già leader del disciolto Movimento politico occidentale, e Stefano Schiavulli, accusati di aver esposto nella capitale – tra il 2008 e il 2009 – 16 striscioni con scritte negazioniste e che incitavano alla discriminazione razziale. Quattro di loro erano finiti sotto processo per violazione della legge Mancino. Tra i personaggi presi di mira, il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, da sempre oggetto delle pericolose attenzioni dei neonazisti, che avevano anche progettato un attentato nei suoi confronti. Ora una sentenza che potrebbe dar forza ad una formazione estremista – al momento senza capi – sulla quale si concentrano, dalla sua nascita (nel 2008), le attenzioni di Digos e Ros.
“Lo Stato questa volta non ha vinto – esultano i neonazisti, dando la notizia sui social network – L’ennesimo procedimento penale nei confronti di Militia non ha portato il risultato tanto sperato. Le accuse a noi mosse, che spaziavano dalla discriminazione all’odio razziale, apologia di fascismo, danneggiamento delle serrande degli esercizi di religione ebraica, sono tutte cadute nella sentenza di primo grado. Condannati Stefano Schiavulli e Maurizio Boccacci”. I due sono stati condannati ad un anno di carcere per la “ricostituzione del disciolto partito fascista”. Altri due militanti, Giuseppe Tetti e Alessandro Dessì, sono stati condannati a sei mesi, e hanno preannunciato che faranno appello. Tutti sarebbero stati assolti dall’accusa di aver bloccato con la colla i lucchetti dei negozi di viale Libia (i fatti risalgono al 2009, e il blitz antisemita venne rivendicato con scritte “Boicotta Israele” con tanto di firma di Militia).
Il pm aveva chiesto due anni di reclusione per Boccacci e un anno e sei mesi per altri tre esponenti. Boccacci, secondo il pm, era il promotore di una vera e propria campagna basata sull’incitamento alla discriminazione razziale e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi. Lo scorso mese di dicembre, inoltre, il fondatore di Militia (che da tempo è malatoe che, all’interno del movimento, non ha ancora indicato un suo “successore”) era stato arrestato dai Ros, insieme ad altri quattro camerati, con l’accusa di associazione a delinquere, diffusione di idee fondate sull’ odio razziale ed etnico, apologia di fascismo.
Adesso, però, i neonazisti arrivano a parlare di “sentenza-vittoria”, destinata ad aprire un “nuovo capitolo del neofascismo, dove la legge vuole che il non-vietato sia lecito”. Che, tradotto in azioni concrete, potrebbe significare un invito a replicare le azioni contro gli ebrei, nella capitale, e a firmare nuovi attacchi razzisti. Almeno questo è quello che si evince dai proclami che sono apparsi, in queste ore, sui forum d’area. “Ci congratuliamo naturalmente con i nostri rappresentanti legali e porgiamo l’avambraccio a chi è rimasto vicino e fedele anche in momenti peggiori – sottolineano ancora – Ora attendiamo il profilarsi dell’altra azione penale nei nostri confronti con accuse sempre dello stesso bene giuridico prevista per il 6 febbraio”.
Secondo le informazioni fatte circolare in queste ore, sarebbero cadute le accuse di “propaganda dell’odio razziale e di antisemitismo”. “Onore a chi non dimentica. Viva il fascismo, avanti Militia”, tuonano ora gli estremisti, che non hanno mai smesso di far proseliti sui social network. E su una loro pagina Facebook, per celebrare questo momento, hanno pubblicato l’immagine della bandiera nazista, con tanto di chiamata alle armi: “Per un’Europa più pulita, per un’Europa nazione. Credere in ciò che è nostro, combattere per ciò che ci appartiene”.
MARCO PASQUA
L’Huffington Post
1° dicembre 2012