CON INGROIA, CON LA DIGNITA’ DEI COMUNISTI

di Simone Oggionni

L’iniziativa di Antonio Ingroia di venerdì al Teatro Capranica era quello di cui avevamo bisogno. Dissipa molti dei dubbi che erano nell’aria. Finalmente, oggi, la nostra sfida elettorale può cominciare. Abbiamo un candidato. Un uomo autorevole e con la schiena dritta, che in questi anni e negli ultimi mesi ha avuto il coraggio di caricarsi sulle spalle battaglie importanti e difficili. Per la legalità costituzionale, per la democrazia, contro la mafia e soprattutto contro gli incroci perversi tra questa e la politica, tra questa e lo Stato.Con questa legge elettorale il candidato premier è fondamentale. E noi, finalmente, siamo in campo con un candidato premier che sta rapidamente recuperando, per tutti noi, visibilità, credibilità, autorevolezza.
Soprattutto – è questa la cosa importante – siamo in campo con un profilo programmatico chiaro, rigorosamente alternativo al berlusconismo e al montismo, e che allo stesso tempo ha l’ambizione di proporre un’alternativa di governo e non la testimonianza residuale dei nostri – pur sacrosanti – principi.Il Partito democratico ha avuto parole chiare nei nostri confronti. Prima la sinistra interna, Orfini e Fassina, poi direttamente Bersani ci hanno detto che non ci sono le condizioni programmatiche per un accordo di governo. Con buona pace di chi negli ultimi mesi ha abbandonato la Federazione della Sinistra per rincorrere prima un confronto con il Pd che non è nemmeno mai cominciato ed entrare poi nel gioco delle primarie provando a legarsi alla stella (cadente) della candidatura di Nichi Vendola.La Sinistra invece è qui, si può riaggregare intorno a questo progetto. Certo, la lista che  presenteremo alle elezioni politiche non sarà – in sé – il nuovo soggetto politico della sinistra di cui
abbiamo bisogno. Un soggetto politico non si improvvisa in poche settimane né si costruisce per l’urgenza elettorale. Né, soprattutto, si può fare senza aver prima sciolto alcuni nodi di fondo decisivi: il ruolo del lavoro, la collocazione sociale, l’obiettivo di dare finalmente rappresentanza politica al conflitto sociale.Ma questo progetto è un primo passo nella direzione giusta. A condizione che il timone venga tenuto fermo in quella direzione e non ceda alle provocazioni di qualche professore piuttosto arrogante o di qualche autonominato rappresentante della società civile che vorrebbe, con tanta retorica e molta prepotenza, obbligare al silenzio le forze organizzate, in primo luogo i partiti, in primo luogo Rifondazione Comunista.

Antonio Ingroia ha posto la questione nei termini giusti e io sono d’accordo con lui. La lista deve rappresentare la novità e il rinnovamento di cui, anche a sinistra, c’è bisogno. Ingroia ha suggerito che i Segretari di Partito si assumano in prima persona la responsabilità di evitare che la lista venga percepita come la sommatoria di tante debolezze. Non ha chiesto ai partiti di fare un passo indietro. Anzi: ha chiesto ai partiti di stare a pieno titolo dentro la partita, insieme ai movimenti, alle associazioni, alle forze civiche e di movimento. Fuori dal pensiero unico del  montismo e in alternativa a quei partiti, sinistra Pd e Sel comprese, che si illudono di poter
aggiungere un po’ di solidarietà e redistribuzione all’austerità feroce del liberismo.

Serve un grande atto di coraggio da parte del nostro partito: dobbiamo stare dentro questo progetto,  dentro questo processo. Senza subire veti, con pari dignità. Accettando la sfida del cambiamento, guardando al futuro.

SIMONE OGGIONNI

22 dicembre 2012

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