di Luca Panicucci
Sono passati poco più di tre mesi dal 20 ottobre del 2012, giorno in cui l’ex-colorificio di Via Montelungo è stato restituito alla città di Pisa. L’area di circa 14.000 metri quadri è stata per quasi un secolo la sede del Colorificio Toscano, per poi essere acquistata alla fine degli anni novanta dalla multinazionale J Colors, che, dopo la chiusura nel 2008, nell’aprile 2012 ha comunicato ufficialmente la cessazione dell’unità operativa. Un’area a poca distanza da Piazza dei Miracoli che è stata un luogo di produzione, di storie ed esperienzalità di molte lavoratrici e lavoratori, e che giaceva in stato di completo abbandono, priva di qualsiasi progettualità da parte della proprietà che non fossero richieste di variazione d’uso e trattative di vendita.
Nei tre mesi in cui è stato abitato dal Municipio dei Beni Comuni (un’importante esperienza che ha saputo aggregare decine di associazioni, collettivi, ma anche singoli e organizzazioni politiche), l’ex-colorificio è diventato uno spazio aperto alle cittadine e ai cittadini che si è progressivamente riempito di progetti e di idee, dalla biblioteca all’aula studio, dalla ciclofficina alla palestra popolare e alla parete di arrampicata, dai festival musicali indipendenti alle attività teatrali. Ed è stato anche un luogo di approfondimento, discussione e crescita collettiva, con momenti importanti come il seminario “Recupera, riqualifica, riutilizza” o la tre giorni di rilievo nazionale United Colors of Commons. Proprio nella tre giorni, forse il vero e proprio momento costituente del Municipio, si è discusso in numerosi tavoli di lavoro ed in partecipate plenarie del “diritto alla città” nel suo senso pieno, di modelli di partecipazione sociale, politica e culturale, di democrazia dei beni comuni ma anche di welfare, lavoro e precarietà, nuovo modello di sviluppo, consumo del territorio, scuola, mediattivismo, pace e demilitarizzazione, altracultura.
Eppure, dopo pochi giorni, la notizia è che la proprietà ha richiesto lo sgombero dell’area, continuando a non avere altro progetto se non la vendita, magari dopo il cambio di destinazione d’uso. Mentre il Municipio dei Beni Comuni si interroga su come recuperare aree industriali dismesse, sottraendole alle operazioni speculative per riconsegnarle ai cittadini, la J Colors vuol far tornare il colorificio un luogo vuoto e abbandonato, chissà per quanti anni ancora. “Noi a tutto ciò non ci rassegniamo” dicono dal Municipio in conferenza stampa. “A chi sta provando a trasformarci in un problema di ordine pubblico, sperando forse in una nostra chiusura, rispondiamo con il solo modo che conosciamo: moltiplicando le attività e le iniziative all’interno del Colorificio”. E ancora: “Difendere il Municipio dei Beni Comuni e l’ex-Colorificio Liberato è oggi una battaglia per la democrazia a Pisa e non solo. Vogliamo dare da questo luogo un messaggio di speranza e di possibilità a tutte quelle esperienze sociali che in giro per il mondo e in Italia costruiscono nuove forme di democrazia dal basso”.
Intanto è stato diffuso un appello contro lo sgombero scritto e sottoscritto da vari giuristi e docenti universitari, come Ugo Mattei, Maria Rosaria Marella, Luca Nivarra, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Alberto Lucarelli, ai quali si aggiungeranno altri nomi nei prossimi giorni.
“La liberazione dell’ex-colorificio rappresenta senz’ altro un’azione di natura politica,” si legge nell’appello “non finalizzata al conseguimento di un profitto personale o di un interesse di natura patrimoniale; l’ex area industriale risulta da molti anni inutilizzata, con la conseguenza che ampi spazi di suolo destinabili alla collettività per scopi diversi risultano completamente abbandonati e degradati a causa del comportamento assenteista della proprietà. […] Per questo noi giuristi e docenti universitari esperti in materia proprietaria e costituzionale riteniamo del tutto inammissibile e potenzialmente produttivo di conseguenze politiche e giuridiche, che il Comune di Pisa invece di valorizzare e incoraggiare questa importante esperienza di uso generativo della proprietà privata, consenta lo sgombero del Municipio dei Beni Comuni dal Colorificio Liberato. Non ci par dubbio che debba ritenersi costituzionalmente prevalente l’azione di valorizzazione dell’immobile rispetto allo stato di abbandono e di degrado cui esso stesso è sottoposto, di per sé idoneo a configurare un’ipotesi di abuso del diritto di proprietà”.
I prossimi appuntamenti per chi vuole difendere l’esperienza dell’ex-colorificio liberato e del Municipio dei Beni Comuni sono l’assemblea cittadina di martedì 5 febbraio (ore 21) e la manifestazione a difesa del progetto che si terrà a Pisa sabato 16 febbraio.
LUCA PANICUCCI
da Il Becco
febbraio 2013