di Argiris Panagopoulos
Le dichiarazioni di Angela Merkel, domenica sera dopo la vittoria elettorale, («non dovremo smettere di esercitare pressioni per l’applicazione delle riforme in Grecia») sono suonate, per la maggioranza dei greci, come una nuova dichiarazione di guerra, mentre l’affermazione che si prepara un terzo Memorandum ha cancellato qualsiasi dubbio sulla durata dell’austerità. In verità i greci hanno dimostrato poco interesse per le elezioni tedesche: l’attenzione è tutta rivolta alle proteste contro l’assassinio di Paulos Fissas da parte degli squadristi di Alba Dorata, alle teste tagliate negli alti gradi della polizia greca e all’ondata dei scioperi nel settore pubblico e privato, che hanno dimostrato la voglia di lottare ma anche una grande stanchezza.
Ieri pochi giornali aprivano con le elezioni in Germania. Il giornale filogovernativo Ta Nea titolava “Trionfo per la regina dell’austerità” e l’economico Nauftermporiki intitolava “Che porta per l’Europa il trionfo di Merkel?” Il resto dei quotidiani preferiva aprire con le notizie che riguardavano la piccola insurrezione contro i neonazisti.
Anche i politici greci, specialmente quelli al governo, non si sono sperticati in dichiarazioni. Perfino la telefonata di Samaras a Merkel è passata in meno di due righe nell’agenzia ufficiale: «Il primo ministro si è congratulato con la cancelliera tedesca per il successo elettorale».
Nuova Democrazia e Pasok vivono con la speranza che la grande coalizione con la Spd possa modificare la linea dura della Merkel. Ancora peggio, alcuni esponenti di spicco di Nuova Democrazia insistono sul fatto che Merkel è una dei pochi politici che sostengono con forza il loro progetto. Per parte sua Giannis Dragasakis, l’anima pensante di Syriza e per tutto ciò che riguarda la politica economica del partito, ha sottolineato che «la chiave è lo sviluppo e il coordinamento delle resistenze contro le politiche neoliberali di austerità in ogni paese e in Europa».
«La signora Merkel ha detto che non dobbiamo allentare le riforme e che non dobbiamo aspettarci nessuna svolta politica. A rischio di sottovalutare la complessità della situazione, credo che il problema della possibilità di una coalizione lo avranno i socialdemocratici, perché saranno risucchiati dalla signora Merkel. Non dobbiamo dimenticare come avevano votato i socialdemocratici sulle misure di austerità e i Memorandum». «Non è un caso che il grande pensatore tedesco Ulrich Beck parla di “una regina senza corona nell’Unione Europea”», ha detto Rena Doutou, responsabile per la politica estera di Syriza.
La deputata indipendente dei comunisti del Kke Liana Kaneli ha messo in guardia sul fatto che «qualcuno probabilmente ha stappato lo champagne. Chi credeva che se perdeva Merkel sarebbe cambiato qualcosa sbaglia, perché le elezioni in Germania non influenzano la Grecia, se non per quanto riguarda l’economia».
Da parte sua la Frankfurter Allgemeine Zeitung sottolineava ieri che i greci, se potessero, voterebbero tutti per i socialdemocratici, mentre la Süddeutsche Zeitung è convinta che «negli occhi di tanti greci nessun’altra persona incarna la miseria del loro paese cosi tanto come Merkel», ricordando come recentemente la cancelliera era stata mostrata con una divisa nazista.
ARGIRIS PANAGOPOULOS
da il manifesto