di Checchino Antonini
Attenzione a escalamare qualcosa sull’opportunità di una rivoluzione. Attenzione a farlo al passaggio del capo della polizia. Si rischia un anno di galera per «grida sediziose». Rifondazione Comunista della Spezia esprime piena solidarietà al ragazzo spezzino che, nel corso della visita di venerdì scorso in questura del capo della polizia Alessandro Pansa, ha gridato «Ci vuole la rivoluzione».
«Riteniamo molto grave il trattamento attuato dalle forze dell’ordine nei confronti di un libero cittadino che ha semplicemente pronuciato una frase, senza per altro offendere nessuna delle autorità presenti. Il “reato di opinione” è un retaggio fascista che evidentemente si fa fatica a rimuovere, così come la “lesa maestà”. Un altro esempio di quanto la nostra democrazia sia malata e abbia bisogno di una seria iniezione di ricostituente», dice il Prc della città ligure in un comunicato.
Secondo Rifondazione, l’episodio va compreso nel clima in cui «la Costituzione repubblicana, «che protegge il diritto alla libera espressione, sta per essere affondata da un governo di nominati, di condannati e di “larghe intese. «Se questo assalto non verrà fermato, le conseguenze saranno presto pagate ancora più care dai cittadini. Le istituzioni tutte dovrebbero pensare di più a difendere la nostra carta costituzionale che accusare le persone di reati inesistenti mentre altri personaggi, ben più altolocati, offendono ripetutamente e impunemente lo stato e le istituzioni stesse, magari in diretta tv a reti unificate».
Il malcapitato spezzino si aggiunge alle 17mila persone che in questo paese hanno condanne pesanti e altri guai giudiziari per reati d’opinione o comunque legati al conflitto sociale. E’ sempre più attuale la campagna per l’amnistia sociale lanciata dall’Osservatorio contro la repressione.
A pensarci bene, però, una rivoluzione ci vorrebbe proprio.
CHECCHINO ANTONINI
da Popoff.globalist.it