di red.
E’ morto Nelson Mandela. La notizia e’ stata data al mondo dal presidente sudafricano, Jacob Zuma. “Adesso riposa, adesso e’ in pace”, ha detto Zuma annunciando la scomparsa del leader sudafricano Nobel per la pace. “La nostra nazione ha perso un grande figlio”, ha proseguito. Dei suoi 95 anni di vita, quasi un terzo – 27 anni – Nelson Mandela li ha trascorsi nelle carceri del regime razzista dell’apartheid. Il periodo piu’ lungo e duro, 18 anni, a Robben Island, un’isoletta davanti a Cape Town; sei anni nel carcere di massima sicurezza di Pollsmoor, dove si creano le basi del dialogo con il regime; e l’ultimo nella prigione modello di Victor Vester.
Diventato avvocato, nel 1952 apri’ con il collega Oliver Tambo il primo studio ‘nero’ di Johannesburg: insieme, i due si impegnarono attivamente contro il regime segregazionista dell’apartheid. Nel 1956 arrivo’ il primo arresto con l’incriminazione, insieme ad altri 155 attivisti, per alto tradimento, accusa dalla quale venne successivamente assolto ma solo al termine di un lungo processo conclusosi cinque anni piu’ tardi.
Nel 1960, sulla scia del massacro di Sharpeville e della dichiarazione dello Stato di emergenza, l’Anc venne messo fuori legge, costringendo cosi’ Mandela a entrare in clandestinita’. L’aumento delle tensioni razziali nel Paese lo porto’ ad abbandonare la linea della resistenza pacifica, divenendo il comandante in capo dell’organizzazione militare clandestina Umkhonto weSizwe, la ‘Lancia della Nazione’. Dopo una parentesi all’estero nel 1962, dove si era recato per ricevere addestramento militare e promuovere la causa, Mandela fu arrestato per aver incitato i lavoratori a scioperare e fu condannato a cinque anni di carcere.
L’anno successivo fu accusato, insieme ad altri nove, di sabotaggio: fu proprio nel corso del processo a Rivonia, il 20 aprile 1964, che, dagli scranni di imputato, pronuncio’ quello che sarebbe diventato uno dei suoi discorsi piu’ famosi: “Ho combattuto contro la dominazione bianca e contro quella nera. Ho accarezzato l’ideale di una societa’ democratica e libera in cui tutte le persone vivono insieme in armonia e pari opportunita’. E’ un’ideale che spero di vivere e di realizzare. Ma se sara’ necessario, e’ un’ideale per cui sono disposto a morire”. La giuria lo condanno’ all’ergastolo, spedendolo nella famigerata prigione di Robben Island.
Il 2 febbraio 1990 vengono annunciati la revoca dei principali pilastri dell’apartheid e la liberazione di Mandela. L’11 febbraio, l’eroe della lotta antiapartheid esce da Victor Vester una mano stretta a quella di Winnie, l’altra alzata a pugno, mentre cammina incontro a una folla di fotografi e di sostenitori che lo aspettano fuori dal carcere. E’ libero, finalmente. Il partito di Mandela, l’African National Congress che ha guidato la lotta contro l’apartheid in Sudafrica, è stato rimosso dall’elenco delle organizzazioni considerate terroristiche dal governo degli Stati Uniti solo nel 2008. Mandela, che aveva 95 anni, avra’ funerali di Stato.
REDAZIONALE
6 dicembre 2013