di red.
Per nove anni consecutivi ci siamo visti ad Holguín, città sede dell’incontro per gli amici solidali di vari paesi del mondo, dove abbiamo creato uno spazio comune in cui discutere le azioni attraverso cui portare avanti questa battaglia per la vita, per la libertà dei Cinque patrioti cubani, per la Pace e contro il terrorismo.
Il IX Colloquio è nato in un contesto differente dai precedenti. Abbiamo avuto l’onore di avere tra noi René, tornato a Cuba dopo aver scontato la sua pena, oltre ad un anno e mezzo di assurda libertà vigilata.
La sua presenza dà uno slancio decisivo alla battaglia per la libertà dei Cinque e ci farà impegnare sempre di più nella lotta per la fine di questa ingiustizia.
Il 12 settembre sono passati 15 anni di carcere ingiusto, 15 anni di violazioni, 15 anni di vendetta politica che si estende, attraverso la prigionia di Gerardo, Ramón, Antonio e Fernando, a tutto il popolo cubano che, decenni fa, ha deciso – in modo sovrano – di essere libero e indipendente; 15 anni che mostrano la grande capacità di resistenza dei Cinque e delle loro famiglie, a cui tutti noi 272 delegati provenienti da 51 paesi – in rappresentanza dei cinque continenti – rendiamo onore e gloria.
Dopo 16 anni dal loro arresto, è venuto il momento di raddoppiare il nostro impegno per far sì che il loro ritorno in Patria non avvenga a pena scontata – nei primi mesi del 2014 Fernando, anche se la sua condanna termina il 27 febbraio, sarà trasferito in un carcere per l’immigrazione per poi essere rimpatriato; Antonio invece finisce la sua pena nel 2017, ma essendo cittadino statunitense gli verranno aggiunti altri 5 anni di libertà vigilata; Ramón nel 2024; mentre Gerardo è stato condannato all’ergastolo. Il governo degli Stati Uniti vuole far morire Gerardo in prigione.
Gli appelli speciali o gli Habeas Corpus presentati dalla difesa non hanno ancora ricevuto risposta. Il pagamento vergognoso che il governo degli Stati Uniti ha fatto ai giornalisti affinché questi creassero un clima di colpevolezza prima e durante il processo, non è stato sanzionato. E da 17 anni le immagini satellitari che dimostrano che l’abbattimento degli aerei è avvenuto in acque cubane rimangono secretate. Inoltre, a Miami vive, nella più totale impunità, il terrorista internazionale Luis Posada Carriles che ha un mandato di estradizione per il Venezuela che risale al 2005.
Di fronte a tanta impunità e a tanti anni di ingiustizia, con profonda preoccupazione ci chiediamo come sia possibile confidare in un sistema di giustizia che castiga gli innocenti e concede massima impunità ai criminali. Il caso dei Cinque è la migliore dimostrazione del fatto che il sistema giudiziario degli Stati Uniti sia sotto sequestro da parte di un piccolo gruppo di fascisti e mafiosi, i quali sottomettono la politica estera degli USA al loro odio e ai loro interessi.
Visto che il tempo passa inesorabile, quali sono state e quali saranno le conseguenze fisiche e psichiche dei Cinque e delle loro famiglie dopo tanti anni di pena ingiusta e illegale?
L’ex Procuratore Generale degli Stati Uniti, Ramsey Clark, ha affermato quanto segue:
“Il male prodotto da questa decisione arbitraria non potrà essere ignorato. Il male fatto a queste persone detenute. Il male alle loro famiglie e alle relazioni tra Stati Uniti e Cuba (…). Prima o poi negli Stati Uniti dovremo prendere atto di quanto sia stato sbagliato quel processo”.
Prendiamo le parole di Ramsey Clark come un monito per far sì che questa ingiustizia non si protragga nel tempo. Moltiplicare le azioni del movimento di solidarietà per i 5, coordinarle e articolarle in modo unitario, sono le condizioni necessarie per far lavorare al meglio i comitati internazionali che si battono per la libertà dei Cinque patrioti cubani.
Noi 272 delegati dei 52 paesi che abbiamo partecipato al IX Colloquio Internazionale per la Libertà dei Cinque e Contro il Terrorismo chiediamo di:
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Intensificare e appoggiare dai nostri paesi di origine le azioni che si svolgono negli Stati Uniti, grazie all’aiuto economico di tutte le organizzazioni di solidarietà del mondo; bisogna far arrivare la richiesta al Presidente Barack Obama, affinché – in base alle facoltà che gli conferisce la Costituzione del suo paese – liberi i Cinque e li faccia tornare a Cuba senza nessuna condizione.
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Appoggiare e divulgare le informazioni sulla Commissione Internazionale di Ricerca sul caso dei Cinque che si riunirà a Londra dal 7 all’8 marzo del 2014 e che vedrà la presenza di importanti personalità internazionali.
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Sostenere le attività della III Giornata di Denuncia e Solidarietà “5 Giorni di Azioni per i Cinque”, che si terrà a Washington dal 4 all’11 giugno del 2014, con azioni e manifestazioni di fronte alle ambasciate degli Stati Uniti nel mondo.
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Sostenere la partecipazione di massa al III Incontro Mondiale di Solidarietà verso Cuba e al X Colloquio che si terranno a La Habana dal 27 al 31 ottobre del 2014, convocati dall’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli, dalle organizzazioni sociali cubane e dal capitolo cubano della Rete in Difesa dell’Umanità. Anche durante questi incontri continueremo a chiedere la libertà immediata dei nostri Cinque fratelli e la fine dell’abominio rappresentato dal blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba dal governo degli Stati Uniti.
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Intensificare il lavoro con i parlamentari di tutto il mondo, così da far arrivare le richieste al Congresso degli Stati Uniti e al Presidente Obama, al Parlamento Europeo, a quelli dell’America Latina e dell’Africa; inoltre bisogna far sì che quei parlamentari visitino i Cinque.
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Portare avanti la campagna “Il 5 per i Cinque” con lettere e messaggi da inviare al sito web della Casa Bianca, con chiamate telefoniche, sit-in di fronte alle ambasciate e ai consolati degli Stati Uniti. È necessario far partecipare grandi personalità del mondo, affinché in ogni paese un personaggio conosciuto scriva ad Obama il 5 di ogni mese e renda pubblico il suo messaggio.
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Invitare i religiosi delle varie congregazioni, credo e culti del mondo ad interagire con i loro pari negli Stati Uniti e in Canada a favore dei Cinque, e a chiedere ad Obama una soluzione umanitaria per il caso.
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Lavorare con i sindacalisti di tutti i continenti affinché questi si confrontino con i loro omologhi negli Stati Uniti per concertare azioni di lotta per la liberazione dei Cinque.
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Continuare ad utilizzare le reti sociali come Facebook, Twitter, YouTube, i blogs e i mezzi alternativi per far conoscere il caso e divulgare le informazioni.
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Denunciare il comportamento criminale del governo degli Stati Uniti che si è macchiato di corruzione nei confronti della giustizia di Miami con pagamenti segreti ai giornalisti, prima e durante il processo contro i Cinque; utilizzare queste informazioni per far sì che giuristi e giornalisti negli Stati Uniti e nel mondo chiedano al governo degli USA l’immediata scarcerazione dei Cinque.
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Chiedere ai giovani del mondo di organizzare concerti, forum educativi sui Cinque nelle scuole e nelle università, maratone e altre azioni in difesa di questa nobile causa. Inoltre chiediamo alla OCLAE, alla Federazione Mondiale dei Giovani Democratici, alle reti macroregionali di proporre una agenda politica durante gli incontri internazionali a cui partecipano, soprattutto nel XVIII Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti che si realizzerà a dicembre a Quito, Ecuador. Bisogna coinvolgere i giovani e gli studenti statunitensi.
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Far aumentare l’appoggio degli intellettuali, degli artisti e delle delegazioni sportive che partecipano ad eventi nazionali e internazionali, soprattutto con materiale audiovisivo sui Cinque, come ad esempio i loro messaggi che andranno condivisi nelle reti sociali e in altri canali di informazione.
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Esigere dal governo degli Stati Uniti l’estradizione del terrorista Luis Posada Carriles verso la Repubblica Bolivariana del Venezuela, il cui governo lo reclama per la violazione dei diritti umani e delle leggi del paese.
Cari amici:
quindici anni di ingiusta carcerazione contro Cinque innocenti compromettono il loro diritto alla vita, alla sovranità e alla dignità per cui lottano tutti i nostri popoli. Con i Cinque nelle prigioni statunitensi, non vogliono punire solo Cuba, ma tutti noi.
Per Gerardo, Ramón, Antonio e Fernando, per il sacrificio di René, affinché i Cinque continuino ad essere i Cinque, lavoriamo senza riposo per chiedere libertà incondizionata, ora!
Holguín, 17 novembre 2013