di Calogero Laneri su EsseBlog.it
L’eredità del Partito Comunista e le prospettive future per la Sinistra italiana: Di questi temi abbiamo discusso con Paolo Ciofì, economista e saggista che proprio nel PCI di Berlinguer, ha ricoperto importanti cariche e che negli ultimi anni, attraverso associazioni come Futura Umanità e l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, ha condotto un processo di esplorazione delle trasformazioni del lavoro e della rappresentanza politica.
La storia del PCI appare oggi vissuta, nel Partito che ne ha ereditato buona parte degli iscritti, unicamente nei suoi aspetti folkloristici (il ritratto di Berlinguer appeso alle pareti o le vecchie insegne che affiancano le nuove all’esterno delle sedi dei circoli), senza più dunque quell’aspirazione alla trasformazione sociale in senso progressista che caratterizzò il Partito Comunista. Vorrei sapere se condivide quest’analisi e come ritiene sia stata possibile questa mutazione tanto nei soggetti politici successivi al PCI quanto in coloro che in quei soggetti vi hanno militato e militano.
Il gruppo dirigente capeggiato da Achille Occhetto ha ritenuto che tagliando le radici e cancellando la storia del PCI si sarebbe rigenerata la sinistra. Il risultato è stato invece, come era prevedibile, la sostanziale liquidazione della sinistra, la sua subalternità culturale e politica al capitalismo finanziario globale. Intendendo per sinistra una formazione che faccia asse sul lavoro, che si proponga di trasformare la società, e che assuma l’impianto costituzionale come via da percorrere verso una civiltà più avanzata, un nuovo socialismo, in Italia e in Europa. D’altra parte, coloro che si sono opposti a quella scelta non sono stati in grado di progettare e praticare un’alternativa che innovando nell’analisi e nelle proposte, e declinando in modo nuovo le aspirazioni all’uguaglianza e alla libertà, alimentasse la speranza di un reale cambiamento e la concretezza delle risposte ai problemi della quotidianità. Oggi bisogna ricominciare da capo. E solo voi giovani potete farlo
Di recente l’Associazione per la storia e la memoria del PCI Futura Umanità da lei presieduta, ha organizzato un convegno dal titolo “Togliatti e la Costituzione”. Quale ritiene sia la principale eredità che il Migliore ha lasciato al nostro Paese?
La principale eredità di Togliatti è stata la costruzione della democrazia costituzionale: di una democrazia progressiva, che apre le porte alla trasformazione della società nei Paesi a capitalismo avanzato. E che nel partito politico di massa trova l’intellettuale collettivo, lo strumento di lotta per la democrazia che si organizza, unendo i lavoratori e le lavoratrici e spezzando il potere delle oligarchie economiche e politiche. Per questo oggi, in un momento di crisi così grave, l’eredità di Togliatti, il rivoluzionario costituente, va recuperata e ripensata.
Paralizzata dalle lotte intestine e vittima di un fatale scollamento tra la base e i dirigenti, la sinistra sembra oggi incapace di compiere e diffondere una corretta analisi delle cause che hanno generato questa crisi economica, sociale e politica. Quali prospettive per le forze della sinistra italiana che si apprestano, nelle prossime settimane, a concludere le proprie fasi congressuali?
Senza una rivoluzione culturale e pratica, che concepisca la politica come azione di soggetti sociali organizzati per trasformare la società, non c’è prospettiva per la sinistra. E neanche per l’Italia. Ma non sembra che i congressi in corso siano attrezzati per un’operazione di tale portata. Questa è la dura realtà, nella quale occorre moltiplicare le iniziative e le lotte per l’applicazione della Costituzione.