No alla schedatura degli studenti!
Il 6- 7 maggio per le scuole elementari, il 13 maggio per le seconde superiori, il 19 giugno per la terza media (esame), si svolgeranno le prove INVALSI.
Perché i quiz Invalsi fanno male alla scuola pubblica?
Perché alle prove “ci si prepara” e ore di buona didattica, vengono sostituite da allenamenti ai quiz. Questo accade perché i docenti sanno bene che sono loro ad essere valutati e dunque, per non fare “brutta figura” modellano la loro programmazione in modo d’addestrare il più possibile la loro classe alla modalità dei quiz.
Le prove Invalsi sono in grado di misurare la qualità di una scuola e di un insegnante?
Assolutamente no. I risultati di una classe dipendono da moltissimi fattori e principalmente dal gruppo classe stesso. Un buon insegnante è colui che, rispettando i tempi e le attitudini dei suoi allievi, riesce ad appassionarli alla sua materia, a coinvolgerli e a motivarli nello studio;
Quanto costano alle casse dello Stato i quiz INVALSI?
E’ lo stesso INVALSI a quantificare le spese per l’attuale anno in 14.000.000 di Euro (!), esclusi gli stipendi dei dirigenti dell’Istituto (da 92.500 euro per dirigenti di II fascia ai 120.000 euro l’anno per dirigenti i I fascia per finire con 152.000 euro del Direttore Generale) !
Le prove INVALSI sono anonime?
Assolutamente no; ad ogni studente viene attribuito un codice che viene applicato sul fascicolo della prova; la scuola conserva un elenco in cui ad ogni codice corrisponde il nome dell’ allievo. Gli INVALSI in alcuni loro documenti dicono che seguiranno i ragazzi fino all’università e poi nel loro inserimento nel mondo del lavoro. Una schedatura di massa, dalla II elementare fino all’età adulta, resa possibile dai codici identificativo degli studenti.
Come opporsi?
Non presentarti a scuola, o barra e fai barrare tutte le risposte per invalidare la valutazione. O ancora barra il codice di identificazione o annulla la prova!
GIOVANI COMUNISTE/I – SALERNO