ho letto la tua intervista all’Huffington post. Mi è venuta una fitta di nostalgia anche a me. Delle cose perdute. Perfino di quelle mai vissute ma esistite prima di me. Ricordi la poesia di Raffaello Baldini “1938” “mèlnovzèntrentòt”, in dialetto romagnolo, una delle più belle poesie di Baldini in assoluto. Lei, stesa sul letto, con una lacrima agli occhi, fuma una Giubèk, Le Giubèck erano sigarette che andavano, appunto, nel 1938. E mi pare di vederla, senza filtro, scura e pessima di sapore. E lei in effetti non fuma, l’ha accesa anche lei solo per nostalgia del suo uomo, che le fumava, ormai perduto, solo per sentirne l’odore.
Nel 1938 mio babbo era a Ventotene condannato a 8 anni al confino politico dal fascismo. Con lui c’era Altiero Spinelli. Chissà cosa penserebbero mio babbo e Spinelli della nostra Italia dopo quasi 70 anni dalla liberazione del ’45. Penso che avrebbero nostalgia del confino e non solo perché allora erano giovanotti. Nostalgia delle speranze, degli entusiasmi, delle prospettive radiose del futuro.Hai un’età che sicuramente ricorderai un’altra cosa perduta e dimenticata, io lo gridavo con orgoglio: “abbiamo il Partito Comunista più forte dell’occidente capitalistico, abbiamo il sindacato più forte del mondo” ricordi? garanzia di pace, di democrazia, di difesa dei diritti e per conquistarne di nuovi. Abbiamo cominciato a dimenticarli con Craxi alla fine degli anni 80 e poi cancellati definitivamente con l’avvento del ventennio berlusconiano.
Facci caso, quando i partigiani e i loro coetanei sono andati in pensione (o purtroppo morti, per ragioni anagrafiche) togliendosi di mezzo, attorno alla fine degli 80 (Spinelli nell’87, mio babbo nel 93), si sono portati dietro anche i valori politici, etici, morali che rappresentavano. La classe politica che li ha sostituiti è degenerata a livelli inimmaginabili. Al punto che un Presidente della Repubblica (che pure è antico quanto i partigiani) e poi il giovanotto Presidente del Consiglio nonché capo del partito di maggioranza relativa, il PD, accolgono, per programmare la politica italiana, fare le riforme, cambiare la Costituzione, un pregiudicato, un delinquente comune, anzi un “delinquente abituale”, come è scritto nella sentenza che lo ha condannato a 4 anni di carcere per frode fiscale.
Pensa che Berlusconi, condannato, non ha neanche il diritto al voto, cioè lo Stato gli impedisce, anche con il suo semplice voto individuale, di influire nella politica italiana. E ora, col patto Berlusconi-Renzi (“ah ma – dicono loro – non lo facciamo mica di nascosto, lo facciamo alla luce del sole” pensando di dire una cosa intelligente) il fondo è toccato. Siamo nella merda totale. Hai voglia avere nostalgia del vecchio PCI, figurati che io ho perfino nostalgia del primo PD di cui sono fondatore nel 2007 (ci’ho la targa firmata!), nonché eletto nella Assemblea Nazionale. Leggendo la tua intervista mi è venuta nostalgia anche della “locomotiva”, non solo perché ero un giovanotto. Perché immaginavo di esserci sopra e mi illudevo che quella locomotiva che andava e andava, ci avrebbe portato avanti, e non si schiantasse affatto, non proprio che credessimo fino in fondo che trionfasse la “giustizia proletaria” ma che ci fosse una giustizia, un avvenire.
Non era anarchica la mia locomotiva, ho attraversato tutti quei i suoi vagoni: era comunista, FGCI poi PCI, poi PDS, DS, poi PD. Io c’ero sopra, seguendone tutti i risvolti e gli obbiettivi. Finché ho potuto. Ora essa non si è schiantata contro la destra più becere e schifosa dal dopoguerra in qua. No, s’è, invece, incanalata sui suoi binari e ha preso il loro posto.
Una cosa non l’ho capita bene della tua intervista: come sarebbe che taci perché sei un cantante e qualcuno ti ha rimproverato di parlare di politica? I cantanti, come te e Piero Pelù “devono stare zitti e cantare e basta che è il loro mestiere”…?! Però non hai taciuto affatto e hai dichiarato che il tuo voto andrà lì, cioè al PD. Neanch’io, attore, taccio. Prima sono un cittadino, un politico, poi faccio anche un mestiere come tutti (tutti i fortunati che un mestiere ce l’hanno) e parlo, e dico che il PD non c’è più, al suo posto c’è un fantasma impostore e infido, traditore di se stesso (e non sono solo per i famosi 101 capaci di abbattere Prodi). Un PD che riesce in ciò che il berlusconismo non è mai riuscito ad ottenere: abbattimento dei diritti dei lavoratori, dell’articolo 18 (col Job Act non serve più) e, quindi, del sindacato (Renzi non è andato al congresso della CGIL, così come fece solo Berlusconi). Propone una legge elettorale che la nostalgica e dimenticata “legge truffa” del 1953 (ricordi? Che nostalgia…) era uno zuccherino democratico in confronto a quella proposta da costoro e il porcellum, dichiarato incostituzionale, ne era solo un timido assaggio.
Un patto Berlusconi-Renzi che modificherà la Costituzione senza neanche concederci il referendum e avvierà le riforme che considerano il lavoratore non una persona ma una merce, un bullone, un macchinario in mano all’impresa che lo usa come gli pare. Un partito che è utilizzato per servire il capitalismo più pericoloso e antidemocratico che la storia del dopoguerra abbia mai conosciuto, una svolta epocale di cui il PD è primo responsabile. E questo lo poteva fare solo un partito un tempo di sinistra, il PD. E il Job Act lo poteve proporre solo un ex comunista, già Presidente della Lega coop rossa.
Io, attore, parlo e come, e dico che il Pd ha tradito, ferocemente tradito, gli ideali di giustizia, le conquiste fatte, i valori etici e gli obbiettivi per cui era nato e aveva ereditato dal PCI e perfino dall’ala democratica della DC. Il PD è un partito di centrodestra con la quale governa da tre anni e la prospettiva di continuare per altri anni a venire. La lista L’altra Europa con Tsipras è l’unica lista di sinistra alle elezioni europee. E, purtroppo, non è neanche una opinione. Tsipras ha già vinto in Europa, sarà il terzo in quel parlamento, manca solo l’Italia e noi gli manderemo un pugno di deputati. E con il tuo voto, come di tutti coloro che capiscono il pericolo che stiamo vivendo, supereremo di gran lunga il 4%, soglia messa per salvaguardare il potere di chi il potere ce l’ha. E il voto al PD, magari fosse solo inutile, esso è dannoso e metterebbe una pietra tombale alla sinistra in Italia.
Temo che i deflettori nelle auto non torneranno più, ed erano così comodi e utili. Ma tutto cambia e la nostalgia canaglia non ci impedirà di parlare forte, di urlare, anche in dialetto: adès bàsta!
Ciao e vota bene con la sinistra.
IVANO MARESCOTTI
da listatsipras.eu