Nuova finanza pubblica. TISA («Trade In Service Agreement»). E’ un nuovo trattato super segreto che riguarda i mercati del settore dei servizi. Lo stanno negoziando nel massimo silenzio Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell’Unione Europea, Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica. Ci sono interessi enormi in ballo: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e produce il 70% del prodotto interno lordo globale
Come se non bastasse il Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (TTIP), ovvero il negoziato, condotto in assoluta segretezza, fra Usa e Ue per costituire la più grande area di libero scambio del pianeta, realizzando l’utopia delle multinazionali, un nuovo attacco ai beni comuni, ai diritti e alla democrazia è in corso con il TISA («Trade In Service Agreement»), un nuovo trattato, della cui esistenza si è venuti a conoscenza solo grazie ai «fuorilegge» di Wikileaks..
Si tratta –per quel che sinora è filtrato dalle segrete stanze– di un negoziato, che riprende in molte parti il fallito Accordo generale sul commercio e i servizi (Agcs), discusso per oltre 10 anni e con durissime contestazioni di piazza all’interno del Wto.
Fallito quello che doveva essere un accordo globale, le grandi elite politico-finanziarie hanno da tempo optato per accordi tra singoli paesi o per aree, dove far rientrare dalla finestra, grazie all’assoluta opacità con cui vengono condotti gli stessi, ciò che le mobilitazioni sociali dei movimenti altermondialisti avevano cacciato dalla porta.
A sedere al tavolo delle trattative per il nuovo trattato sono i paesi che hanno i mercati del settore servizi più grandi del mondo: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell’Unione Europea, più Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica. Con interessi enormi in ballo: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e produce il 70% del prodotto interno lordo globale; solo negli Stati Uniti rappresenta il 75% dell’economia e genera l’80% dei posti di lavoro del settore privato.
L’aspetto più incredibile di quanto rivelato dai documenti in possesso di Wikileaks è il fatto di come non solo il negoziato si svolga in totale spregio di alcun diritto all’informazione da parte dei cittadini, bensì sia previsto, fra le disposizioni contenute, l’impegno da parte degli Stati partecipanti a non rivelare alcunché fino a cinque anni dopo la sua approvazione!
Una nuova ondata di liberalizzazioni e di privatizzazione di tutti i servizi pubblici si sta dunque preparando e, non a caso, la prima tappa di questa trattativa – avvenuta nell’aprile scorso e finita nelle provvidenziali mani di Wikileaks — ha riguardato la liberalizzazione dei servizi e prodotti finanziari, dei servizi bancari e dei prodotti assicurativi: non sia mai che la crisi, provocata esattamente dalle banche e dai fondi finanziari, rimetta in discussione la totale libertà di movimento e di investimento dei capitali finanziari in ogni angolo del pianeta.
Per quel che si è riusciti a sapere, proprio in questi giorni si sta svolgendo un secondo incontro ed è assolutamente evidente come ad ogni tappa verrà posta l’attenzione su un settore di servizi, fino a comprenderli tutti: dall’acqua all’energia, dalla sanità alla scuola, dai trasporti alla previdenza.
Un mondo da mettere in vendita, attraverso la trappola del debito pubblico e le politiche di austerità, attraverso il TTIP e il TISA, per permettere al modello capitalistico di uscire dalla crisi sistemica, con un rilancio dei mercati finanziari, che, dopo aver investito l’economia, ora hanno puntato gli occhi sulla società e la vita, sui diritti, i beni comuni e la natura.
Per farlo, devono sottrarsi ad ogni elementare regola di democrazia e rifugiarsi nella segretezza: ma come i vampiri della notte non reggono la luce del giorno, così i piani delle elite possono essere sconfitti da una capillare informazione e da una ampia e determinata mobilitazione sociale. È ora di muoversi.
MARCO BERSANI
Attac Italia