Parla Luigi Bisceglia del Vis, che si trova attualmente in Cisgiordania. Qui con altri cooperanti si sta attivando per una raccolta di medicinali nelle farmacie. “A Gaza mancano anche le garze per i feriti, la popolazione è chiusa in gabbia, intollerabile l’immobilismo della comunità internazionale”
“Gli ospedali sono al collasso, non ci sono medicinali né garze per medicare i feriti, e nemmeno più il gasolio per produrre elettricità. La popolazione è chiusa in gabbia, in un lembo di terra da cui non può scappare, perché i confini sono chiusi. E in questa situazione è veramente assurdo che la comunità internazionale non si muova, soprattutto sapendo che a farne le spese sono solo le vittime civili”. Luigi Bisceglia, cooperante internazionale del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) racconta così la situazione che si sta vivendo a Gaza. Attualmente il cooperante si trova nella sede di Betlemme, da cui si sta attivando insieme ad altri colleghi per portare aiuto alla popolazione ferita. Intanto, in queste ore, il bilancio delle vittime dei bombardamenti è salito a 175 morti e oltre mille feriti.
“Già prima dei bombardamenti la situazione nella Striscia era gravissima ma ora siamo proprio al collasso – spiega Bisceglia -. Oggi siamo al settimo giorno di bombardamenti su Gaza e la situazione continua a peggiorare. Credo sia importante condannare la violenza da entrambe le parti, ma quello che sta facendo Israele è davvero inaccettabile, perché si continuano a colpire senza sosta vittime civili. La risposta del governo israeliano è sproporzionata all’offesa ricevuta: è vero che c’è stato il rapimento di tre ragazzi ma è altrettanto vero che immediatamente il governo israeliano ha accusato Hamas senza avere prove e ha iniziato ad arrestare persone in Cisgiordania, a fare rastrellamenti a tappeto su tutto il territorio e ha ricominciato a bombare Gaza. Ormai siamo al massacro di civili in un clima intollerabile di immobilismo”.Bisceglia spiega che a Betlemme, dove la situazione è tranquilla “ma si respira comunque aria di tensione”, diversi cooperanti si stanno attivando per aiutare la popolazione palestinese colpita. In particolare si cercano medicinali, ormai merce rara nelle strutture ospedaliere della Striscia. “Ci siamo attivati con amici e colleghi per una raccolta di farmaci e garze – sottolinea – Nelle varie città in cui siamo presenti, come Ramallah, Betlemme e Gerusalemmme, abbiamo chiesto direttamente ai farmacisti di donare medicinali per i feriti. Parallelamente abbiamo attivato una raccolta fondi online, coinvolgendo i nostri amici e colleghi italiani, per riuscire a comprare altri farmaci. Questo ci permetterà di alleviare , almeno in parte, le sofferenze della popolazione di Gaza”.
L’altro fronte su cui il mondo della cooperazione sta spingendo è quello della richiesta alla comunità internazionale di un intervento immediato per il cessate il fuoco. “Non è accettabile nel 2014 che si permetta ad Israele di fare quello che sta facendo– aggiunge – . I razzi vanno condannati ma non sono missili e non hanno fatto vittime. La comunità internazionale deve agire in fretta, non si può stare a guardare. Nel mondo ci sono attualmente 57 conflitti dimenticati, la maggior parte in paesi africani sconosciuti. Ma Gaza la conoscono tutti, sanno dov’è, non si può ancora oggi chiudere gli occhi”. Tra le attività di sensibilizzazione c’è l’appello sottoscritto in questi giorni da 34 organizzazioni internazionali per chiedere il cessate il fuoco immediato e l’apertura di canali umanitari per portare assistenza ai feriti.
E.C.
da Redattore Sociale