Nikos Romanos, 21 anni, anarchico, prigioniero politico, dal 10 novembre è in sciopero della fame contro i ripetuti dinieghi ai permessi studio.
Secondo il referto del medico, che lo ha visitato il 28/11 nel reparto detentivo dell’ospedale Gennimatàs, il ragazzo rischia “danni irreversibili per quanto riguarda il funzionamento del cuore, dei reni e del cervello”. Ha dichiarato che proseguirà lo sciopero a oltranza, fino alla fine, rifiutando l’alimentazione forzata.
Dichiarazione di Alexis Tsipras per Nikos Romanos #NRomanos
“Nikos Romanos è al 25esimo giorno di sciopero della fame ricoverato attualmente presso l’Ospedale Ghennimatàs chiede il rispetto di diritti costituzionalmente garantiti, in particolare il diritto ovvio di ogni cittadino all’istruzione e alla formazione. Il mondo democratico, personalità e istituzioni sostengono all’unisono la sua richiesta. Lo sciopero della fame di Nikos Romanos non riguarda solo lui e la sua famiglia, ma interessa tutta la società, in un periodo in cui la democrazia e le libertà sancite costituzionalmente vengono messe in discussione per tutti e per tutte.
Sottolinea, allo stesso tempo, anche la questione chiave delle carceri e dei diritti dei detenuti, che vivono in situazioni di svilimento della propria dignità e condizione umana. La grandezza, però, della democrazia è appunto il rispetto della dignità umana e dei diritti, a prescindere dalla identità politica o di altro. Tutto ciò altro non è che i principi fondanti delle moderne socità democratiche, le basi sulle quali deve basarsi ogni stato che rispetta la democrazia.
L’obiettivo di un sistema penitenziario moderno e democratico non può essere la vendetta e il pugno duro con i detenuti, ma il reinserimento sociale, di cui parte inalienabile è il rispetto del diritto allo studio. Inoltre, e questo deve essere chiaro ai ministri coinvolti, in uno stato di diritto non si può soppessare il rischio che corre la vita umana con alcun tipo di costo politico.
Il governo è tenuto a intervenire tempestivamente invece di contribuire oggettivamente ad innescare la tensione, coltivando un clima di destabilizzazione e insicurezza.”
ALEXIS TSIPRAS
4 dicembre 2014