Mentre ogni giorno assistiamo ad una crisi economica sempre più devastante, all’esplosione delle periferie, a scandali di stampo affaristico-mafioso, alla disoccupazione che raggiunge percentuali sempre più alte, alla privatizzazione delle scuole, ai continui femminicidi, c’è chi si preoccupa dell’aspetto esteriore delle donne in politica.
Alessandra Moretti, candidata Pd alle elezioni regionali del Veneto 2015 il 18 novembre in un’intervista al Corriere. tv ha dichiarato che “le donne in politica devono ispirarsi a uno stile ladylike, uno stile che deve piacere” e che questo è fondamentale per “rappresentare al meglio le donne”. Essa aggiunge che lo stile di altre, come la Bindi, ha in passato “mortificato la bellezza” e che la politica di oggi “necessita di volti piacenti”.
Noi Giovani Comuniste del Veneto riteniamo scandaloso questo ragionamento che privilegia l’immagine rispetto alla competenza e ai contenuti, confermando la logica maschilista secondo la quale una donna deve essere in primis curata e attraente.
Noi ci poniamo in totale disaccordo con questa visione della politica, che capovolge le priorità politiche mettendo sullo stesso piano bellezza e bravura, se non talvolta dando più importanza alla prima rispetto alla seconda. Noi riteniamo che “rappresentare al meglio le donne e gli uomini veneti” non abbia niente a che fare con la cura del corpo ma col portare avanti istanze realmente prioritarie per la popolazione della nostra regione.
Affermare peraltro che si considera come priorità il frequentare settimanalmente l’estetista per una presunta presentabilità politica offende, a nostro parere, la sensibilità di migliaia di venet* che hanno ben altri problemi rispetto alle mèches della Moretti.
Dunque oltre a non condividere le idee neoliberiste che il Pd ormai fa proprie, ci teniamo a sottolineare che noi Giovani Comuniste in quanto donne non ci sentiamo rappresentate dal modello ladylike a cui fa riferimento Alessandra Moretti.
Riteniamo invece necessario che le donne in politica si battano per i nostri diritti, come l’applicazione della legge 194 sull’aborto e la parità retributiva, e per l’autodeterminazione delle donne, contro la vittimizzazione della figura femminile nei media, e contro un sistema maschilista e patriarcale ancora presente oggi come si vede dalle alte percentuali di violenza domestica e di femminicidi.
LE GIOVANI COMUNISTE VENETE DI RIFONDAZIONE
10 dicembre 2014