Il Tg3 allergico alle bandiere rosse?

bandrosseTg3-2Mi chiamo Paolo, ho 24 anni e sono un militante dei Giovani Comunisti di Pescara nonché attivista del Forum Acqua e in tante reti di movimento. Domenica 25 gennaio ero ad Atene come molti altri compagni e compagne partiti con la Brigata Kalimera per festeggiare la vittoria di Syriza. Durante i festeggiamenti davanti al comitato elettorale centinaia di compagni e compagne da tutta Europa erano per strada con loro bandiere e cartelli tra i cori in greco ogni tanto partivano Bella ciao, L’Internazionale, Bandiera Rossa. Si respirava un’atmosfera di commozione e festa perché è la prima volta da decenni che sul continente a vincere è la sinistra radicale e antiliberista.

Molte le televisioni, i giornali e le radio da tutto il mondo che facevano foto e interviste. Qualcuno può avermi visto quella stessa sera mostrare la bandiera del PRC al TG3 delle 19 dietro alla giornalista durante il collegamento in diretta. Da casa mi hanno segnalato che il collegamento è stato interrotto all’improvviso per “problemi tecnici”, cosa che stento a credere vista la reazione scomposta del cameraman prima e il fastidio della giornalista per le nostre bandiere e l’accusa che ci ha rivolto di presenzialismo.

Forse più che di presenzialismo direi alla Cuffaro soffriamo di invisibilità! Se le bandiere di Rifondazione Comunista sono sulla prima pagina del Wall Street Journal mentre per passare per pochi secondi su Rai3 tocca fare i “Paolini” e si interrompe pure il collegamento c’è qualche problema di pluralismo nell’informazione italiana.

Si trattava non certo di esibizionismo ma di un modo per mandare un messaggio in Italia sulla reale natura di quanto stava accadendo in Grecia viste le corbellerie dei commenti sulle tv italiane renzusconizzate, una manifestazione di orgoglio da parte di militanti di un partito che da anni propone di costruire una Syriza italiana e che ha preferito rimaner fuori dal parlamento pur di non continuare a legittimare un centrosinistra in cui di sinistra non è rimasto niente. Forse quella giornalista democratica dovrebbe domandarsi, insieme a tanti suoi colleghi, se non sia da ritenersi uno scandalo che dal 2008 quando abbiamo deciso di non poter partecipare a coalizioni elettorali con il PD siamo praticamente scomparsi dagli schermi televisivi (Ferrero è possibile ascoltarlo in tv solo al mattino o nelle ore notturne) e persino dai sondaggi elettorali che la tv incessantemente dispensa per condizionare orientamenti elettorato (anche se poi al voto prendiamo più di forze presenti in parlamento perché dentro coalizioni). Spero che il mio blitz abbia suscitato nei telespettatori qualche dubbio sulla narrazione di un Tsipras come Renzi che andava in onda a reti unificate nella serata dei risultati.

Il nostro entusiasmo era legittimo, molto meno l’idiosincrasia per la bandiera rossa e la falce e martello del Tg3. Saremo stati un po’ invadenti ma quella bandiera era uno strumento di legittima difesa da un’informazione che non fa servizio pubblico. Come qualificare la narrazione di cui si sono rese protagoniste le tv italiane che hanno chiamato domenica a commentare il voto solo esponenti di partiti che sostengono le politiche neoliberiste mentre era impossibile ascoltare la voce dei compagni italiani di Syriza e di Tsipras? Ricordo che Syriza è una delle formazioni che nel 2004 con Rifondazione ha fondato il Partito della Sinistra Europea di cui fanno parte anche IU in Spagna, Pcf e Front de Gauche in Francia, Sinn Féin in Irlanda, Die Linke in Germania e altre formazioni politiche della sinistra radicale in tutta Europa e insieme stanno nel parlamento europeo nel GUE con Podemos e L’Altra Europa con Tsipras.

Formazioni che nulla hanno a che fare, nonostante i tentativi di appropriarsi di questa vittoria, con il PD di Renzi che ha come omologo in Grecia il Pasok, oggi ai minimi storici e a cui Tsipras ha rifiutato ogni possibilità di alleanza. Una domanda mi piacerebbe lanciare alla direttora Berlinguer: ma se al posto di una bandiera di Rifondazione si fosse trattato di una del Partito Democratico la reazione sarebbe stata la stessa? Perché interrompere il servizio invece di dare semplicemente la notizia che a Atene c’erano militanti di tutte le formazioni della Sinistra Europea tra cui assai numerosi quelli di Rifondazione e dell’Altra Europa?

PAOLO MANTINI
Giovani Comuniste/i – Pescara

P.S.: Tengo a precisare che non sono un trinariciuto vetero-comunista settario e che avrei fatto la stessa cosa se mi fossi ritrovato tra le mani la bandiera dell’Altra Europa con Tsipras.

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