Belgio, 12 giugno 2015.- Noi, Popoli dell’America Latina, dei Caraibi e dell’Europa, riuniti nel Vertice dei Popoli, a Bruxelles i giorni 10 e 11 giugno del 2015, con oltre 1500 delegate e delegati, rappresentanti di 346 organizzazioni e movimenti sociali, provenienti da 43 paesi; all’interno di un dibattito unitario, fraterno e solidario, svoltosi attraverso conferenze e sette tavoli di lavoro
Il nostro appoggio all’integrazione regionale dell’America Latina e l’opposizione all’interventismo imperialista
- Salutiamo e appoggiamo i processi di integrazione che prediligono e rafforzano l’autodeterminazione e la sovranità dei nostri popoli, così come l’ALBA, UNASUR e la CELAC che hanno rafforzato l’unità latinoamericana e che possono diventare un’ispirazione per un’integrazione europea di nuovo tipo che enfatizzi lo sviluppo economico, i diritti sociali e il benessere dei suoi popoli.
- Esprimiamo il nostro fermo sostegno alla Proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come Territorio di Pace libero dal colonialismo. In questo senso, condanniamo l’implemento militare, le aggressioni e le minacce di ogni tipo che promuovono gli Stati Uniti e i suoi alleati contro la nostra regione attraverso l’istallazione di basi militari, centri di operazioni e istallazioni simili, che non hanno nessun altro tipo di giustificazione se non quella di un intervento militare contro i nostri Paesi. Per questo, esigiamo la chiusura di tutte le istallazioni militari statunitensi nella regione e ci appelliamo a una pace giusta e di lunga durata con giustizia sociale in Colombia.
Il nostro impegno è agire sul cambio climatico per proteggere l’ambiente
- Il cambio climatico rappresenta la più grande minaccia che l’umanità affronta e che sta già danneggiando i popoli dell’America Latina. Il capitalismo neoliberale ha esacerbato enormemente la sostenibilità del pianeta, intensificando, invero, tutti i problemi associati con il cambio climatico. Lanciamo un appello per un accordo climatico che mantenga l’innalzamento della temperatura sotto i 1,5° celsius; che tenga conto del diritto di tutti a poter vivere una vita degna e sostenibile; che non limiti la capacità delle future generazioni nel soddisfare le proprie necessità; e che si basi sul principio della mutua responsabilità in relazione al cambio climatico. Sosteniamo un futuro libero dai combustibili fossili e basato sull’energia rinnovabile e ci opponiamo, pertanto, al fracking, le falde petrolifere di Alguitran e le perforazioni nell’Artico. Sosteniamo un programma integrale di riduzione netta di emissioni, che sia un impulso per i paesi in via di sviluppo affinché abbandonino l’estrazione di combustibili fossili e si concentrino, invece, in soluzioni sostenibili. Sosteniamo, inoltre, la giustizia ambientale attraverso una tassazione ecologica al commercio del petrolio e di altri combustibili fossili per finanziare, così, un Fondo Climatico Verde, oltre ad essere un strumento vincolante nei confronti di quelle compagnie multinazionali che si sono rese responsabili di non pochi abusi ai danni dell’uomo e dell’ambiente. E’ necessario prendere le debite distanze dalla agricoltura e pesca industriale dannose. Chiamiamo a rispettare i diritti delle nazioni e dei popoli, in particolare in America Latina, per poter vivere in armonia con la Madre Natura e di rispettare tutte le forme ancestrali di vita e di identità indipendente dei popoli e nazioni. Condanniamo il disastro del medio ambiente causato dalla Chevron ai danni di comunità locali in Ecuador, e condanniamo, inoltre, l’attacco e il giudizio contro il governo dell’Ecuador; appoggiamo, pertanto, la lotta di questi contro questa predona compagnia petrolifera.
- Sosteniamo il popolo cubano e la sua Rivoluzione, e salutiamo il ritorno a casa dei Cinque Eroi Cubani, prodotto della solidarietà internazionale e della instancabile lotta del suo popolo. Sosteniamo, inoltre, i passi che gli Stati Uniti hanno intrapreso verso un dialogo basato sul rispetto reciproco con Cuba, così come il ritiro di Cuba dalla lista di quelli Stati patrocinatori del terrorismo, e nel quale non sarebbe dovuto mai esserci, ma nel contempo esigiamo l’abolizione totale, immediata e incondizionate del blocco genocida contro Cuba da parte del governo degli Stati Uniti, nonché la chiusura immediata della base navale di Guantanamo e, quindi, il ristabilimento incondizionato della sovranità cubana.
- Esprimiamo il nostro appoggio incondizionate e senza limiti alla Rivoluzione Bolivariana e al Governo legittimo capeggiato dal compagno Maduro e condanniamo i piani permanenti di destabilizzazione che si orchestrano alle sue spalle; finanziati e organizzati da organismi statunitensi. Condanniamo nella fattispecie l’ingiusto e immorale Ordine Esecutivo del Governo degli Stati Uniti che pretende catalogare la Repubblica Bolivariana del Venezuela come una minaccia alla sua sicurezza nazionale – e che ha visto la condanna unanime di tutti i Paesi di Nostra America – e chiediamo che questo venga subito derogato.
- Condanniamo ogni genere di ingerenza degli Stati Uniti contro i Governi progressisti dell’America Latina e esigiamo che venga rispettata la sovranità e l’autodeterminazione della regione. Ci appelliamo a tutte le istituzioni dell’Unione Europea, così come ai suoi Stati membri a non essere complici dell’ingerenza statunitense contro l’America Latina, ma di adottare, invece, un comportamento e una politica di dialogo costruttivo verso la nostra regione. Per questo, condanniamo qualsiasi tipo di appoggio che tanto le istituzioni dell’Unione Europea che quelle dei suoi Paesi membri promuovono a favore della politica estera statunitense contro i governi progressisti dell’America Latina, come per esempio la Posizione Comune dell’Unione Europea verso Cuba.
- Appoggiamo tutte le decisioni a favore dello sviluppo di economie nazionali indipendenti che possano interagire con il mondo sulla base dell’eguaglianza e con la ratio di impedire che l’ingiusto debito estero paralizzi la crescita e lo sviluppo. Appoggiamo e promuoviamo tutte le decisioni che si orientano nella costruzione di una democrazia partecipativa come base principale per la realizzazione dei diritti politici individuali e collettivi dei cittadini dell’America Latina. Per garantire i diritti umani di tutti, esigiamo il rispetto del diritto dei popoli dell’America Latina, Sovranità affiancata al rispetto del principio di non intervento deve essere la condizione essenziale per poter ottenere i diritti umani e dei popoli. Facciamo nostra la richiesta della Bolivia di vedersi riconosciuto l’accesso al mare. Appoggiamo, inoltre, la richiesta dell’Argentina sulla sovranità delle Isole Malvine e, pertanto, condanniamo il comportamento aggressivo del Regno Unito e l’espropriazione del petrolio. Applaudiamo l’iniziativa del Nicaragua e del Venezuela di inserire Porto Rico nella CELAC come dimostrazione che l’America Latina è un territorio libero dal colonialismo.
Il nostro appoggio per una società basata sull’uguaglianza e la nostra opposizione al neoliberismo
- Manifestiamo la necessità assoluta di costruire una nuova società, con giustizia sociale e equità di genere, con la partecipazione attiva dei giovani e dei differenti attori sociali, con la solidarietà come principio fondamentale per lo sviluppo integrale e sovrano dei nostri popoli. La maggior parte delle repubbliche latinoamericane si stanno orientando in siffatta direzione. L’America Latina sta promuovendo politiche progressiste che hanno ridotto al minimo la povertà, l’esclusione sociale, nello specifico nei confronti delle donne, le comunità afro-discendenti, i gruppi indigeni e le fasce maggiormente povere e marginalizzate. Appoggiamo totalmente la lotta dei poveri indigeni per il raggiungimento dei propri diritti sociali e culturali in tutto il continente. Esprimiamo, inoltre, la nostra solidarietà con i popoli dell’Africa e con le minoranze negli Stati Uniti che lottano contro l’imperialismo. L’integrazione dell’America Latina non può definirsi completa senza essere collegata con quella dell’Africa.
- Rifiutiamo il modello neo-liberale come soluzione ai problemi e alle necessità del nostro popolo, giacché ha dimostrato essere lo strumento perfetto per approfondire la povertà, la miseria, la disuguaglianza e l’ingiusta distribuzione. Vi è disgraziatamente una minoranza che insiste nel cercare di imporre il modello neo-liberale. Ci opponiamo all’austerità economica imposta dalla troika in tutta l’Unione Europea, là dove a beneficiarsi è solo l’1% più ricco della società e, ci opponiamo nello specifico all’austerità della troika contro il governo e il popolo greco. Condanniamo l’assedio e la pressione con cui la troika e le istituzioni dell’Unione Europea la sottomettono. Non per ultimo, l’Unione Europea appoggia e collabora nelle illegittime aggressioni militari contro nazioni sovrane in guerre costosissime che peggiorano e aggravano l’austerità contro i popoli dell’Europa. No alla partecipazione europea in guerre illegali.
- Riaffermiamo la nostra lotta contro i trattati di libero commercio come il TLC, TPC, TISA e l’Alleanza del Pacifico, poiché rappresentano un attacco brutale contro i diritti sociali, democratici e politici dei lavoratori e dei popoli, là dove tali accordi si implementano. Nel contempo continuiamo a sostenere che il debito estero dei nostri Paesi è incalcolabile e impagabile, come illegittimo e immorale.
- Manifestiamo e convochiamo a una lotta globale in difesa delle nostre risorse naturali, la biodiversità, la sovranità alimentare, dei nostri beni comuni, della Madre Terra e dei diritti sociali. La lotta per l’impiego, il lavoro e un degno salario, la sicurezza sociale, le pensioni, ad un contratto collettivo nazionale, al diritto ad associarsi in sindacati, il diritto allo sciopero, il diritto alla salute sul lavoro, l’eliminazione del lavoro minorile e della schiavitù, e la giustizia con eguaglianza di genere. Tutto ciò è – e sarà – possibile se lavoriamo uniti con l’ambizione di costruire la più ampia coalizione di forze sociali e politiche che permetta di sostituire l’attuale blocco di potere neoliberale dominante per uno sociale e politico che difenda gli interessi dei nostri popoli e elevi i diritti sociali, politici, culturali e di identità dell’essere umano al centro del suo che fare.
Il nostro appoggio per i diritti umani per i palestinesi
- Condanniamo la persistente aggressione israeliana contro il popolo palestinese e chiamiamo l’Unione Europea e tutti gli stati membri, seguendo l’esempio della Svezia, a riconoscere l’esistenza dello Stato palestinese e esigiamo la fine immediata e incondizionata del blocco contro Gaza così come il rispetto dei diritti umani, nazionali e culturali del popolo palestinese.
No all’espansione della NATO
- Condanniamo energicamente la militarizzazione e l’aggressione della NATO in Europa orientale e in Ucraina per ampliare la sfera di influenza dell’UE e degli USA.
La nostra opposizione al razzismo e alla xenofobia
- Condanniamo energicamente l’attuale politica sull’immigrazione dell’Unione Europea, la cui barbarie e carenza della più minima difesa del diritto alla vita, causa migliaia di morti nel Mar Mediterraneo e in altre parti. Condanniamo, inoltre, il razzismo, ogni volta sempre più prevalente, così come tutte le manifestazioni xenofobe che spesso i partiti europei di destra utilizzano con lo scopo di capitalizzare a livello elettorale e politicamente presentando un’immagine fallace delle comunità migranti e trasformandole come capro espiatorio nonché, la causa principale della disoccupazione, della mancanza di abitazioni e delle difficoltà economiche della società.
Il nostro appoggio per la trasformazione e il controllo dei mezzi di comunicazione
- Le gigantesche corporazioni dei mezzi di comunicazione di massa esibiscono uno dei più alti livelli di centralizzazione e concentrazione del capitale corporativo nel mondo e per questo rispondono a potenti interessi di corporazioni giganti che si oppongono diametralmente a ogni tentativo di affermazione della sovranità nazionale e di agende anti-neoliberali di qualsiasi governo del mondo. Questi mezzi sono un’arma potentissima di demonizzazione e di destabilizzazione dei processi progressisti in auge in America Latina. Per cambiare i mezzi di comunicazione di massa manca tuttavia un cambiamento netto nella società. Frattanto organizzeremo i nostri propri mezzi di comunicazione, a livello nazionale e internazionale, sulla base del comune interesse sociale. Il principio che regge i nostro mezzi sociali è di rimpiazzare l’ideologia neo-liberale dominante per un’ideologia progressista che abbia come filo di trasmissione lo sviluppo sociale e democratico, la partecipazione cittadina e i diritti sociali dei popoli.
- Noi, i popoli della Nostra America e dell’Europa continueremo a lottare opponendoci a tutte le forme di discriminazione, pressione, sfruttamento, razzismo, esclusione e ingiustizia sociale; al neo-liberalismo e alle guerre imperialiste, lottando per la pace, l’eguaglianza, la democrazia partecipativa, la giustizia sociale; vale a dire, continueremo a lottare per costruire un mondo migliore.
11 giugno 2015
Bruxelles, Belgio.
[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Alessandro Pagani]