Oggi è un giorno triste per il nostro Paese. La Camera ha approvato la pessima scuola di Renzi.
In un Paese che rischia l’analfabetismo di ritorno, dove, secondo alcuni studi, il 70 per cento degli italiani non possiede le competenze «per orientarsi e risolvere, attraverso l’uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale quotidiana», colpire ancora una volta la scuola pubblica, già minata da continui e pesanti tagli ai finanziamenti e al diritto allo studio, è un atto criminale, autoritario e antidemocratico.
La controriforma della scuola voluta dal PD e votata oggi alla Camera è un distillato di ideologia neoliberista, che agita il feticcio della meritocrazia e trasforma la scuola pubblica in azienda. La sbandierata autonomia si tradurrà in un processo di aziendalizzazione della scuola e non farà altro che creare sempre più scuole di serie A e scuole di Serie B, contravvenendo anche solo ai più elementari principi costituzionali che imporrebbero l’universalità del diritto di accedere ad una scuola pubblica di qualità senza discriminazioni alcuna.
Tra le tante porcate votate oggi:
– si regalano milioni alle scuole private attraverso il meccanismo degli incentivi (con buona pace di Calamandrei che diceva “il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi!” );
– si aprono le scuole pubbliche ai finanziamenti privati (che inevitabilmente chiederanno qualcosa in cambio. Già tante sono le scuole in Italia che per far fronte ai tagli dei finanziamenti cedono ore di didattica a istituti bancari, aziende, in cambio di alcuni servizi);
– si dà il via libera all’alternanza scuola-lavoro (ore di didattica buttate nel cesso e destinate ad abituare i ragazzi al lavoro dequalificato e gratuito…dai 20 ai 30 anni hanno un sacco di tempo, purtroppo, per “abituarsi” al mercato del lavoro e per “fare esperienze” di lavoro (sarebbe meglio dire di sfruttamento) precario sottopagato e dequalificato, stage, tirocini non retribuiti, lavori a chiamata, ecc. L’alternanza scuola-lavoro fa comodo solo alle aziende che possono di disporre di manodopera gratuita da destinare a mansioni secondarie);
– si danno ai presidi super poteri creando di fatto un sistema clientelare che metterà gli insegnanti in competizione tra loro, minando il clima di collaborazione che dovrebbe essere la norma in una scuola che non è azienda ma comunità. Tutto questo, neanche a dirlo, svilirà pesantemente la libertà di insegnamento e, di conseguenza, la qualità della didattica.
Per finire a quei geni che continuano a menarla con la necessità di valutazione degli insegnanti, ripetendo come pappagalli le due o tre stronzate sentite per TV senza saper minimamente cosa significhi andare ad insegnare oggi, vorrei ricordare che per riuscire ad entrare di ruolo, oggi, gli insegnanti devono essere tutti laureati (spesso hanno alle spalle anche dottorati e master), devono superare decine di prove tra tfa e concorsi (pagando migliaia di euro), dopodichè sono costretti ad anni, se non decenni di precariato e, una volta di ruolo devono già oggi, continuamente rendere conto del proprio lavoro a preside, colleghi, alunni e famiglie.
Con la riforma di Renzi gli insegnanti verranno valutati da un comitato composto oltre che dal preside, da insegnanti, genitori e studenti (alle superiori). Ma quindi secondo questa logica idiota un imputato dovrebbe valutare il magistrato? Il paziente dovrebbe valutare il chirurgo? E se sì con quali competenze?
La mobilitazione contro l’attacco di Renzi alla scuola pubblica deve continuare, in tutte le scuole, primarie e secondarie, in tutta Italia, coinvolgendo studenti, insegnanti e personale ATA, insieme! Continuiamo la lotta, raccogliamo le firme per il referendum, fermiamoli!
GIÙ LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA!
GIOVANI COMUNISTE/I – PARMA
9 luglio 2015