11, 12 e 13 settembre. Una tre giorni nera per la Lombardia. Casapound a Milano, Forza Nuova a Cantù in provincia di Como. Le autorità pubbliche? Minimizzano e acconsentono.
Da mesi ormai era nota la presenza di Forza Nuova a Cantù il prossimo fine settimana, con il benestare del sindaco della città della Brianza comasca che due anni fa si concesse anche l’intervento di benvenuto alle forze di estrema destra giunte da tutta Europa.
Meno attesa invece la convention dei fascisti del terzo millennio, da qualche tempo alleati stabili della Lega Nord di Matteo Salvini, in una fusione che dà libero sfogo agli impulsi più bassi dell’italiano/padano medio.
Come si possa andare a braccetto con una forza che faceva della secessione dall’Italia la sua ragion d’essere resta un mistero, spiegato probabilmente dal fascino della cadrega, come si chiama a Milano.
Le forze antifasciste hanno indetto una mobilitazione in risposta ad entrambi gli appuntamenti, chiedendo tra le altre cose alle autorità competenti di vietare il loro svolgimento, dando applicazione alla Carta Costituzionale e alla Legge Scelba che punisce l’apologia del fascismo. La pagina su Facebook ha superato le 3000 adesioni e sabato è indetta un’assemblea pubblica con Saverio Ferrari nella Sala consiliare.
Nel mentre, il Governo nazionale fa finta di nulla e parla di tutt’altro, infilando la testa sotto la sabbia come se si potesse ignorare quanto sta succedendo, come se si potesse far finta di nulla mentre la regione più ricca del Paese viene consegnata per tre giorni a nostalgici del nazifascismo.
Sarebbe il caso, anziché piangere il bambino morto schiaffato su tutti i giornali per vendere qualche copia in più, impedire che coloro che tirano sassi contro i luoghi in cui gli immigrati sopravvissuti trascorrono la notte possano farsi un allegro ritrovo a base di concerti nazirock, perché indignarsi per una morte lontana da noi è facile, ma occorre combattere contro chi semina intolleranza qui, in casa nostra.
Occorre informare e far conoscere cosa fu il fascismo, occorre creare un clima diverso, ostile a queste formazioni che fomentano l’odio e la guerra tra poveri. Occorre rilanciare l’azione antifascista in tutte le formazioni sociali, perché l’antifascismo deve essere il fondamento del nostro essere cittadini, un antifascismo non di facciata, ma che vada in profondità per colpire questa ideologia in tutte le sue manifestazioni.
Noi siamo e saremo sempre in prima linea, perché se i partigiani hanno lottato per liberare questo Paese a noi spetta il compito di lottare perché resti libero, per dare applicazione alla Costituzione nata da quella lotta e che ancora in troppe parti è rimasta lettera morta.
STEFANO ROGNONI
da Comunist on line
10 settembre 2015