La nostra generazione è figlia degli ultimi trent’anni di politiche neoliberiste che hanno distrutto un senso di appartenenza collettiva, eliminando qualsiasi prospettiva di alternativa o senso critico che non fosse conforme al sistema economico dominante. Individualismo, atomizzazione ed isolamento sono la costante della vita di ogni ragazzo e ragazza nata tra la fine degli anni Ottanta e il nuovo millennio. Essere giovani comunisti/e oggi, ribellarsi a quello che sembra essere lo stato naturale delle cose, non è semplice e rappresenta in questo periodo di crisi, non soltanto economica ma anche e soprattutto democratica, sociale e valoriale un atto di coraggio.
Tuttavia il mero ribellismo o la “buona volontà” non ci basta per affrontare un nemico così invasivo e dinamico come il capitalismo. Come giovani comunisti/e abbiamo il dovere di riaffermare la nostra alternatività al sistema capitalistico e l’esigenza di una analisi che ci permetta di costruire il socialismo del ventunesimo secolo. Un’analisi che tuttavia non sia solamente di tipo storico-culturale, ma che sia in grado di fornire alla nostra generazione degli strumenti teorici e pratici per la costruzione di un’umanità liberata. In questo senso la giovanile si impegna a costruire momenti di formazione nazionale e territoriale che possano essere di stimolo anche per la creazione di momenti conflittuali. Riteniamo che la nostra organizzazione si debba confrontare, relazionare e creare rete, non solo con tutti i soggetti politici, sociali e sindacali che condividono con noi il terreno di azione e di analisi, ma anche con tutti i singoli individui che la crisi e le politiche liberiste hanno isolato all’interno della società. Contrastiamo l’idea di una società frammentata attraverso la costruzione di una organizzazione collettiva per rovesciare i rapporti di forza sfavorevoli che impediscono oggi di costruire l’alternativa a livello nazionale, europeo e globale. È necessario superare definitivamente le politiche d’austerità e il ricatto del debito per immaginare un presente e un futuro diversi, con diritti e dignità per tutti. Il punto di partenza sta nella constatazione del fatto che il Governo Renzi, in piena continuità con i due governi precedenti, con il suo falso riformismo sta provocando il drammatico aumento delle disuguaglianze nel nostro paese, restringendo al contempo gli spazi di democrazia e partecipazione.
I/le giovani comunisti/e devono essere in grado di ribaltare lo stato delle cose, a partire dall’ampliamento, all’interno e all’esterno della propria organizzazione, delle forme e pratiche di democrazia e partecipazione che possano guardare al di fuori degli steccati dell’autoreferenzialità per essere soggetto attivo nella costruzione di mobilitazioni e vertenze locali, nazionali ed internazionali a partire dalle seguenti tematiche:
1) Scuola e Università.
Le politiche liberiste degli ultimi governi di centro-destra e centro-sinistra, hanno impoverito le risorse destinate all’istruzione pubblica determinando la crisi di un settore già gravemente sotto-finanziato rispetto alla media dei paesi europei. In aggiunta stiamo assistendo ad un’ulteriore mercificazione del sapere attraverso la privatizzazione e l’autoritarismo dei sistemi gestionali di scuola e università. Proponiamo un intervento attivo delle compagne e dei compagni GC di contrasto a tali tendenze e alla “riforma” della Buona Scuola, in supporto tanto degli studenti e delle loro organizzazioni quanto dei lavoratori della Conoscenza che subiranno quotidianamente questo progetto reazionario. A riguardo è necessario quindi organizzare campagne specifiche che ribadiscano il nostro programma di una scuola e di un’università pubblica, laica, democratica, gratuita e di massa.
2) Lavoro e Precariato.
Il campo del lavoro significa anzitutto lotta al precariato, da condurre sia all’interno delle organizzazioni sindacali, sia soprattutto, a livello giovanile, all’interno delle associazioni e dei soggetti sociali, costruendo un blocco sociale (lavoratori stabili, a termine, a progetto, precari, disoccupati, inoccupati, “false” partite IVA, ecc.) ed un messaggio politico di netta alternatività alle politiche liberiste del governo Renzi. È necessario organizzare e rilanciare un fronte comune contro il Jobs Act e la destrutturazione dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Rigettiamo pertanto la contrapposizione tra soggetti “garantiti” e non garantiti proponendo l’ampliamento dei diritti per tutti quei soggetti che non dispongono di alcuna tutela. Rivendichiamo maggiore democrazia all’interno dei luoghi di lavoro riportando al centro la tematica della gestione collettiva di beni e servizi contro lo sfruttamento e l’autosfruttamento.
3) Immigrazione.
La questione migratoria è all’ordine del giorno nel dibattito politico e mediatico. Gli interventi imperialisti e guerrafondai dell’occidente esasperano i conflitti civili e determinano l’ingente processo migratorio, come nel caso della Siria e della Libia. Accanto a ciò la totale impossibilità di accedere in Europa per via legale provoca quel flusso di coloro che vengono genericamente definiti “profughi” e che provengono prevalentemente dai paesi dell’Africa subsahariana e del Medio Oriente. Questi, data la clandestinità alla quale l’apparato legislativo europeo li condanna, sono costretti ad avviare le procedure per la richiesta d’asilo sulle quali le mafie dell’accoglienza lucrano e costruiscono consenso politico. A tal proposito rivendichiamo la necessità della libera circolazione degli individui all’interno di quella che è stata giustamente definita una “Fortezza Europa”; inoltre è necessario garantire diritti e lavoro dando la possibilità di avviare un’adeguata integrazione.
4) Sanità.
L’ultima riforma, o meglio controriforma, che Renzi vuole mettere in campo avrà per oggetto il nostro sistema sanitario nazionale andando così ad intaccare uno dei diritti fondamentali: il diritto alla salute. Quelli che per la Lorenzin ed il governo sono sprechi e visite inutili per la maggior parte dei cittadini sono prestazioni mediche ed esami preventivi vitali e spesso non di facile accesso economico presso le strutture private. Con quest’ultima riforma, si va oltre il definanziamento della sanità pubblica. Quello che il ministro dichiara non essere un taglio lineare assume un volto assai peggiore. Lo Stato quindi si sostituisce al medico professionista stabilendo a priori quali prestazioni siano necessarie o meno a prescindere dal malato. Questo è un modello che non avrà più niente a che vedere con l’idea di equità e di giustizia sociale e che avrà enormi conseguenze su tutti i territori, rendendo così la salute non più un diritto inalienabile ma un privilegio per i pochi che potranno usufruire di prestazioni a pagamento.
5) Questione di genere e LGBTQI
I/le Giovani Comunisti/e ribadiscono la necessità di pervenire alla liberazione individuale non solo attraverso la questione sociale ma anche con la fine di ogni oppressione di genere riguardante l’identità sessuale e il ruolo imposto nella famiglia e nella società dal pensiero dominante tanto alla donna quanto ai settori auto-definitisi LGBTQI. In tal senso rileviamo il ruolo preponderante svolto dalle reti più tradizionaliste del mondo cattolico che continua a costituire un serio limite ai diritti civili di tali categorie sociali e delle donne (aborto, contraccezione, ecc.). Ci impegniamo quindi a rafforzare il nostro sostegno anzitutto ai Pride rivendicando l’eliminazione di ogni forma di alienazione imposta dalle strutture sociali dominanti.
Di fronte a questa situazione è necessario e urgente cambiare rotta, evitando l’isolazionismo e l’autoreferenzialità e fare ognuno la propria parte per rimettere al centro la dignità e la giustizia sociale. È tempo di fare tutte e tutti un passo avanti. Non è sufficiente sapere di avere ragione per cambiare le cose. Esiste una domanda di giustizia, conoscenza, reddito, lavoro di qualità che ha bisogno di farsi spazio a partire dai territori, dalle esperienze di mutualismo e vertenzialità che dovremo sforzarci di moltiplicare. Soltanto coalizzandoci e mettendo in comune la nostra voglia di riscatto potremo uscire dalla condizione di esclusione ed individualismo imperante per immaginare e praticare insieme l’alternativa al liberismo e capitalismo.
V CONFERENZA NAZIONALE GC
Roma, 25 ottobre 2015