Le/I Giovani Comuniste/i esprimono solidarietà alle forze comuniste, progressiste e popolari della Turchia. Preso atto della situazione paradossale in cui si sono svolte le elezioni del 1 novembre, consideriamo il risultato del Partito Democratico dei Popoli (HDP) una vittoria della resistenza del popolo curdo e turco contro l’islamismo di Stato propugnato dal partito di governo (AKP).
Riteniamo inqualificabile che dal giorno delle elezioni di maggio, dirigenti e militanti del partito di Sinistra HDP, entrato in Parlamento con oltre il 13% dei voti, siano stati arrestati. Le azioni militari condotte dall’esercito turco contro sedicenti postazioni dell’ISIS si sono invece concentrate contro la popolazione curda, spesso contro donne e bambini. Il clima di terrore in cui si è svolta la campagna elettorale è culminato prima con l’infame attentato ad Ankara il 10 ottobre e poi, durante il voto, in atti ostili dell’esercito e della polizia turca contro i cittadini delle zone sudorientali del Paese, in cui più forte è la presenza del HDP.
Nonostante questo, il partito della Sinistra è riuscito a superare lo sbarramento del 10% e sarà la terza forza politica rappresentata nel Parlamento di Ankara. Tutto questo ottiene la copertura e il silenzio delle potenze occidentali, sempre disposte a condurre crociate in nome della democrazia ma con gli occhi chiusi sulla Turchia membro della NATO e partner dell’Unione Europea.
Condanniamo dunque l’atteggiamento del governo italiano, che non è in grado di smarcarsi dagli altri Paesi dell’Unione Europea che intendono mantenere l’alleanza con Erdogan anche in funzione di contenimento dell’immigrazione. In particolare, condanniamo l’atteggiamento del governo e del ministro Alfano verso i dissidenti politici che continuano a essere estradati verso la Turchia come se si trattasse di un paese che ne rispetta i diritti.
I risultati, che riportano una leggera diminuzione dei voti alla sinistra e un leggero aumento dei voti al partito di Erdogan, che riconquista così la maggioranza assoluta in parlamento, non sono uno specchio della volontà popolare, ma un effetto della strategia della tensione.
Auspichiamo che la legittima volontà di libertà, di diritti e di pace del popolo turco si affermi nonostante le pressioni del partito di governo, che vorrebbe smantellare la Costituzione laica, riportare la Turchia indietro di duecento anni e approfondire l’interventismo militare nel vicino conflitto siriano e, in generale, allargare il ruolo imperialista del paese. Ribadiamo la nostra solidarietà ai lavoratori, ai giovani della Turchia e a tutte e tutti coloro che nello stato turco lottano per la sovranità popolare, l’autodeterminazione dei popoli, l’emancipazione e il socialismo.
GIOVANI COMUNISTE/I
Coordinamento nazionale
3 novembre 2015