TORINO Rifondazione Comunista è davanti ad un passaggio molto importante della sua storia.
Lo scenario globale di cui abbiamo davanti è rappresentato da uno spaventoso livello di crudeltà e violenza.
Dobbiamo fare i conti con una fortissima instabilità e una crescita di nuovi conflitti, sempre più spesso per l’accaparramento delle terre da coltivare, per il cibo e per l’acqua. Nuovi conflitti che nascono sulla povertà indotta da politiche sfruttatrici del territorio, dell’ambiente e delle popolazioni.
“Siamo di fronte ad un nuovo conflitto globale” dice giustamente Papa Francesco.
I fatti di Parigi ci proiettano in una realtà dove la paura viene usata strumentalmente dai governi per alimentare l’odio verso i mussulmani e per limitare le libertà personali e diritti costituzionali, nel nome della lotta contro il terrorismo.
La fortezza Europa è impermeabile alle richieste democratiche attenta solo alla prosecuzione delle politiche di austerità con il rispetto dei rigidi vincoli e parametri finanziari.
La risposta a questo tipo di lettura neoliberista è ancora insoddisfacente e il caso Grecia ci ha efficacemente “ricordato” che il tema dei rapporti di forza è indispensabile. A partire da questa necessità, nella contrapposizione tra “ Socialismo o barbarie”, i nostri valori, le nostre esperienze non devono essere disperse, ma messe a disposizione per contribuire ad alimentare la lotta contro la coalizione dell’austerità sia sul piano europeo che su quello nazionale.
Sostengo convintamente il quesito posto in discussione a tutti gli iscritti e iscritte Prc e penso che il tema dell’unità a sinistra e il rafforzamento di Rifondazione Comunista siano complementari e non separabili.
La scelta della consultazione rappresenta un passaggio di democrazia interna molto importante per coinvolgere il partito sulle principali scelte e discussioni politiche.
Dobbiamo saper rilanciare la nostra azione e far fare un salto di qualità al nostro intervento quotidiano. La bussola deve essere l’internità alle dinamiche sociali. Dobbiamo porci il problema di come essere realmente utili ai bisogni della società. Il tema delle pratiche mutualistiche e del partito sociale rappresenta una risposta alla disaggregazione sociale.
Frammentazione, polarizzazione , impotenza e rassegnazione sono la conseguenza di una crisi economica che ha radicalmente cambiato la società e lo strumento dell’autorganizzazione ( che nasce direttamente dal contatto con i problemi reali della crisi) può rappresentare un pezzo di cura contro le politiche neoliberiste.
Si tratta perciò di costruire esperienze di questo tipo organizzando una risposta collettiva alle esigenze e ai reali bisogni.
La campagna nazionale di “controinformazione” I Soldi ci Sono, è un importante strumento che dobbiamo usare da un lato per costruire un nuovo senso comune e smascherare le bugie che in questi anni sono state raccontate per approvare manovre inique e recessive e dal’altro, per radicare maggiormente il partito sul territorio rafforzando i rapporti e le relazioni al di fuori di noi.
Siamo impegnati in un fondamentale processo di ricomposizione delle forze politiche e sociali per costruire, dopo anni di divisioni e frammentazioni, una soggettività di sinistra.
È un percorso molto complicato e per nulla scontato dove il tema dell’unità non deve essere considerato fini a se stesso, costruendo una sinistra generica non meglio specificata, ma un polo politico alternativo a chi in questi anni ha alimentato l’austerità approvando politiche neoliberiste.
Una forza politica e sociale, alternativa alle destre e al Partito Democratico, che non si chiuda al solo intervento in una sfera di rappresentanza istituzionale ma che sia in rapporto alla ripresa delle lotte e all’unità dei corpi sociali, rispondendo concretamente ai bisogni delle persone e che venga vissuta come possibilità di cambiamento.
La necessità storica dell’unità a sinistra è una consapevolezza che va nella direzioni di quanto viene sostenuto da Rifondazione Comunista da diversi anni. Il percorso però deve seguire una strada ben precisa; livello di democrazia tale da consentire a tutti nelle assemblee decisionali di essere determinanti ( una testa, un voto), valorizzare le esperienze e i percorsi delle diverse soggettività considerando queste differenze arricchenti del progetto e non come ostacolo. Si tratta quindi di rigettare con forza la volontà di chi pensa che la via salvifica dei problemi della sinistra sia quella di sciogliere le realtà organizzate.
Sarà quindi un percorso difficile che dobbiamo continuare a promuovere, cercando di risolvere positivamente i problemi che affronteremo.
Percorso che in molte realtà locali si è già avviato come ad esempio a Torino dove tutte le forze della sinistra sostengono la candidatura di Giorgio Airaudo a sindaco.
Si tratta quindi di uno schieramento unitario, plurale e alternativo alle politiche liberiste approvate in questi anni dal Pd, nella città di Torino e nel resto d’ Italia.
Simone Ciabattoni -Giovani Comunisti Torino e Segreteria provinciale
15 Dicembre 2015