di Antimo Caro Esposito Esecutivo Nazionale Giovani Comunisti/e
Giulio Regeni era un ricercatore di 28 anni con un dottorato a Cambridge. Si trovava al Cairo per una tesi sull’economia egiziana prima di essere assassinato. Un grande interesse per il medio oriente. In questi mesi si stava occupando di movimenti operai e di sindacalismo indipendente e aveva contatti con l’opposizione egiziana per compiere il suo lavoro accademico.
Con il nome di Antonio Drius, aveva scritto un articolo di cui consigliamo la lettura “L’Egitto degli scioperi cerca l’unità sindacale”. Lo pseudonimo, per chi come Giulio non si sottrae alle sfide e alla ricerca della verità anche in zone come l’Egitto, martoriato da un governo autoritario e repressivo, è necessario per chi vuole ancora raccontare quello che vede e tutelare se stessi e le proprie fonti.
Nel suo articolo fa emergere le rivendicazioni salariali e di giustizia sociale che hanno mosso lavoratori egiziani negli ultimi mesi e il ruolo che hanno avuto i sindacati indipendenti nelle mobilitazioni di dicembre. Tali azioni erano in risposta alle manovre antipopolari riguardanti il mondo del lavoro imposte dal governo di al-Sīsī.
L’articolo non era solo un racconto distaccato, non riportava solo un fatto di cronaca, l’articolo era impregnato di passione, per questo era capace di far emergere il sentimento più intimo di quelle manifestazioni ovvero la richiesta di una democrazia vera e non fatta da militari.
Sul tema democratico il lavoro di Giulio non si ferma solo al contesto egiziano, l’articolo si conclude con un appello all’Italia e all’Europa. Un appello che noi comunisti iscriviamo nei valori dei veri internazionalisti.
“E gli sviluppi di queste iniziative meritano di essere seguiti con attenzione e vicinanza, anche da questa parte del Mediterraneo. Sono gli stessi sindacalisti egiziani che ce lo chiedono, facendo appello a realtà sociali simili a loro in Italia e in Europa, per sviluppare forme di scambio, solidarietà e cooperazione che possano rafforzarli e incoraggiarli in questa delicata fase storica. Questi esperimenti dal basso potrebbero forse indicare anche a noi nuove traiettorie per un sindacalismo –al contempo combattivo e democratico – al passo con le trasformazioni imposte dalla globalizzazione del ventunesimo secolo.”
Questa è la storia dei cervelli in fuga dall’Italia e di un ragazzo che amava la vita, mosso da ideali di libertà, verità e giustizia. Gli stessi ideali che muovevano l’uomo raffigurato sulla sua immagine di copertina Facebook: il segretario del PCI Enrico Berlinguer.
Seppur le nostre strade non si sono mai incrociate, come Giovani Comunisti non possiamo permetterci che il lavoro intellettuale di Giulio vada disperso ne oggi ne un domani. Faremo nostri gli insegnamenti e il messaggio che ci ha lasciato.
Quando era disperso i suoi amici e colleghi lanciarono l’ hashtag #whereisguilio. Noi lo sappiamo, Giulio è nei cuori di chi lo ha amato e nella mente di chi non lo dimenticherà.
Gli eroi son tutti giovani e belli.
Antimo Caro Esposito
Esecutivo Nazionale Giovani Comunisti/e
Articolo: http://nena-news.it/legitto-degli-scioperi-cerca-lunita-sindacale