L’organizzazione dei Giovani Comunisti-e scende in campo a fianco delle associazioni e dei movimenti di cittadini che da sempre portano avanti la battaglia per impedire che i nostri mari vengano assaltati dalle multinazionali delle fonti fossili, che per la ricerca del profitto privato, compiono un approvvigionamento di idrocarburi a scapito dell’incolumità dei nostri paradisi naturali e della nostra salute.
Ad essere messa in gioco però, è anzitutto la tenuta democratica del nostro paese: la mobilitazione di 60.000 persone avutasi a Lanciano – tra le quali anche noi eravamo presenti – dimostra un’elevata sensibilità pubblica nei riguardi delle problematiche ambientali e della questione energetica, alla quale, nonostante una mobilitazione così massiccia esprima a gran voce e a chiare lettere la volontà generale dei cittadini italiani, il governo Renzi continua dispoticamente a fare “orecchie da mercante”, portando avanti una programma di riforme che non si distacca minimamente dalla logica selvaggia che ha caratterizzato la politica energetica dei precedenti governi.
Dallo Sblocca Italia alle recenti modifiche alla Legge di Stabilità, vediamo il prolungarsi di una linea di continuità politica in campo energetico tra questo e i precedenti governi, tutta caratterizzata dal liberismo più sfrenato in termini di rispetto e tutele ambientali e dal retrogradismo più bieco circa la ricerca di fonti rinnovabili e sviluppi alternativi. Il monopolio della Strategia Energetica Nazionale (SEN) da parte delle multinazionali, che essendone le vere autrici ne dettano i paradigmi e i parametri, – dato che riscontriamo che in Italia da sempre manchi una vera strategia energetica prodotta dal governo, che non si limiti ad un laissez-faire sulla petrolizzazione e la metanizzazione del nostro “bel paese” – determina per l’Italia un quadro di assoluta emergenza ambientale!
Dalla lotta dei NOTAV a quella dei NOTRIV, passando per le vertenze dei NOTAP, NOSNAM, NOMUOS, NO GRANDI NAVI, attraverso i comitati che si battono contro la “Terra dei Fuochi” e gli altri scandali ambientali, come l’ILVA di Taranto e il dilagare dei termovalorizzatori/inceneritori a macchia d’olio, si osserva il medesimo discriminante: la resistenza contro l’aggressione del capitalismo selvaggio alla radice più profonda della vita stessa, ovvero l’ambiente in cui tutti viviamo. Perciò,
LA LOTTA PER I DIRITTI AMBIENTALI È UNA LOTTA PER IL DIRITTO ALLA VITA!
Per questo, di fronte al quotidiano oltraggio della volontà generale, reagiamo a tale impoverimento democratico con tutti gli strumenti di lotta che la nostra Costituzione ci mette a disposizione: sosterremo tutte le iniziative che si muovono in questa stessa direzione critica, cominciando col partecipare alla manifestazione Stop TTIP il 16 aprile p.v. e con l’incoraggiare il voto al referendum del 17 aprile contro le TRIVELLAZIONI IN MARE, perché noi apporremo la nostra croce sul “SÌ” a fermare questo scempio!
Invitiamo tutta la cittadinanza italiana a fare altrettanto: infatti, le dieci Regioni che hanno avanzato la proposta di referendum non saranno le uniche a votare, perché tutta Italia è chiamata ad esprimersi su questo tema impellente, il quale, di conseguenza al comune discriminante della lotta per la democrazia e la vita, mette capo a tutte le vertenze politiche e ambientali di questo paese. E noi le porteremo avanti!
A cura di Giacomo De Fanis, Gruppo Ambiente
Claudia Candeloro – Portavoce Nazionale Giovani Comunisti-e
Andrea Ferroni – Portavoce Nazionale Giovani Comunisti-e