In questi mesi abbiamo denunciato prima la vicenda Maker faire, quando l’ateneo romano della Sapienza è stato “chiuso” agli studenti e ai lavoratori per tenere nei suoi locali una fiera delle tecnologie a pagamento e con sponsor privati: e gli studenti impegnati in un volantinaggio di protesta all’esterno dell’università, tra cui militanti dei Giovani Comunisti, sono stati caricati con tanto di blindati e camion-idrante lanciati contro di loro. Poi abbiamo denunciato pubblicamente la vicenda KCube, ossia, come risulta da numerosi articoli di quotidiani e blog, un inusuale contratto di associazione in partecipazione (nessuna anomalia nel procedimento di approvazione della decisione? e le dovute procedure di gara? Corte dei Conti e autorità anticorruzione non hanno nulla da dire in proposito?) tra la Sapienza e la società KCube, un “accordo per sfruttare commercialmente i brevetti e le ricerche realizzate dall’ateneo romano”, in campo biomedico e farmaceutico. Si tratta di un nuovo passo nell’idea perversa della privatizzazione e dell’aziendalizzazione dell’università pubblica, condita da un bel po’ di torbido: nel Cda di KCube siedono personaggi che figurano coinvolti nelle inchieste sul Monte dei Paschi, o persino che hanno patteggiato in giudizio nella vicenda “Farmacopoli” dei tempi di de Lorenzo; vi si trova poi Carrai, fedelissimo di Renzi (in odore di una prossima controversa nomina di spicco nei servizi segreti), che l’Espresso e il Fatto Quotidiano recentemente associavano a settori del complesso militarindustriale vicino a Netanyhau e della destra sionista, nonché a settori non molto chiari della finanza internazionale. È l’Italia delle orditure che entra in pompa magna alla Sapienza, con il beneplacito del Rettore e delle istituzioni universitarie?
Carrai e altri membri di questo Cda siedono inoltre nel consiglio direttivo della ultrarenziana fondazione Open, insieme al Ministro Boschi (su cui si voterà presto una nuova mozione parlamentare di sfiducia in merito all’affaire della bancarotta di Banca Etruria) : quello stesso Ministro pretendeva di fare la propria passerella alla Sapienza, intervenendo in un convegno della facoltà di Economia con un panegirico della sciagurata riforma costituzionale, frutto avvelenato del renzismo che i cittadini avranno presto modo di rispedire al mittente in sede di referendum. Ma gli studenti della Sapienza anche stavolta non sono stati al gioco. Indetta dai collettivi universitari autorganizzati, si è svolta una dura contestazione, tenuta fuori dalla sala del convegno solo da un “democratico” cordone di polizia, volto a tenere gli studenti fuori dalle aule della loro stessa facoltà. La contestazione si è svolta lo stesso, con la presenza anche di sindacati studenteschi (Link) e di militanti dei Giovani Comunisti attivi nel movimento studentesco.
Non possiamo accettare la soppressione del dissenso e la repressione poliziesca nei luoghi della cultura; così come non possiamo accettare che il governo dell’austerità, della distruzione della scuola e dell’università venga proprio in questi luoghi a fare propaganda per la sua (contro)riforma costituzionale, che ci impegneremo ad affossare tutti insieme tramite il referendum di Ottobre.
Diciamo no all’idea di
università come vetrina del Governo. all’università di Renzi, Boschi e Carrai.
Rivendichiamo l’eliminazione delle tasse universitarie, borse di studio e alloggi per tutti gli studenti bisognosi ed un incremento sostanziale dei finanziamenti per didattica e ricerca.
Giovani Comunist* Roma